Non c'è età, non c'è status sociale, non importa se sei un ragazzo o una ragazza... - di vivere davvero!

...un quattordicenne al primo anno di liceo o un cinquantenne che s'inventa il suo tempo libero... La moto è un modo di essere - ce l'hai dentro - e, se ce l'hai davvero, non devi aver paura di mettere le ruote sull'asfalto e di provare la prima, fantastica galoppata nel vento!

Ve lo dice uno che, a trentasei anni, ha trovato il coraggio (non ce ne vuole poi molto, a dire il vero) di dare corpo ad una passione che si teneva dentro da quando era piccolo, da quando - probabilmente - aveva cavalcato su una pista per bambini una piccola riproduzione elettrica di una giapponese anni settanta, un aggeggio con le rotelline e le protezioni in gomma, ma con manubrio e manetta, e con tanto di sella sfrangiata...

Non ci sono più quelle piccole piste in asfalto, dove potevi portare i figli ad immaginare di essere al volante di qualcosa di importante, di toccabile, sostituite dal magico mondo virtuale dei videogiochi... Ma questo è un altro discorso.
Succede quindi che ti ritrovi dopo anni ad avere ancora quell'emozione dentro, e ad averla lasciata sotto un cumulo di esperienze vissute, come carte vecchie, ma ancora viva e palpitante.

E magari, ogni tanto, succede di fermarti davanti alle vetrine di un concessionario, e di fermarti ad ammirare la grande varietà scintillante di modelli colorati, un mondo vicino ma separato da un vetro, un vetro spesso come trent'anni di carte vecchie.
Se mai ti troverai davanti a quel vetro, non restare dalla tua parte!

Mi è capitato, l'estate scorsa, di entrare per curiosità a guardare più da vicino quella moto che avevo tante volte visto in foto.
E di vederla, si direbbe, non in carne ed ossa, ma in metallo e gomma, solida, tangibile, eppure così snella e leggera, così abbordabile.... E di averne sfiorato le curve del serbatoio, il manubrio, ed esserci salito in sella, così, per provare se di quell'emozione da bambino era rimasto qualcosa...

Beh, da quella sella non sono ancora sceso.
Perché, se la moto ce l'hai dentro, magari sepolta sotto anni di memorie, come un emigrante la lingua del suo paese, come il profumo di primavera quando il fiato si condensa in una mattina di gennaio, allora è il momento - sempre