Moto
Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo... riflessioni sulla sicurezza
Scritto da corrifiero - Pubblicato 16/06/2008 23:14
Una riflessione a 360 gradi sui pregi e sui difetti della sicurezza nelle due ruote.

La sicurezza non è un optional, ma nemmeno la prudenza...

Chi vi scrive è un motociclista, un ragazzo di 21 anni con una grande passione per questo mezzo magico quale la moto.
Il motivo di questo intervento è un motivo di riflessione che sorge spontaneo, osservando tutto ciò che ruota intorno a questo mondo.

Ma perdonatemi, sono uno studente di Filosofia...è nella nostra natura analizzare i problemi con sguardo razionale e critico...

Business e comportamento inanzi tutto.
Premetto che in 5 anni di moto ho visto gente ridursi male e ho percepito la sofferenza che si legge nello sguardo di un ragazzo pieno di sangue, con una ferita al capo dopo un banale incidente. Si, banale perché basta una sciocchezza per farsi male.

“La sicurezza prima di tutto; La sicurezza non è un optional!!! tuonano minacciosi giornali e tabloid locali. Nulla di più vero.

Ormai il concetto di sicurezza passiva si è tramutato in un comportamento attivo: sempre più gente compra materiale tecnico quali para schiena, giacche in pelle con protezioni, stivali, guanti e quant'altro.....
I costruttori di pneumatici offrono prodotti ad alta tenuta con prestazioni fino a qualche anno fa riservate alle gomme da gara...

Ma in tutto questo c'è un lato negativo che spesso e volentieri viene trascurato: ci sentiamo fin troppo protetti e sicuri.
Quello che manca davvero è la prudenza.
Non possiamo nasconderci dietro questi alibi.
Quanti motociclisti usano questi prodotti per spingere il loro limite un po' più in là o semplicemente prestano meno attenzione alla strada sentendosi inconsciamente protetti da una tuta in pelle e da una gomma ad alta tenuta.

Quanto perbenismo circola ora mai nell'ambiente.

Sfogliando le pagine ingiallite di qualche mensile di 30 anni fa e parlando con motociclisti di vecchio stampo, noto un maggior senso di sicurezza, forse dovuto alla precaria stabilità dei mezzi di allora. Ho come l'impressione che i nostri “nonni” avessero sempre in mente cosa volesse dire prudenza; forse dovuto ad una moralità ed un rispetto maggiore rispetto alle persone a loro care e al loro concetto di padre di famiglia.
Non me lo so spiegare, ma resta il fatto che ci stiamo lasciando cullare, anche troppo.

In ultima analisi non potrei non rivolgere lo sguardo ai prezzi di molti capi di abbigliamento a mio avviso davvero ingiustificati.
Ma d'altronde oggi giorno tutto è business..

Mattia Calvo
 

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Re: Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo
Commento di: disabitato il 16-06-2008 23:41
mi trovi d'accordo con te.

la prudenza non è data da ciò che indossi, bensì dalla tua testa.
le protezioni passive servono solo nel caso di incidente occasionale, mentre l'unica protezione attiva che abbiamo è il cervello.

ciao
Re: Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo
Commento di: savanino il 17-06-2008 00:00
Ciao Mattia! Ciao a tutti!
In questo post hai toccato diversi argomenti e cercherò di rispondere a tutto. Io personalmente non conosco nessun "nonno" che abbia la moto da chissà quanto, però non penso che tutti si fosse prima prudenti e ora invece tutti spericolati. Ci saranno state delle teste calde molti anni fa, come ci sono adesso.
Magari è pure vero che si sentono dire delle cose in giro che verrebbe da lasciar la moto a casa e fare un giro in auto.
Per quanto ne so io, l' importante è star sempre con la testa sulle spalle. Finora, con la mia Er5 non sono mai andato oltre i 140 km/h e di solito non supero i 100Km/h, ma è tutto relativo considerato che in città è già una velocità alta.
Da qualche parte avevo letto della paradossalità delle protezione passive. Servono a protoggere dagli urti, però se si indossano le protezioni ci si sente più protetti e si va più veloci. E allora? Bisognerebbe limitare l' uso delle protezioni? Ovviamente no.
Purtroppo non penso bastino nè le protezioni, nè la prudenza, nè il rispetto del Cds. Di certo se tutti si andasse piano e in modo "sano" si starebbe tutti più tranquilli. Ma la testa calda capita sempre. E allora? Secondo me si dovrebbe cercare di sensibilizzare chi guida le auto, e gli altri mezzi con più ruote. Sento sempre dire che all' estero i motociclisti vengono trattati in maniera completamente diversa. Quì da noi, non si capisce dove si debba stare per non creare disagio, ma sopratutto per non essere tamponati. Nella corsia di sorpasso c' è gente che guida tranquillamente come fosse nella corsia di marcia. Nella corsi di marcia c' è chi va davvero piano, purtroppo mi capita che per non farmi prendere dal panico, preferisco superare tutti da destra, dalla corsia preferenziale e almeno evito di stare in coda con chi corre in corsia d' accelerazione, senza rispettare minimamente le distanze di sicurezza. So perfettamente che rischio di più nella corsia d' emergenza, ma infatti è una cosa che odio fare e certe volte davvero arrivo a destinazione con un senso di amarezza difficile d' accettare. Insomma perchè guidare deve essere così snervante?
Sicuramente si dovrebbe proporre un cambiamento a partire dalle scuole che danno la patente. (non scuole che insegnano a guidare, che è ben diverso). Per il resto, la legge che vige attualmente è si salvi chi può, no?
Re: Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo
Commento di: michele_90 il 17-06-2008 12:16
Ciao Mattia!
Complimenti per il taglio dell'articolo moltl formale e oggettivo. Comunque se queste ammonizioni restano scritte sulla pagina di un forum serviranno a ben poco, ma l'essere umano è fatto così: fin che non capita qualcosa che lo obblighi a mutare il suo comportamento sarà molto difficile farglielo cambiare prima!
risposta ai commenti
Commento di: CorriFiero il 17-06-2008 13:09
Inanzi tutto ringrazio con affetto i vostri commenti, le vostre critiche e la discussione che è partita con una buona dose di razionalità e serenità.
Speravo che qualcuno si accorgesse del taglio formale e il più possibile oggettivo che ho voluto dare al pezzo.

Rispondo subito a “Savanino”: non ho detto che le protezioni passive non servano a nulla; infatti ho scritto che ben vengano le innovazioni tecnologiche e la possibilità di ridurre i traumi post cadute.

Ma ho tenuto a sottolineare che dobbiamo conoscere noi stessi, tenere a freno le nostre pulsioni.
Un esempio sulla mia persona: un mese fa ho sostituito il treno di gomme al mio mezzo. Avrei potuto montare dei pneumatici ad alta tenuta, ma ho optato per una soluzione turistica. In questo modo so che la mia Z750 in curva tiene di meno per via della mescola dura e vado già piano di mio.... è una questione di testa ed ognuno dovrebbe rimediare come meglio riesce..

Per i “nonni” motorizzati..si ne ho conosciuti parecchi...dai più bizzarri anzianotti che girano in vespa a quelli più sprint sulle vecchi glorie anni 70..e in ognuno di loro ho trovato una serenità maggiore nell'approcciarsi al mezzo...
Forse la passione per le due ruote c'è l'ho nel DNA: avevo mio bisnonno, che a cavallo fra la prima e la seconda guerra mondiale girava in Guzzi e MV Agusta..un vero pregio se si pensa il periodo storico....

Spero possa essere stato chiaro ed esaustivo nel rispondere ai vostri commenti.
Re: risposta ai commenti
Commento di: savanino il 17-06-2008 14:02
Io non penso affatto che sia inutili le protezioni passive. Solo che magari ci si sente più sicuri sapendo che addosso abbiamo il meglio che è stato progettato finora e ciò da la sensazione di essere meno esposti a rischi. Ovvio che la tecnologia aiuta a stare più sicuri, ma ci sarà sempre il duplice aspetto: più ci si sente protetti più si è spericolati (forse), quindi più si va veloce e più ci si espone. Di certo siamo tutti d' accordo che la prudenza e l' uso della TESTA è la condizione che ci può far girare in serenità.
Re: Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo
Commento di: Sommeiller1 il 17-06-2008 19:54
Capisco (e condivido) la tua amarezza, ma non demonizzerei la diffusione sempre crescente dei capi tecnici, anche se le tue perplessità sui costi delle protezioni sono pure le mie. Mi spiego meglio: rispetto, ad esempio, alle moto di trent'anni fa, a cui tu facevi cenno, la potenza dei mezzi a due ruote - a parità di cilindrata - è enormemente cresciuta. Morale della storia: ben vengano paraschiena e affini, anche sulle piccole cilindrate, anche nella guida in città. Dove in Italia siamo ancora assai carenti - e pure qui, Mattia, hai pienamente ragione - è a livello di educazione. Ma attenzione: non mi riferisco solo a quella stradale...
risposte ai commenti
Commento di: CorriFiero il 17-06-2008 23:27
Non mi si fraintenda, non demonizzo le protezioni, anzi, ben vengano...

La mia filessione era puramente a livello psicologico: secondo me tendiamo a sentirci troppo protetti e questo ci fa mollare un pò i freni inibitori.....tutto quà...
Le potenze aumentano e al posto di essere piu prudenti....le assicurazioni sulle moto sono aumentate fino al 20%(caso della mia compagnia assicurativa che non voglio dire il nome...), segno che gli incidenti non diminuiscono.....

Inoltre mi trovi perfettamente d'accordo sulla tua analisi dell'educazione in città all'evitare di vestirsi un minimo protetti...perchè sia ben chiaro non basta il casco...
La maggior parte degli incidenti avviene appunto nelle città...un'auto che ad un incrocio ci taglia la strada e per noi è un volo assicurato se urtiamo il veicolo...allora ben vengano le protezioni e i paraschiena di ultima generazione...e pure i giubbini airbag...

Perchè credetemi, la sofferenza di un coetaneo su un letto di ospedale ti fa riflettere sul valore vero della vita....e non ha prezzo..non dimentichiamolo mai.

mattia calvo
Commento di: pierluigi2 il 19-06-2008 23:16
E' ovvio che la prudenza sia tanto più necessaria quanto più l'attività che affronto comporta dei rischi, come è altrettanto ovvio che allo stesso modo sia tanto più necessario proteggermi quanto più ecc.ecc.
Ma d'altra parte è anche evidente che se io sono maggiormente protetto posso affrontare qualche rischio in più. Esempio: se fossi un alpinista e non fossi attrezzato e in buona compagnia non affronterei una scalata difficile ma mi accontenterei di una trekking panoramico; l'avere una buona assicurazione (con le corde e moschettoni, non con Assitalia!) mi permetterebbe per contro di affrontare con maggiore confidenza una parete impegnativa - cioè di rischiare qualcosa in più.
La domanda che però a questo punto mi faccio è: cosa determina il rischio nell'andare in moto?
Il principale rischio, ineliminabile, è legato all'intrinseca instabilità del mezzo (in moto cadi, in auto no!) ed è l'unico elemento sul quale non posso intervenire in maniera radicale - per quanto le innovazioni tecnologiche tipo ABS ASC etc e il progresso costruttivo contribuiscano a ridurre l'instabilità intrinseca, quanto meno in alcune condizioni.
Parte del rischio dipende dagli altri (l'auto che ti taglia la strada, la manutenzione stradale inadeguata, i guardrail ghigliottina) mentre il resto me lo vado a cercare: velocità, manovre azzardate, disattenzione ...
Quindi, tornando indietro: essere maggiormente protetto mi fa sentire più sicuro al punto da potermi permettere dei comportamenti non ortodossi? Portando all'estremo questa linea di pensiero, girando senza casco sarei più prudente? Forse sì, ma se per disgrazia cadessi avrei un'altissima probabilità di farmi male seriamente. Personalmente considero le protezioni impagabili. Certo che mi danno più sicurezza: quel tanto che basta per farmi sentire più sereno, più concentrato, meno nervoso e pauroso, tutte cose che alla fine migliorano il mio "stile di guida". Rispettando gli altri.
Che poi su queste cose ci sia gente che specula, purtroppo è vero (vale anche per i caschi)(ma girando e con un po' di pazienza si possono fare acquisti oculati).
Commento di: savanino il 20-06-2008 13:49
Mi viene da pensare che il motto dovrebbe essere: Ok alle protezioni, ma guida come non le avessi...
Commento di: pallinoRE il 20-06-2008 04:25
Sinceramente , da ex possessore di R1 2000 e CBR 1000 2006 mi chiedo anche perche' vengano venduti per utilizzo su strada dei mezzi che in strada ormai non possono TECNICAMENTE circolare.

Con la mia moto da 170 cv piu di una volta mi sono trovato in condizioni di rischio, indotte e non dalla mia imprudenza.

E sapete perche' sono ancora qua che scrivo tutto intero?
Perche' la moto l'ho venduta (purtroppo sigh) per venire a lavorare all'estero.

PS quanti tingavertiani scriveranno dall'estero?mah...io risiedo in CINA... qui le moto...argh....

Comunque per concludere:

La testa sappiamo tutti benissimo che non basta, ci vuole anche un bel C**O.
Si puo aprire un dibattito infinito sulla limitazione di potenza, ma vi assicuro che se siete in sella ad una bestia da 170 cv e pensate un attimo "adeso mi rilasso, mi sistemo i guanti ecc" proprio in quel momento guardate il contachilometri.

Vi sfido a leggere meno di 90 Km/h.
Re: Ci stiamo lasciando cullare, anche troppo...
Commento di: mrCELOFaN il 21-06-2008 16:52
Ma che perbenismo... Innanzitutto io non considero "motociclisti" quelli che guidano senza un abbigliamento adeguato. Proteggersi può voler dire risparmiarsi 1 mese di crostoni e sbucciature, come è successo a me, per una stupida scivolata. Ricorda che sentirsi più sicuri è una delle componenti basilari per guidare in maniera efficace ed attenta.

Comunque non è nemmeno la prudenza quella che manca. Quante volte abbiamo sentito di ragazzi prudenti ma centrati dall'auto distratta di turno..?

Ciò che manca piuttosto, è una adeguata preparazione del motociclista a valutare la pericolosità delle strade che percorre e delle situazioni di rischio in cui si trova.
Servirebbe più "cultura" alla guida. Avete mai letto quali sono le probabili cause di un incidente in un libro da "autoscuola"?? Io no..... L'esperienza aiuta in questo senso ma purtroppo quella non si vende.

Concludendo, non penso ci sia un nesso tra la sicurezza aggiuntiva garantita da protezioni (e gomme performanti) con la guida pericolosa tenuta da certi motociclisti. A questo punto diamo la colpa alle case costruttrici che fanno moto da 300km/h che è più sensato non credi..?

Piccola nota: le protezioni hanno un costo elevato perché rappresentano un mercato di nicchia e, detto superficialmente, il profitto che le aziende devono necessariamente ricavare è ripartito su molti meno pezzi.
non credo sia proprio così....
Commento di: CorriFiero il 22-06-2008 12:32
non credo si possa dare la colpa alle case costruttrici...
In america si vendono armi e c'è gente che se le compra..c'è gente che ammazza...
analogamente in italia si vendono moto senza limiti di potenza...la colpa di chi è??? della casa costruttrice??non direi visto e considerato che dseguendo il tuo filo argomentativo ci sia ammazza per delle banalità, ergo anche con un cinquantino....

Quello che ho cercato di dire nel mio articolo, e non si tratta di perbenismo, è che mi è sembrato che molta gente col fatto che ci sono piu protezioni e piuinnovazioni tecnologiche abbassa un pò la prudenza sentensosi piu protetta. Col risultato che il livello di rischio è uguale se non maggiore a quello di guidare senza abbigliamento adeguato....

Ultima nota: in Università svolgo seminari e lezioni sull'estetica del viaggio e la filosofia On the Road...leggo qabbastanza libri storici sulla cultura del viaggiare cn mezzi motorizzati....

Ti garantisco che pochi considerano un motociclista solo se si veste in maniera adeguata....
Gli Hell's Angels si vestivano in maniera adeguata??? eppure potremmo definirli piu motociclisti di uno sfigatello vestito fin sopra il b...o del c..lo di pelle e protezioni che usa la moto solo in bella stagione e macina solo 5mila km l'anno.....

Dipende tutto dal metro di guidizio e secondo il mio punto di vista il tuo modo di considerare un motociclista è inadeguato e riduttivo....

scusami se sono schietto e forse un pò irritato ma non si può considerare un motociclista solo dal tipo di abbigliamento adeguato....

mattia
Re: non credo sia proprio così....
Commento di: mrCELOFaN il 22-01-2009 16:09
Purtroppo mi accorgo solo ora della tua risposta e spero tu possa leggere la mia.
Forse dall'alto dei tuoi studi non sei stato in grado di cogliere la mia semplice ironia...

1 - E' assurdo limitare la potenza o la velocità delle moto il mio era un esempio... per assurdo...
Come è inutile incolpare le case produttrici di pneumatici o protezioni per il corpo. Anche un cavatappi è pericoloso a questo punto... potrebbe essere usato addirittura per staccarsi un occhio...!
E' facile cercare al di fuori di noi stessi le colpe degli errori che commettiamo in prima persona.

2 - L'abbigliamento adeguato è il punto di partenza per diventare motociclisti. Uno che gira senza protezioni è stupido (o squattrinato) e sceglie consapevolmente di rischiare di più; per questo non lo considero allineato allo spirito del motociclista moderno. Un discorso è la filosofia del viaggio in moto etc, altra cosa è la vita di tutti i giorni. Vestiamoci adeguatamente, non siamo Hell's Angels.

3 - Sarei curioso di incontrarti e capire che genere di motociclista sei.. Meglio di no vero? Hahahah
Commento di: bingo51 il 22-06-2008 10:35
io sono un vecchio motociclista,in pensione ma ancora praticante (fazer 1000),e questa è la mia opinione,leggendo i vari forum capisco che la maggior parte dei motociclisti è capace solo di premere il pulsante di avvio e poi ci sono quelli che propinano spiegazioni tecniche che hanno letto da qualche parte e le propinano come proprie.
ciao antonio
l'esperienza però è la prima fonte di conoscenza
Commento di: CorriFiero il 22-06-2008 12:37
è interessante il tuo punto di vista....innanzitutto la prima cosa che ognuno di noi deve fare è MACINARE CHILOMETRI...l'esperienza è la prima fonte di cultura su cui ogni buon centauro deve poter attingere per poter esprimere opinioni sempre piu acute e corrette....

I giornali possono essere una buona base di partenza o una buona rifinitura alla propria conoscenza visto e considerato che chi scrive sui mensili è gente preparata che "non sa solo premere il pulsante di accensione"...ma sa macinare fino a 800km al giorno per le prove di durata e sa usare a fondo quasi ogni tipo di mezzo.....

Poi è il lettore che deve recepire il contenuto dell'articolo senza stravisarlo....

Ribadisco, la prima cosa è l'esperienza su strada....

é la strada che ti forma e che ti mette di fornte ai problemi dove sei solo te a doverli risolvere...

Mattia