La Shiver, tra quelle possedute, è sicuramente la moto che mi lascia meno indifferente, quella che, nel bene o nel male, in qualche modo mi fa parlare di lei. Beh, questo non glielo possiamo proprio negare: davanti a lei non si può restare impassibili. Potrei definire il mio un rapporto di amore-odio. Amore per le grandi emozioni che sa restituire ed odio per i suoi tradimenti. MA chi ha carattere spesso sa sorprendere ed alla Shiver sappiamo che questo non manca. Così ieri il nubifragio violento ed improvviso che si è abbattuto sulla nostra zona mi ha colto per strada. La violenza e la rapidità con cui si è manifestato il fenomeno sono state tali da non darmi neppure il tempo di pensare se sia il caso di indossare l'antipioggia che già zuppo l'interrogativo perdeva consistenza. Tuttavia in quel momento non era tanto lo stato dei miei reumatismi a preoccuparmi quanto l'elettronica della moto. Che fare? L'acqua scendeva come se avessero aperto tutte le cateratte del cielo in una volta sola, ma sopratutto le strade si erano trasformate rapidamente in torrenti. Incrociare un'automobile equivaleva ad attraversare una cascata di buona portata idrica, insomma un inferno d'acqua. Fermarsi? E dove? Proseguire? La Schiver non ce la può fare, pensavo. Qualche rapida valutazione mentre le ruote avanzavano nell'acqua alta creando un effetto da sci nautico che faceva cedere definitivamente la tenuta impermeabile degli stivali. Penso - vado avanti, magari è un temporale e troverò condizioni migliori. Ad ogni chilometro in più sul display della moto ringraziavo che non si fosse ancora fermata, ma l'angoscia aumentava constatando che le condizioni meteo, se mai fosse possibile, sembravano peggiorare. La sensazione di scampato pericolo per il metro appena percorso lasciava subito spazio all'angoscia per quello successivo. Un avvicendarsi di sensazioni confuse nel disagio dell'acqua che ormai invadeva ogni parte del mio essere, appesantiva tutti i vestiti, inzuppava gli stivali, colava persino all'interno del casco, infilandosi da chissà quale misterioso orifizio. Poi, quasi senza accorgermene, ecco apparire, confuso tra la pioggia, il cancello del mio garage. Più che la felicità di essere arrivato prevale lo stupore per essere giunto alla meta senza problemi. La Shiver ha retto ad una difficile prova dell'acqua passando accanto agli sguardi stupiti di alcuni automobilisti in panne con le loro vetture, come quando attraversando il sottopasso allagato i piedi sulle pedivelle l'acqua investiva la moto fino alla sella. Beffardo appare che sotto questo diluvio non si sia neppure appannato il display che normalmente sparisce dietro la condensa dopo poche gocce di pioggia. E' incredibile come questa moto sappia sempre sorprenderti, facendo rimbalzare tumultuosamente i sentimenti, appunto, tra amore e odio. Questa volta non può che essere amore e gratitudine allo stato puro.














maledetto ghiaino 