Un test drive autunnale della Versys 1000 (a km xero) davvero imprevisto...

Due settimane fa, una gentile signora mi ha travolto passando con il semaforo rosso.
Nulla di grave, me la sono cavata con qualche ematoma, ma la mia ducatina Mostro no, purtroppo.
Così l'ho portata dal meccanico di fiducia, che è un Ducati Point nonché concessionario Kawasaki.

In vista della liquidazione del danno ho pensato anche di cambiare moto e quindi ecco offertami l'occasione di provare la Versys 1000.
Premetto che ho avuto la Versys 650 per due anni e il suo bicilindrico non mi dispiaceva affatto, ero quindi curioso di scoprirla nella versione che in molti estimatori della vecchia, col "faro a fungo", avevamo auspicato venisse realizzata. Quindi ecco: una volta in sella alla sua sorellona maggiore colpisce subito l'imponenza del ponte di comando, cerco il nottolino per avviarla e scopro che sta laggiù verso le forche.

Accesa fa sentire un bel vocione anche con il suo scarico originale che, a dire il vero, a me proprio non piace, mi chiedo quindi che meraviglia di suono potrebbe emettere una volta montato l'Akrapovic dedicato. Innesto la prima e do un po' di gas, giusto per capire il carattere: trattabile, si va ed è subito una strada sterrata, ma nessun problema con i pneumatici Scorpion Trail di serie.

Sulla statale gli innesti precisi del cambio e la fluidità d'erogazione portano la moto a viaggiare in un istante ad 80-90 Km/h e sembra di stare fermi. La frenata è potente e ben modulata anche al posteriore dove la sorellina peccava alquanto. Le curve si fanno con lievi pressioni sulle pedane e nelle rotonde si pennellano sinuose, sia in velocità che in tutta calma, del resto il motore è pronto a riprendersi dai bassi in modo sorprendente per un quattro cilindri.

L'assetto è di una comodità estrema si sta come su una poltrona, gambe e braccia rilassatissime, pedane centrate, sospensioni che assorbono tutto senza far sentire nulla lungo la schiena. Sul bagnato e sullo sterrato si sente l'azione dell'ABS e del controllo di trazione a correggere quando la guida si fa un po' troppo nervosa, però la sensazione derivante dalla neutralizzazione di questi piccoli eccessi se da una parte aggiunge sicurezza, dall'altra toglie adrenalina e piacere di scoprire i limiti delle doti dinamiche del mezzo.

Un bel rettilineo e posso saggiare anche l'allungo: infinito, si sente tutta la cavalleria salendo di giri, la progressione è fluida, svela il carattere di grande viaggiatrice divoratrice di autostrade, qui la protezione dall'aria del parabrezza è più apprezzabile, tanto che la temperatura esterna intorno ai 6 gradi non si percepisce nemmeno (sono alto 1 metro e 76). Sono sulla strada del ritorno dal mio breve giro, certo con una moto simile non ci si stanca nemmeno dopo 300 Km di fila e tragitti medio o corto raggio sono passeggiate in perfetto relax.

In conclusione: una moto potente, davvero tuttofare e versatile, facilissima, agile nonostante il peso, dal motore quasi elettrico, indicata per chi vuole fare turismo a medio-largo raggio senza stancarsi e senza stancare il passeggero che ha a sua disposizione una seduta ampia e confortevole. Consigliata a chi cerca una moto con le caratteristiche di endurona stradale in grado di fare qualche strada bianca senza velleità e per un utilizzo quotidiano, tutte le stagioni, tranquillo e sereno.