Come direbbe una mia amica: "E VAIIIIIIIIIIIIIIIII"
Ieri sera eravamo veramente pochi, ma veramente buoni!
L'esperimento è riuscito molto bene, il numero limitato ci ha permesso di chiacchierare tranquillamente senza fare 'gruppetti' tipici dei 'grandi' raduni.
Io ero l'unico che conosceva tutti, in compenso, gli altri non hanno avuto difficoltà a colloquiare in modo gradevole.
Mary ha portato con se i suoi pargoletti
che, non avendoli visti da capodanno, ho trovato decisamente cresciuti e, a quanto mi è parso, non hanno sofferto troppo dell'assenza di coetanei.
Per entrare nel merito della questione, abbiamo consumato giusto una cena frugale: nell'attesa di Mary ci siamo intrattenuti con vari stuzzichini salati, noccioline, patatine, prosciutto e melone, ecc., ecc.
Poi abbiamo dato soddisfazione al nostro palato con un raffinato piatto di penne, carciofini, tonno e limone, per finire con una bella macedonia che sembrava aspettasse proprio noi!
Al termine della serata, il commento generale può essere riassunto con l'eloquente locuzione tipica dell'idioma capitolino: "la poi rifà!".
Stante l'incerta etimologia della locuzione stessa, al fine di approfondirne il significato più intrinseco senza cadere in interpretazioni superficiali che mal interpreterebbero la profondità del pensiero che ne è alla base, forse è il caso di indire un simposio tra esperti dal titolo:
"Ahò, che dite, la rifamo?"
A voi l'ardua sentenza!
.......... 
)
Serata bellissima, purtroppo sono stata abbastanza associale con quei due che avranno passato la serata in bagno (segno che piace loro il posto! 
) e me scuso. Sono contenta di vedere che l'avventura del bar stia andando bene.
