E dunque! Primo giro “vero” con la moto…di seguito più o meno vi racconto come è andata!
Dopo 5000 km di autostrade, strade di città, e ben poche curve sul lago maggiore, decido che è ora di darsi da fare per imparare a guidare la moto…
Partenza da Milano (casa mia!) il 30 luglio e arrivo a Alleghe, dove i miei nonni hanno affittato un appartamento come tutti gli anni. Detta cosi è allucinante…in realtà il giro è stato diviso in più giorni, visto che gli altri miei nonni hanno una casa in un paesino vicino a Madonna di Campiglio!
Primo giorno: trasferimento da Milano, a Carisolo (il paesino che vi dicevo
Percorso: A4 fino a brescia ovest, poi SS237 del Caffaro e altre statali fino all’arrivo.
Com’è andata: mah.
Pronti via, mi sento un leone, pronto a fare faville…
e infatti alla prima curva, nonostante io vada piuttosto piano, arrivo lungo, e rischio di stamparmi sul guard-rail.
“Bene” penso “ora che ho rischiato la vita perché sono un idiota, posso anche andare piano”.
Quindi continuo ad andare cauto, visti i precedenti. Dopo Tione, una macchina decide all’ultimo secondo di svoltare a sinistra in una strada secondaria. Io vedo che frena, e, a dir la verità, mi accorgo di essere un po’ troppo vicino…risultato: il freno anteriore fa il suo lavoro, ma sento la gomma davanti che “saltella” due o tre volte…bene! Per fortuna che le gomme sono nuove (200km Parentesi. Sono, notoriamente, un ragazzo prudente.
Finalmente riesco ad arrivare a Carisolo, dove i miei nonni sono felici di vedermi, e parcheggio la moto in box. Guardo le gomme, e scopro che l’elefantino è un miraggio. “Ma come caspita fanno?”
Secondo giorno: visto che non lavoro, ho tutto il tempo di perdere tempo…quindi mi limito a un “minigiro” fino al rifugio Nambrone e poi al Cornisello, in fondo alla Val Nambrone…peraltro giro fatto tutto a 20 km/h vista la pessima condizione dell’asfalto. Ma sono molto legato a quei posti, e andarci in moto mi sembra quasi un sogno!
In Val Nambrone...

...e al rifugio Cornisello, con vista sul gruppo delle Dolomiti di Brenta.

Terzo giorno: inizia il giro vero e proprio.
Brevemente l’itinerario: Carisolo, Dimaro, Cles, MezzoCorona, Ora, Cavalese, Predazzo, Moena, Canazei…e qui inizia il bello. Oggi tocca al Passo di Fedaia…e poi arrivo a Alleghe.
Com’è andata: decisamente meglio!
Esattamente nel momento stesso in cui ho pensato: “non riuscirò a chiudere le gomme, e, tutto sommato, chissenefrega, l’importante è che mi diverta, senza prendere rischi inutili.”, l’elefantino si è avvicinato un po’ di più!
Ho iniziato a capire le curve, la piega, il gas…tutte cose poco importanti, eh! La strada praticamente sempre in perfette condizioni, soprattutto sul Fedaia…uno spettacolo. Inizio a prendere confidenza con la moto, a capire come si comporta, a “sentirla”, e soprattutto, a “guidarla”. Faccio un po’ fatica, soprattutto in discesa dal Fedaia, ma i tornanti mi aiutano a imparare un sacco di cose…Tralascio poi la parte naturalistica del giro: paesaggi da togliere il fiato…e le Dolomiti sono le montagne più belle del mondo! Foto sul Fedaia...

...e con il ghiacciaio della Marmolada

Giorno quattro: altro giorno da “perditempo”…e quindi, su consiglio del nonno, mi faccio il Passo (o forcella) Staulanza, tornando indietro per Colle Santa Lucia, fermandomi ad ammirare il paesaggio ma senza provare cose “particolari”…mi concentro sempre sulla guida, per far diventare automatismi movimenti che certo non lo sono!
Panoramica sul lago di Alleghe..

...e andando sullo Staulanza

Com’è andata: potremmo chiamarlo il giorno della svolta. Sentendomi più sicuro, inizio a piegare un po’ di più, andando un po’ più forte. Ma l’episodio che ha cambiato la storia del giro, è avvenuto a circa una decina di km dal Passo di Falzàrego (quindi appena iniziato il tragitto di giornata), in località Cernadoi: incontro un piccolo gruppo di gente col Bmw (credo fossero delle F650GS) che proviene dal Pordoi…e penso: “Adesso provo a stargli dietro, poi vediamo, se rischio di morire, lascio perdere.” . L’inizio è stato abbastanza traumatico: nelle curve e nei tornanti sembrava non frenassero mai, e la velocità era (non molto, ma) superiore a quella che avrei tenuto io…d’altra parte mi sono detto: “Ma perché lui dovrebbe riuscire a piegare cosi tanto e io no?” e quindi ho insistito…e sul Falzàrego siamo arrivati insieme!! E da metà percorso in poi non facevo nemmeno fatica a stargli dietro!!
Poi loro hanno proseguito subito, mentre io mi sono fermato a scattare due foto…oltre che a riprendermi un attimino. Ma in quei 10 km fatti in gruppo mi ero definitivamente sbloccato. La moto mi dava molta più confidenza, la posizione in curva iniziava a essere “automatica”, e il divertimento cresceva esponenzialmente! …e l’elefantino? Gli avevo fatto il pelo alla schiena!!
Sempre proseguendo in mezzo a paesaggi da poster e a curve da Laguna Seca arrivo sul Valparola, passo minore, insieme al Campolongo, che mi proiettano verso il Passo Pordoi. Per chi non lo sapesse, per arrivare al Pordoi ci sono 33 tornanti
Al Pordoi un cappuccino era d’obbligo, due chiacchiere in inglese con un...credo sloveno, che voleva sapere perché il mio CBR aveva i fari separati e il suo no, e poi via verso il Sella! Per la cronaca, a scendere sono “solo” 26 tornanti…in compenso la strada è più stretta e l’asfalto non in perfettissime condizioni, anche se più che buone. Ormai mi divertivo come un matto, finita una curva non vedevo l’ora arrivasse quella dopo, e per mia fortuna non dovevo aspettare molto!! Cercando sempre di migliorarmi, supero il Passo di Sella e scendo “in pianura”, sulla strada che arriva a Bolzano, dove rischio di perdermi
Superato il Passo della Mendola, credo di essere più o meno alla fine del mio giro…quando incontro un cartello che dice “Madonna di Campiglio - 53 km” …alla faccia! Questo vuol dire che ne mancano più o meno 70…sono un po’ stanco, per la verità, ma mi basta aumentare la concentrazione e il divertimento rimane uguale. Anzi, aumenta ancora!
Foto miste...

...mamma mia le Dolomiti...

Non sto qui a farvela lunga: sono arrivato senza problemi a casa. Stanco, ma felice!
Il viaggio di ritorno il giorno dopo è stata routine, e complice anche il traffico allucinante non ho fatto granchè. Infatti sarei tornato volentieri indietro…
Cosi si chiude il mio primo motogiro. Esperienza fantastica, che mi ha aiutato a migliorare tantissimo nella guida. Non ero un manico prima, e non lo sono adesso, e tuttavia…lo sono più di prima! Ma preferisco leggerla in termini di sicurezza: prima era indubbiamente la moto a portare me, adesso sono sicuramente io a portare la moto. E tuttavia, com’è noto, ci sono sempre ampi margini di miglioramento.
Durata totale del giro: 890 km.
Ah caspita, dimenticavo la cosa più importante: l’elefantino!! Vi dico solo…seconda tacca!!
E qui il tragitto fatto...
l'immagine quando riuscirò a caricarla!!
Link a pagina di Maps.google.com





...parecchia!! 




