Domenica di novembre. Ha piovuto tutto il giorno, tutta la sera ...

... e tutta la notte. Alla una e mezza, la pioggia ha definitivamente spazzato via gli ultimi automobilisti.

Come è bello tornare dal lavoro, bene equipaggiati e non sentirne neanche una goccia.
Come è bello percorrere i viali deserti, vedere i riflessi delle insegne nelle pozzanghere, concedersi poi una trasgressione e imboccare corso Vittorio!

Piazza Duomo, con la sua montagna di marmi gocciolanti, a quest' ora sembra un quadro di De Chirico.
E poi via Torino col pavè rosso tirato a lucido; i viali della circonvallazione scossi dal vento e attraversati da foglie che cadono; e più avanti (no, non è un miraggio) addirittura un baracchino ancora aperto... lo stomaco reclama la sua parte. Come è buono l'hamburger con cipolle nel pane caldissimo! me lo mangio mentre oltre la piccola tettoia il diluvio continua, nel silenzio quasi assoluto si sentono le gocce rimbalzare e i piccoli rivoli scorrere, guardo i cerchi allargarsi nelle pozzanghere mentre con la coda dell'occhio covo la mia moto. Si sta talmente bene, e comunque domani sono di riposo, che mi concedo ancora il tempo di una sigaretta.

Casco, guantoni, ancora un paio di isolati e siamo arrivati.
Come è bello asciugare la mia amica prima di chiuderla nel box - mentre silenziosamente rivolgo un pensiero di ringraziamento per avermi aiutato in un paio di situazioni difficili- soddisfatto di avere portato la pellaccia a casa e contento di andare a nanna, sapendola chiusa al sicuro e al riparo dalle intemperie.

Poi la breve strada verso casa, camminando un po' come l'omino Michelin da quanto sono intabarrato, con il forte sospetto che la felicità sia anche fatta di queste piccole cose.