Moto
Cosa significa Enduro?
Scritto da Barone - Pubblicato 09/09/2006 09:06
Significato del termine Enduro, com'è nata la disciplina, caratteristiche delle moto e competizioni

“Enduro” deriva dall’inglese endurance che significa resistenza, in ambito motociclistico con questo termine viene identificata una disciplina sportiva e una tipologia di moto adatta a praticarla. La parola nacque intorno alla metà degli anni ’70 quando Yamaha produsse un monocilindrico poliedrico che si adattava sia a percorrenze su strada sia a sterrati medio/impegnativi, la moto riuniva in sé caratteristiche tipiche dei cross di allora e qualità che le permettevano di viaggiare comodamente su strade asfaltate; nasceva “l’enduro”: la Yamaha XT 500 nel 1976.

Il vero successo per queste moto arrivò più tardi, agli inizi degli anni ’80 e fu un vero e proprio boom in Europa, piacevano per la loro versatilità di utilizzo: si poteva viaggiare comodamente in due su strada e divertirsi in off. Intanto Yamaha produceva già la terza generazione dell’XT e anche altre case come Honda e BMW si interessarono al segmento realizzando enduro monocilindrici della serie XL la prima e GS la seconda. Sono di quegli anni i primi successi di queste moto in competizioni come la Parigi-Dakar: il francese Cyril Neveu vinse le prime due edizioni proprio con un XT 500.

La filosofia ispiratrice era quella di produrre moto monocilindriche, in genere quattro tempi, dai pesi contenuti, con sospensioni da cross all’anteriore e mono ammortizzatore al posteriore, munite di un impianto elettrico completo con luci e clacson in modo da rispettare il Codice della Strada e poter circolare su strade e sentieri aperti al traffico. La presenza dell’impianto elettrico era ed è una delle più evidenti dissomiglianze tra gli enduro e le moto da cross, queste ultime prevedono il solo avvolgimento ad alta tensione per l’accensione e non hanno la linea di bassa tensione necessaria alle luci, questa linea che invece è presente nelle moto enduro necessita di un rotore esterno che essendo inutile nelle competizioni cross viene eliminato perché produce effetti volanici che influiscono negativamente sull’accelerazione. Altre differenze le troviamo nei rapporti: le cross avevano ed hanno marce di tipo “ravvicinato” spaziate ad intervalli regolari con la prima lunga, invece le enduro hanno rapporti “distanziati” tra loro con una prima corta e distante dalla seconda ma ravvicinata alla terza mentre una quarta e una quinta molto lunghe e distanziate per le percorrenze stradali. La doppia faccia on-off delle enduro è presente anche nei pneumatici: ruote che sono un compromesso per itinerari tra asfalto e sterrato con profili non esageratamente tassellati che permettono una buona aderenza su strada.

A metà degli anni ’80 un nuovo filone stava prendendo piede: quello delle grosse enduro bicilindriche . Tra i capostipiti di questo movimento troviamo moto come l’Honda XLV 750 e successivamente le prime versioni della Honda Transalp. Queste due ruote avevano la caratteristica di privilegiare l’aspetto turistico su quello enduristico: più adatte alle lunghe percorrenze autostradali piuttosto che a sporcarsi nel fango, motori bicilindrici potenti più fruibili su strada che in off, presenza di carenature e cupolini che iniziavano a comparire per proteggere i passeggeri dall’aria.
E’ questo il filone che lentamente conduce al segmento delle enduro stradali tanto in voga oggi: moto da strada di grossa cilindrata dall’impostazione di guida enduristica: baricentro alto e busto dritto, moto “facili” che permettono di divertirsi tra le curve e nei percorsi misti ma che poco hanno a che vedere con i modelli che ispirarono la categoria, le enduro stradali montano infatti sospensioni che privilegiano il confort e la tenuta di strada, grandi carenature avvolgenti e ruote a razze in lega inadatte al fuoristrada.

Oggi si ha una divisione netta nel panorama delle enduro: da una parte si sviluppano moto “cattive” votate agli sterrati, al fango, alle pendenze più impervie e alle competizioni ma comunque omologate per viaggiare su strada, in questo segmento la fanno da padrona case come Ktm e Husqvarna; dall’altra parte si ha il filone delle enduro stradali dove ogni casa ha ormai il suo modello di punta.

Si dice che sia rimasto un segmento vuoto, un posto che prima occupava una moto tanto rimpianta da molti che l’hanno posseduta ma che non viene più prodotta: l’Africa Twin della Honda, uscita con la sua prima versione nel 1987 e rimasta in listino per quindici anni ma sempre aggiornata, si collocava a metà tra moto dedicate completamente all’off ed enduro più soft. Una grossa bicilindrica il cui ambiente naturale era ed ancora è il deserto, secondo alcuni la sola che abbia davvero centrato la “filosofia dell’enduro”.


Competizioni enduro in Italia

Le competizioni prevedono delle prove cronometrate di percorrenza su fondi sterrati di vario genere (ghiaia, mulattiere, torrenti, fango) e in parte anche asfaltati, aperti al traffico e soggetti al Codice della Strada.
Il percorso di gara viene suddiviso in tratti e la classifica stilata in base alla somma dei tempi parziali di percorrenza di ciascun tratto, la suddivisione in parti e la scelta del tracciato viene fatta dall’ente che organizza l’evento, solitamente un motoclub. Di norma la partenza avviene a batterie di tre concorrenti per volta. La moto deve rispettare le leggi del Codice della Strada in merito ad emissioni inquinanti, rumorosità, dispositivi luminosi ed acustici, deve inoltre avere un cavalletto in grado di sorreggerla. Il concorrente ha l’obbligo di possedere la patente di guida relativa alla moto che conduce e deve essere coperto da assicurazione.

 

Commenti degli Utenti (totali: 8)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: SuperCazzola il 10-09-2006 08:50
Articolo interessante, direi voto massimo.
Oggi le enduro vere sono vicine ai cross, le enduro stradali sono tutta un'altra cosa.
Reputo quest'ultima categoria la migliore per l'utilizzo di moto che faccio io, versatili, facili e robuste: ne sono insigni esempi le attuali Transalp e KLE, che mantengono ruote "tassellate" e vanno fuoristrada, non certo per fare enduro vero. Tuttavia, quanto tempo resisteranno ancora? Le proposte attuali hanno tutte ruote stradali e una parvenza di carenatura da enduro: ad esempio la KLE forse sarà sostituita dalla Versys, che è decisamente stradale.
Commento di: crashd il 11-09-2006 09:32
articolo bellissimo!
Commento di: Dulack il 12-09-2006 01:51
ottima idea... anche perchè fino adesso sapevo cosa voleva dire enduro ma non in questo modo...
Commento di: anto965 il 13-09-2006 11:49
Grazie per questo bell'articolo! Il mio parere varrà poco, essendo ignorante in materia... però queste righe sono davvero utili a una come me che si sta avvicinando adesso a questa bellissima disciplina!
Commento di: gio1960 il 14-09-2006 10:45
Secondo me si è persa per "strada" la vera moto da enduro, nel senso "nostrano", lontano dai deserti ma vicino a qualche sterrato, un sottobosco o una mulattiera. Moto non troppo pesanti e che perdonano il portafoglio in caso di scivolata!!
Sono rimasto alle moto degli anni 80, le uniche veramente dual: infatti ho ancora la mitica XT550!
L'articolo è di ottima fattura: bravo ti sei meritato 5/5.
Ciao Gio
Cosa c'era prima dell'Enduro?
Commento di: de_corsa il 22-09-2006 10:34
Ottimo articolo, complimenti.

C'è però da aggiungere, anzi da premettere, che la definizione di "enduro" in Italia è andata via via a sovrapporsi al pregresso termine "regolarità" che indicava effettivamente le moto derivate direttamente dal cross e messe in regola col Codice Stradale per affrontare tale disciplina.

Quando i due termini sono stati, per un breve periodo, utilizzati entrambi, "regolarità" individuava i modelli da competizione mentre "enduro" identificava invece le moto (per lo più a 4T ma non solo) maggiormente stradalizzate ed adatte anche al turismo, con gomme meno tassellate e freno anteriore più potente.

Successivamente il termine "enduro" ha prevalso sul vecchio "regolarità" ma necessitando dell'aggiunta di "competizione" quando voleva indicare i modelli più sportivi!

E, a voler scavare maggiormente nella storia, le enduro (stradali) propriamente dette derivano da quelle che venivano definite "scrambler" nate per il mercato statunitense adattando al fuoristrada dei modelli stradali: cominciò la Triumph nel 1970 e fu subito seguita dalla Ducati con la celeberrima serie Scrambler e poi dall'Harley Davidson con i suoi indistruttibili modelli a 2tempi.

Riassumendo in ordine temporale:

Regolarità: definiva le moto destinate all'omonima disciplina sportiva, poi denominata "enduro" (1968: Ancillotti, Sachs, ecc.)

Scrambler: (lett.: arrampicatore, scalatore) moto inizialmente derivate da telai stradali (Triumph 250/650 1970) o da telai appositamente studiati (Ducati 250/350/450 1970 - Harley Davidson 125/175/250 1976).
Create ed utilizzate inizialmente in gare per la prima volta denominate di "Enduro" corse principalmente nei deserti del New Mexico.

Enduro: (Puch 125/175 1972, ecc.) mediato dalle omonime gare, il termine ha finito poi per identificare sia le più stradali "scrambler" che le più estreme "regolarità" nate per le competizioni, creando, per la verità, un pò di confusione e necessitando quindi di sigle e aggiunte ben precise che permettessero di identificare senza dubbi il settore elettivo di ogni singolo modello.
Alcune sigle e altre aggiunte al termine "enduro":
- Competizione: (Italia)
- GS: (Germania) acr. Gelande Sport
- RC: (Italia) acr. Regolarità Competizione
- WR: (Giappone) acr. Wide Ratio = Rapporti Spaziati
- ecc..

Da notare che col rilancio da parte delle Yamaha (XT500 1976) del settore delle scrambler (ovvero dell'enduro più stradale), nel fuoristrada sono comparse le sigle contenenti la lettera "X" che per gli americani andava letta quale ideogramma rappresentante il termine "cross" (lett.: croce) che per estensione indicava i modelli fuoristrada, inizialmente denominati Cross Country, da cui la sigla MX = Moto Cross (Country)

Ogni marca ha poi creato delle sigle contenenti la lettera X intesa comunque come indicativa per un modello da fuoristrada, esempi:
- XT: Trial (lett.: prova, percorso)
- XR: Racing
- KX: Kawasaki
- ecc.

Con l'epopea delle gare desertiche extra-americane si sono poi cominciati ad utilizzare termini di località africane divenute indicative di tali competizioni (Dakar, Ténéré, Djebel, ecc.) che identificavano in genere modelli enduro dotati di cupolino e serbatoio maggiorati.
Commento di: dacc il 23-09-2006 22:15
Articolo perfetto (interessante, completo, conciso, ben scritto). Complimenti
Commento di: simoneparca il 20-07-2009 17:45
Mi permetto di aggiungere una nota: Viene citata solo l'Africa Twin come moto che ha centrato davvero la vera filosofia di enduro, ma visto che siamo italiani mi sembra anche giusto citare Gilera RC600, una moto bellissima che non ha mai avuto il successo che meritava, forse per i problemi di affidabilità e qualche altro difettuccio... un ritratto degli italiani.