Moto
L'inserimento in curva
Scritto da vincenzo60 - Pubblicato 17/05/2008 20:11
Miti, teoria e pratica del più motociclistico dei movimenti

Prendendo spunto dagli articoli già pubblicati (primo articolo - secondo articolo), vorrei fare qualche considerazione sul momento forse più delicato della curva, "croce e delizia" dell'andar in moto: l'inserimento.

Sgombriamo prima di tutto il campo da un equivoco: l'obiettivo della manovra non è inclinare la moto, ma quello di passare da una traiettoria rettilinea ad una curvilinea.

La moto è progettata per essere stabile durante una curva, cioè per mantenere (in teoria) una traiettoria curvilinea senza intervento del pilota. Questo è realizzato con opportune geometrie (ruote, gomme, avancorsa, caster et c.). Se prendete un modellino di motocicletta ve ne potete rendere conto facilmente: ad ogni angolo di sterzo corrisponde una traiettoria (ed una inclinazione) ben definita.
Questa geometria fa sì che si formi una forza (sulle gomme) normale alla traiettoria (verso l'interno), che accelera costantemente la moto nel verso desiderato, cioè verso l'INTERNO della curva.

Chiariamo anche una volta per tutte che spostare il corpo non ha alcuna influenza sull'inserimento o la percorrenza della curva, ma solo per compensare l'inclinazione che la moto deve assumere per compensare le forze di inerzia, che manterrebbero la moto in rettilineo (cioè che reagirebbero ad una variazione spingendo verso l'ESTERNO).

La moto però NON è progettata (per fortuna!) per assumere automaticamente l'assetto richiesto per curvare. Esiste naturalmente una manovra che spesso viene usata inconsciamente, e che spero di chiarire in questo articolo.

La manovra si compone di due parti in sequenza:

La prima consiste nel girare il manubrio nella direzione opposta alla curva, il noto "contro-sterzo".
Questa manovra, indipendentemente dalla inclinazione della moto, dalla posizione del baricentro, del pilota et c. et c., tende a inclinare la ruota anteriore (e quindi la moto) nel verso "giusto".
Per i più "tecnici" accenno che questo dipende dal comportamento giroscopico della ruota.
(Moltissimi piloti che usano costantemente questa tecnica in modo assolutamente istintivo sono convinti che serva per "allargare" prima di cominciare la curva!)
Questa manovra (e non lo spostamento del pilota!) sposta all'interno il baricentro totale, ma:

A) modifica la traiettoria solo in modo parziale, perché le ruote sono inclinate, ma la ruota anteriore è in effetti in derapata, cioè spinge verso l'esterno !

B) squilibra la moto che tenderebbe a cadere sotto la spinta della forza (di gravità) verso l'INTERNO.
(faccio notare che la maggior parte degli scooter viene guidato praticamente solo in questo modo, almeno per basse velocità)

Nella seconda parte della manovra il pilota deve riallineare la ruota anteriore sulla la traiettoria impostata (diciamo "contro-contro-sterzo"!), neutralizzando gli sforzi sul manubrio e, se richiesto dalla particolare geometria (in particolare della gomme: quelle moderne "fanno da sole"), spingendo nella direzione della curva.
Così facendo:

C) annulla la derapata, ottenendo un assetto coordinato

D) inserisce la moto nella traiettoria curvilinea, equilibrando istintivamente, con le forze di inerzia (di cui parlavamo sopra), lo sbilanciamento che si era venuto a creare.

Qualunque motociclista conosce istintivamente quella fase "liquida" che si viene a creare tra le due parti della manovra, e che tanta parte ha nel caratterizzare il comportamento di questa o quella moto.

Che poi spostando il corpo all'interno si diminuisca l'inclinazione della moto (fermo restando la posizione del baricentro) è "materia" dell'articolo "curva sostenuta", ma per favore non dite ai crossisti che per girare devono fare al contrario di come tranquillamente fanno tutti i giorni... le loro moto la fisica la sanno!
 

Commenti degli Utenti (totali: 6)
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Commento di: A-Drew il 22-05-2008 10:05
Bell'articolo.. Mi è venuta voglia di andare a farmi un giro!
Già.. peccato che fuori piova..

Il controsterzo è una di quelle cose che ti viene solo con un pò di esperienza e fiducia nella moto.
Eppure una volta imparato immagino ti venga davvero naturale..
Commento di: beerandbike il 22-05-2008 11:24
Non ho capito praticamente niente, a scuola in geometria ero una sega. Comunque la "piega" è il momento più bello dell'andare in moto.
Commento di: Rikki_Ge il 22-05-2008 13:20
Certamente è come tu dici, ma posso assicurarti che io non mi rendo affatto conto di controsterzare.... ma so di altri che compiono volutamente e coscientemente questa operazione.
Sarà che rientro nella categoria degli "allargatori inconsci"...
Commento di: Tegens il 22-05-2008 16:20
ottima guida :)
Commento di: maxpane il 22-05-2008 23:39
Più che di controsterzo, parlerei di pressione (in avanti) sul semimanubrio interno alla curva, forse rende meglio l'idea.
Non dimentichiamoci anche l'importanza della pressione sulle pedane.
Commento di: robertoluc il 03-10-2010 09:51
anche se è un thread "vecchio" voglio aggiungere una domanda riiguardo al topic sperando che qualche "manico" che guida a pieno carico una moto pesante come la mia mi dia qualche "dritta".

guido una due ruote ormai da 30 anni, dopo 20 anni di enduro monocilindrico senza pretese di guida sportiva ora ho appena preso una Bmw R1200 RT e ho cominciato a fare dei giri con "zavorra" insieme a delle altre coppie, roba di 300 km di montagna a giro, abbastanza impegnativi.
Mi sono accorto subito che non sono tanto baldanzoso come speravo nei tornanti (vabbè ho la moto da due mesi e ci ho fatto solo 5000 km totali)
Le tecniche di guida che avevo elaborato nei vent'anni di guida precedente non funzionano più o meglio non tanto bene, questa moto (anche se a guidarla sembra veramente una bicicletta) complice la velocità ed il peso maggiore ci mette un tantinello in più a scendere in piega e ovviamente non posso buttarmi giù all'interno della curva col sedere (l'interfono se la moglie ci urla dentro può diventare molto sgradevole). Molto difficile a quel punto percorrere in velocità una successione di curve strette come molto spesso si trovano nell'appennino vicino al quale vivo.
Morale, sto elaborando uno stile di guida più fluido anche per non dover lavorare troppo di braccia: nella prima fase della curva (controsterzo) faccio scendere la moto oltre che col manubrio anche usando il bacino (un po' come a sciare) disassandomi col corpo dall'asse formato dalla moto che va in piega, solo al momento di riallineare la ruota enteriore al raggio di curva butto giù il corpo in modo che vada in linea con l'asse della moto.
Questo nasce da una constatazione: che nella prima fase della curva (controsterzo) le ruote non devono fare tanto grip sull'asfalto, è nella fase di "riallineamento" della ruota anteriore al raggio di curva che le ruote devono "tenere", ma a quel punto io mi sono già "buttato giù" col corpo.

A me sembra che funzioni molto meglio che all'inizio, magari però è un'impostazione completamente sbagliata, aspetto consigli..

Lamps