Moto
Gioie e dolori della MV Agusta 350 BE GT
Scritto da Excalibur48 - Pubblicato 10/05/2011 12:28
Recensione della MV Agusta 350 BE GT fatta con i parametri dei suoi tempi, tornando indietro al 1978, al giorno del suo acquisto...

Perdonate il mio ardire, ma mi sono messo in testa di cimentarmi, qualcun altro lo avrà forse già fatto, nel descrivere i pregi ed i difetti della mia MV Agusta 350 BE GT.
Per far questo, però, devo andare indietro nel tempo e riportarmi agli anni 70/80. Devo dimenticare tutta la tecnologia, l'elettronica e le elevatissime prestazioni delle attuali moto moderne. Sono ritornato, nel tempo, all'agosto del 1978, anno di acquisto della tanto agognata MV. Il futuro non esiste, la tecnologia della meccanica si è fermata ad oggi, domani non esiste, non so minimamente a quale livello arriveranno le moto future.

Il significato della sigla, innanzitutto, molti me lo chiedono, ma gli esperti sapranno già che MV è l'acronimo di Meccanica Verghera, 350 è la cilindrata, ovviamente, BE sta per Bicilindrica Elettronica (per via dell'accensione, elettronica, appunto) e GT, facile, sta per Gran Turismo.

Allora, incominciamo, ho davanti a me la moto e quello che mi colpisce fin da subito è il complesso dell'insieme molto robusto e compatto, la linea molto elegante, armoniosa ed anche filante, il colore del telaio nero, il contrasto affascinante dei colori metallizzati celeste/oro del serbatoio, separati da un leggero rigo bianco creato a mano, le cromature a specchio dei due parafanghi, la bella scritta della Casa Costruttrice in rilievo sui due lati del serbatoio, in sostituzione dei soliti adesivi piatti. Non a caso il disegno di questa moto è stato affidato alla mano sapiente ed esperta di Giugiaro.

Accattivanti le chiusure laterali del vano porta-oggetti, ospitante anche la batteria, formate da tante alette orizzontali in piena sintonia ed armonia con le alette dei cilindri.
Belli i due paracolpi cromati anteriori, stile Harley e le due trombe che fungono da clacson con una tonalità piena e squillante da pullman di linea.

La strumentazione di bordo non è particolarmente ricca, ma essenziale: un bel contachilometri circolare (fondoscala 190 Km/h), affiancato da un altrettanto circolare contagiri (fondoscala 12.000 giri) con in bell'evidenza su ambedue il prestigioso logo MV.

Sulla piastra centrale nera che serra il manubrio, è alloggiato il nottolino della chiave di contatto, circondata da quattro spie luminose: rossa per il contatto, gialla per la posizione di folle, verde per l'impianto luci sotto tensione ed azzurra per l'abbagliante. Noto però l'assenza, tra gli interruttori, di un pulsante lampeggiatore, poco male, perché in seguito mi sono divertito a sopperire a questa mancanza, inserendo nel circuito elettrico un relais comandato da un pulsante aggiunto per il lampeggio, aggiungendo anche due fari cromati fendi-nebbia anteriori, nonché un armonioso cupolino.

E' ora di mettere in moto. Giro la chiavetta e si avverte il "click" dello scatto di un relais che comanda l'apertura automatica del rubinetto della benzina, ma a questo punto devo annotare il primo difetto: assenza, benché molte altre marche ne dispongano già, dell'avviamento elettrico. Devo ricorrere ed aggrapparmi alla solita, famigerata, traditrice pedivella meccanica della messa in moto, ma la delusione dura poco perché il motore si mette in funzione al primo affondo, senza il minimo sussulto, grazie anche ai due cilindri che ammorbidiscono la compressione, evitando così pericolosi e deleteri contraccolpi.

Delizia: un rombo cupo, pieno, corposo, sonoro e ruggente, musica per le mie orecchie che prediligono il rumore della "ferraglia" in movimento e non il sibilo di una sirena monocorde, senza anima, delle consorelle giapponesi.
Osservo, prima di partire, i vari comandi. Le leve della frizione e del freno anteriore sono ampie, robuste e di facile presa, così come la manopola dell'acceleratore che presenta nella parte inferiore una lunga scalinatura o protuberanza antiscivolo in gomma.

Il cambio è a cinque rapporti, la prima marcia in alto, le altre in basso, la monoleva di comando a destra, la leva del freno posteriore a sinistra, posizioni invertite rispetto a tante altre moto, ma è quella che io preferisco, quindi per me non è un difetto.

Ma ora basta con le chiacchiere, è il momento di partire.
Ottima l'accelerazione, fornita dalla disponibilità di 34 CV, non male per una 350. Le marce sono ben rapportate, anche se io avrei preferito una prima leggermente più lunga. La posizione di guida è quella tipica di queste moto, molto comoda, rilassante e rassicurante, con una sella lunga, ampia, morbida e ben molleggiata. La presa e la posizione delle braccia sull'ampio manubrio danno sicurezza e comodità eccezionali.

Il motore, bicilindrico, è potente quanto basta e nel contempo è anche molto elastico che permette un'andatura turistica rilassante, ma volendo si può azzardare anche una guida più sportiva, la moto piega bene in curva, non stringe, non allarga, non derapa, segue la strada docilmente come se fosse su un binario, grazie alla buona ciclistica ed al suo baricentro molto basso e, inoltre, anch'io contribuisco al buon assetto della moto con i miei soli 166 cm. di altezza per 60 Kg di peso.

Quando decido di percorrere un tratto di autostrada, arriva puntuale il secondo difetto. Mantenendo una velocità costante di crociera, si avvertono troppo le vibrazioni, trasmesse dal motore al telaio, attraverso le gambe e le braccia. Questo si avverte meno con velocità alterne, non costanti, sul misto per esempio, forse perché il motore, non girando in modo costante e regolare, non ha il tempo di trasmettere le vibrazioni al telaio. A mio parere, il progettista avrebbe dovuto rinforzare i gommini di ancoraggio del motore al telaio o comunque studiare un ancoraggio diverso, ma forse non amava tanto l'autostrada, sicchè, nel suo progetto, non ha tenuto conto di questa eventualità.

La molleggiatura del mezzo è ottima, ben assistita dalla generosa forcella telescopica idraulica anteriore e dai due ammortizzatori posteriori Ceriani.
Ottima anche la frenata, grazie ai due dischi anteriori ed al doppio circuito frenante, la prima moto in assoluto ad adottare questo sistema di frenata. La moto "affonda" bene sul davanti, la gomma fa ottima presa sull'asfalto, non blocca, non inchioda e non slitta, la moto sembra voglia inchinarsi docilmente ai miei comandi. Che abbiano già inventato l'ABS? Altra storia, invece, per il freno posteriore, essendo a tamburo, non permette una frenata docile e costante, perché la ruota tende a bloccarsi e quindi slittare, con brutte conseguenze di derapate se la moto non è in posizione più che dritta e perpendicolare al suolo. Quindi, in frenata, ho imparato a fare molta pressione sulla leva del freno anteriore e dare leggeri colpetti al freno posteriore, senza una pressione a fondo o costante, tanto per accompagnare la frenata, che risulta così essere più efficace e meno pericolosa.

Non mi soffermo ad esprimere giudizi sulle gomme, perché oggi (ricordate? Siamo nel 1978), sono tutte pressoché uguali, stesse sezioni, stessi disegni : rigate all'anteriore e tallonate al posteriore. Poi, fra qualche decennio, ne riparleremo, quando avranno inventato i magnifici gommoni senza spalla laterale.

Tra una riflessione e l'altra, arrivo quasi senza neanche accorgermene ad un semaforo rosso. Freno, mi fermo e cerco di innestare la folle, dico cerco, perché non entra. Ecco un altro difetto. Una volta fermi, a motore acceso, è impossibile mettere il motore in posizione neutra, sono costretto a restare con la marcia inserita e la frizione tirata. Appoggio il piede sinistro a terra, faccio oscillare leggermente la moto in avanti ed indietro per far ruotare il pignone, mentre col piede destro manovro disperatamente sulla leva del cambio nella speranza di ottenere un risultato. Niente da fare. Dalla prima passo alla seconda, saltando la folle, riprovo, ripasso in prima, la folle, che è in mezzo, sembra non esistere. Forse la colpa è da imputarsi alla frizione a dischi multipli a bagno d'olio, se fosse stata a secco, chissà?! Intanto, tra una manovra e l'altra, il motore si spegne. Quanto desidererei, in questo momento, avere l'accensione elettrica! Comunque, questa volta, a motore spento, la folle entra senza difficoltà.

Cambio appoggio, piede destro a terra e piede sinistro che spinge sulla pedivella, operazione difficoltosa, dato che io non ho molta dimestichezza con la gamba sinistra e quindi non riesco a fare abbastanza pressione sulla pedivella. Unica soluzione: scendo, metto la moto sul cavalletto e spingo col piede destro sulla pedivella: come sempre, per fortuna, il motore parte al primo affondo. Scavallo la moto, innesto la prima e riparto. Un'operazione troppo complicata da mettere in atto ad ogni arresto, quindi, strada facendo, studio un espediente.

All'approssimarsi del successivo semaforo rosso, infatti, rallento, scalo le marce, vado in prima, e risalgo leggermente con la punta del piede verso la seconda, in mezzo c'è la folle che si innesta senza difficoltà, la spia gialla accesa sul cruscotto del resto me lo conferma, arrivo di conserva al semaforo e questa volta, finalmente, sono fermo col motore acceso ed in posizione neutra, ma non sempre la manovra riesce, bisogna avere una buona esperienza in merito ed io, col tempo, sono riuscito ad acquisirla.

Per terminare, la Casa Costruttrice dichiara una velocità massima di oltre 170 Km/h, forse una valutazione troppo ottimistica, io non ho osato tanto, ma l'ho spinta senza sforzo fino ai 160 Km/h (da contachilometri), poi ho mollato lì per non subire conseguenze pericolose, perché la moto si era alleggerita troppo sul davanti, nonostante avessi assunto una posizione accucciata sul serbatoio, di più non potevo fare. Forse se avessi insistito... Mah! Poco importa.

Devo annotare un ulteriore, ultimo difetto: il prezzo pari a 1.050.000 lire, tra l'altro scontato (mio Padre aveva una Concessionaria MV), contro le 950.000 lire dell'equiparata Honda 350 Four. Ma forse nel prezzo era compreso anche il prestigioso marchio, anzi, senza forse.

Beh! A questo punto la mia prova è terminata, ritorniamo al maggio del 2011 ed ora vi chiedo: la comprereste oggi una moto così? Certamente, no! Ma tra tutte le moto d'Epoca di quegli anni, la MV Agusta 350 GT è senza ombra di dubbio la più... moderna!

Ecco la moto descritta.





Per gli amanti delle caratteristiche tecniche generali, eccole.




 

Commenti degli Utenti (totali: 21)
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Commento di: ferro51 il 14-05-2011 00:27
Potessi disporre di spazio altrochè se comprerei una moto come la tua bella MV Agusta. Un marchio italiano d'eccellenza. Nulla a che vedere con la modernità dell' attuale Brutale e F4 ma anche le stesse nuove moto, non hanno nulla a che vedere con la vecchia 350 BE GT con soluzioni tecniche ed elettroniche già avanti con i tempi.
Non voglio dilungarmi, ho iniziato dicendo che mi manca lo spazio......il mio sogno è di circondarmi di vecchie glorie ed io seduto in poltrona ad ammirarle.
Complimenti
Commento di: Excalibur48 il 14-05-2011 09:40
Grazie ferro51 per i complimenti.
Mi fa piacere che la pensi come me, infatti, se qualcuno mi proponesse uno scambio alla pari con una Supermoto odierna, io rifiuterei, a costo di passare da cretino.
Se puoi, non privarti della gioia di possedere un bel mezzo d'Epoca, qualsiasi esso sia, per il posto si trova sempre un rimedio.
Ciao.
Commento di: Mauromoto il 15-05-2011 22:44
Parafanghi ? erano in inox, non cromati. Il cupolino naturalmente l'hai montato successivamente altrimenti non raggiungevi nemmeno i 130.
C'è una cosa chè stona paurosamente, ma non per colpa tua, si tratta di quella orrenda targa quadrata che la FMI si ostina a fornire alle moto registrate. Possibile che non sia venuto in mente a nessuno dello staff FMI, di fare una forma più moderna...... più piccola magari, dando così la possibilità di applicarla in punti diversi. Ciao e complimenti per il resto.
Commento di: Excalibur48 il 16-05-2011 13:00
E bravo Mauromoto, si vede proprio che te ne intendi di MV.
I parafanghi li ho definiti cromati, ma in effetti è vero, sono in inox, la differenza si nota nella superfice molto più levigata ed a specchio.
Non puoi immaginare quanto tempo ho perso per cercare di sistemare al meglio quella benedetta targa d'oro. L'ho posizionata in tutti i pizzi, per vedere l'effetto prima di fissarla, poi ho convenuto che lì, dove l'ho messa, è il posto meno peggiore, tant'è che avevo quasi deciso nel metterla nel vano portaoggetti. Ma questo è!
Hai ancora una volta ragione, riguardo al cupolino, l'ho montato in seguito e mi sono accorto in effetti che ha perso molto in velocità, ma poco importa perchè non ho più l'età di cercare di imitare Valentino. Ora quando la uso me ne vado tranquillo, tranquillo, na quand'ero più pischello, ti assicuro che i 160 Km/h li raggiungeva tranquillamente (senza cupolino, ovviamente).
Grazie per i complementi, ma il merito non è il mio, è della MV.
Ciao.
Commento di: Ocsecnarf il 16-05-2011 17:30
In questo caso la targa mi pare ASI, quella della FMI è di dimensioni parecchio inferiori, tuttavia sono d' accordo che se fossero più piccole sarebbe meglio!
Commento di: Mauromoto il 16-05-2011 21:06
Scusate, stò diventando vecchio, la "tabella" partorita da quelli del A S I no è proprio orrenda. Si vede che non hanno mai visto di buo'occhio i motociclisti.
La MV Agusta sempre mi gusta. Ciao.
Commento di: Excalibur48 il 16-05-2011 21:42
Sì, è vero Ocsecnarf, la targa è dell'ASI e non della FMI, ma, in ogni caso, non pensavo che disturbasse tanto, se qualcun altro mi fa la stessa obiezione, beh! ragazzi, giuro che sono disposto a toglierla del tutto e metterla veramente nel vano porta-oggetti, così non si vede.
Ciao.
Commento di: Excalibur48 il 16-05-2011 21:45
Eh! Mauromoto, senza volerlo hai copiato il mio motto, La Mv Agusta me gusta, mucho me gusta.
Ciao.
Commento di: Excalibur48 il 16-05-2011 21:58
A tal proposito ci ho costruito sopra una barzelletta .
Un tizio : "Ho comprato una MV".
L'altro : "Agusta?"
Il tizio : " a gusta, a gusta".
Tipo l'altra.
Un tizio : "Aggio ccattato un Opel"
L'altro : "Cà dett?" (Kadett).
Il tizio : "Aggio ccattato un Opel".
Commento di: Ocsecnarf il 16-05-2011 21:59
Intanto complimenti per l' articolo, per la passione, e per la MV! La taga ASI è quella che è, se te gusta di esporla, lasciala lì, del resto questi sono riconoscimenti di cui andare orgogliosi. Se mai la foto la fai dall' altro lato, e quando sei in sella rimane quasi nascosta dalla gamba! Anche il portabollo/assicurazione in mancanza di parabrezza veniva fissato un pò dove si poteva.
Saluti
Commento di: Excalibur48 il 16-05-2011 22:11
Eccoti accontentato, ocsecnarf.

[IMG]http://i54.tinypic.com/np5ezs.jpg[/IMG]
Commento di: MOTOMISTA il 31-05-2011 06:06
Bella la moto, che tra l'altro sembra appena uscita di fabbrica, e bella la recensione che trasuda come sempre la tua grande passione per le due ruote.
Commento di: Excalibur48 il 04-06-2011 08:53
Grazie dei complimenti per la recensione e per la moto, effettivamente è in perfette condizioni. Mi stavo domandando quando avresti letto il mio articolo, non sono rimasto deluso.
Ciao.
Commento di: apistore il 01-07-2012 14:42
Ciao Excalibur,

leggo con colpevole ritardo il tuo bellissimo articolo, ma meglio tardi che mai!
Sposo in pieno l'affermazione dell'amico Ferruccio: avendo lo spazio ed i soldi un 350 italiano di quel periodo non mancherebbe, se non altro per ricordarmi dei tempi felici di quando io andavo in giro col 50ino e sbavavo dietro a queste moto "grosse", che oggi invece, davanti a milloni da 180 cavalli, sembrano decisamente ridotte.
Invece queste 350 sono una cilindrata che per peso, prestazioni e costi, sarebbero ancora oggi un alternativa molto intelligente. Se poi fossero progettate e costruite bene come facevano negli anni 70, sarebbe una pacchia.
Però sarò onesto con te: sarei molto indeciso tra la MV ed una Aermacchi 350 TV ed un Ducati Scrambler, inferiore tecnicamente alla tua MV, ma con un suo indiscutibile fascino.

Quando vedo in giro quelli con i MegaSUV, le Porsche Panamera, gli aborti disgustosi di Hamer H2, le Mercedes SLS, penso che con meno spesa io avrei in garage:

- Una splendida moto universale: la mia adorata Aprilia Shiver 750 GT ABS;
- La mia amata ex Aprilia Pegaso Cube a carburatori del 1998, che ha rappresentato il mio ritorno in moto dopo tanti anni e mi ha regalato tanto chiedendo molto poco;
- Una moto da elegante e comodo passeggio: Guzzi Nevada 850;
- Una splendida 350 anni 70 per ricordare gli anni più belli, da scegliere tra la tua MV, Aermacchi e Ducati;
- Una grande turistica per giri a lungo raggio: l'Aprilia RST 100 Futura;
- Un mito Italiano: Laverda SF3 750 del 1976.
- Una bestia incredibile per provare un brivido gelido ogni tanto od anche solo per ammirarne la bellezza: Aprilia RSV4 Factory APRC.

(non so se avete notato ma solo moto Italiane!)

Ed ancora con un apogeo della migliore creatività, ingegneria e design Italiano, non abbiamo fatto la metà del prezzo d'acquisto di una stupida e brutta scatola di sardine con motore esagerato come uno dei Mega SUV stile Porche Cayenne o BMW X5 o peggio, buono soltanto per il tragitto casa - bar.

E vabbé, lasciatemi sognare.

Lamps a tutti

Commento di: Excalibur48 il 01-07-2012 22:55
Ciao apistore,
con me sfondi una porta aperta.
Pensa che ho la mania di collezionare modellini di moto GP, dalla mitica MV 500 c.c. di Giacomo Agostini, alla Ducati di Valentino.
In tutto sono 70 modelli, più altri 140 di moto da strada di tutte le epoche.
Questo per dirti che, avendone la possibilità, anzichè modellini, queste sarebbero tutte moto vere, ma che vuoi, devo accontentarmi di queste.
Le moto che hai citato sono tutte splendide, alle quali, io aggiungerei una bella Laverda 750, una fanatstica Benelli sei cilindri, una versatile Morini 3 1/2 e perchè no, una mitica Gilera 500 c.c. otto bulloni.
Ci risentiamo, buona serata.
Commento di: MVintage il 31-08-2012 15:04
Ciao
io posseggo una MV Agusta 350 GT BE uguale alla tua.
Regolarmente funzionante e collaudata.
Leggendo la tua recensione mi sembrava di essere alla guida della mia MV.
E' vero è una moto di altri tempi ma la sensazione che provi quando la guidi è quella del domatore di cavalli che nessuna moto giapponese e sofisticata può regalarti.
Ogni volta che esci con lei si ricomincia da capo e quando rientri hai la sensazione di averla domata di aver creato quel rapporto uomo macchina che ti permette di sfruttarne le potenzialità al massimo.
Il rombo, unico del suo genere, da la massima soddisfazione a giri elevati.
Ti garantisco che non passa inosservata, forse un pò invidiata si preannuncia il suo arrivo già a distanza.
Una moto per pochi ma non per tutti.
Per guidarla occorre amarla.
Commento di: Excalibur48 il 31-08-2012 18:15
Fa sempre piacere sentire qualcuno che ama la MV, ma qualcuno sicuramente avanti con gli anni, perchè i giovanotti moderni vogliono sentir parlare soltanto di giapponesi.
Io forse sarò un nostalgico, ma quando la metto in moto e vado a farmi una giratina, faccio un salto indietro nel tempo di quasi mezzo secolo e mi rilasso, ripensando a quell'epoca spensierata.
Mi piacerebbe tanto vederla, se puoi, posta qualche foto, farebbe la gioia, oltre alla mia, anche di tanti amanti di moto d'Epoca, italiane, in modo particolare.
Commento di: gabbiano40 il 24-08-2013 19:01
salve, quando sento parlare di MV agusta, torno indietro di almeno 50 anni, e continuo a sognarla, in particolar modo la 150 sport 2 tempi, e il disco volante 175, stupende!!!!!! nn ho mai potuto averle, e ancora oggi sognerei di averne una di queste,
Commento di: Excalibur48 il 24-08-2013 21:41
Navigando tra i vari siti che trattano di moto storiche, può capitare di imbattersi ancora in qualche MV dell'Epoca.
Tralasciando quelle rare e restaurate, che soltanto un Emiro potrebbe permettersi, ne ho viste diverse a buon mercato, ridotte male, è vero, ma un vero appossionato potrebbe mettercisi di buona lena e riportarla all'antico splendore ed otterrebe una doppia soddisfazione : possederla ed averla fatta rinascere.
Non disperare, fai un'accurata ricerca e son sicuro che troverai quella che al caso tuo.
Commento di: gabbiano40 il 25-08-2013 10:49
grazie per la tua sollecita risposta, guardo continuamente i siti che trattano moto d'epoca, ho trovato un disco volante, ma senza potermi avvicinare per il loro costo, e di 150 sport due tempi,purtroppo nn si trovano piu, ho trovato un benelli leoncino 125 4T moto oggi abbastanza rara,perche all'epoca nn fece successo, come il due tempi, e quindi nn ne vendettero molte, un saluto
Commento di: Excalibur48 il 25-08-2013 13:00
Tieni presente che io mi occupo di restauri di moto di piccola cilindrata, nel caso tu ne avessi bisogno, non si sa mai.............................
Ciao