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al-Andalus | Quasi fuori rotta |
15945456
15945456 Inviato: 12 Mar 2018 12:44
Oggetto: al-Andalus | Quasi fuori rotta |
 

al-Andalus quasi fuori rotta.



Il casus belli.
Verso lo scadere del 2017 per ragioni personali mi sono dovuto recare per alcune volte alla biblioteca capitolare di Verona per effettuare delle ricerche di carattere storico. Al mio primo arrivo in questa cattedrale di sapere antico accanto al mio scrittoio era seduto un uomo sulla settantina surclassato da carte e alcuni volumi. Ricordo che mi stupii da quanto caos un uomo da solo riesca a generare; quindi mi sono messo di buona lena a cercare quello per cui venni. Solo che ero troppo incuriosito da questo soggetto - che talmente immerso nel proprio lavoro - non si era neppure accorto del mio arrivo e della mia presenza. In ogni modo dopo, un’oretta ho colto l’occasione di un suo allontanamento - forse per cause fisiologiche ma non ho preferito non verificare - per curiosare tra quell’assemblamento apparentemente causale di fogli e codici presenti sul suo scrittoio. Finalmente avevo evidenza pragmatica, concreta e visibile della definizione di Entropia per mescolamento come spiegato della meccanica statistica.
Ma questa non fu la vera sorpresa, Boltzmann è ben conosciuto, ciò che mi sorprese fu trovare una copia del Tahāfut al-falāsifa in di Al-Ghazali. Sul momento non saprei dire se ho provato più stupore o ripudio. In un certo senso, sapere che ne esiste una copia anche se tradotta è un bene e sono ben conscio che “La biblioteca è testimonianza della verità e dell'errore”, ma il Tahāfut al-falāsifa (L'incoerenza dei filosofi) è un libro che non è compatibile con la mia visione del mondo. Questa opera è stata scritta da un grande erudito nato a Tus, cresciuto culturalmente tra Gorgan e Nishapur e ha esercitato la professione di insegnante a Bagdad in un periodo in cui la grande apertura mentale della regione aveva generato la più bella e fiorente cultura scientifica, tecnologica e metafisica di tutto il medioevo dalla Cina all’Atlantico. In questo contesto di immensa crescita culturale, c’erano comunque persone che furono per diverse ragioni non affini ad un mondo aperto a nuove idee e iniziarono a considerare la Shari'a come l’unica e vera strada percorribile. Ora, se queste persone sono il califfo e il visir, il problema inizia a porsi. I due furono il visir selgiuchide Nizam al-Mulk e il califfo Kaim bi Emrillah che assieme coprivano il 99.9% del potere politico nel mondo centroasiatico. In ogni modo, sebbene potevano agire in modo brusco, proprio perché erano figli di una terra impregnata dal razionalismo, dalla libertà di idee, hanno iniziato ad aprire scuole e università per formare imam più austeri, devoti e fondamentalisti. Il loro progetto era quello di far fronte all’eccessiva fioriture di idee tramite idee diverse, combattere la guerra contro la filosofia e la scienza sul loro campo e di riportare tutto dentro i margini coranici. Per costruire una classe di intellettuali all’altezza hanno proprio chiamato Al-Ghazali, che progettò, seguì i lavori edili e alla fine condusse quella che sarebbe divenuta in pochi anni la più rilevante università religiosa del mondo. Questa facoltà funzionò molto bene al punto che in pochi anni il fondamentalismo si diffuse a macchia d’olio. In ogni modo quando i suoi due protettori passarono a miglior vita, il mondo di Al-Ghazali gli crollò addosso ed ebbe una crisi esistenziale profonda. Lasciò tutto e pellegrinò nei centri cardine dell’Islam e professò la corrente Sufi. Ed è proprio in questo periodo che scrisse il Tahāfut al-falāsifa che divenne uno delle pietre miliari del radicalismo religioso e si diffuse esclusivamente in tutto il mondo islamico. Il danno epistemologico fu immenso al punto che ancora oggi ne vediamo i risultati. Accanto al Tahāfut al-falāsifa c’era un’opera rara creduta perduta: Tahāfut al-tahāfut di Ibn Rušd noto in Europa come Averroè.
Questi nacque nel 1126 a Cordova, con il nome arabo di Abu I-Walid Muhammad Ibn Ahmad Muhammad Ibn Rush (che nel Medio Evo diventerà dapprima Aven Roshd e poi Averroes), in una famiglia di celebri giuristi appartenenti alla scuola malikita; sia suo padre che suo nonno sono stati autorità locali cui spetta il compito di amministrare la giustizia. Il percorso scolastico ed educativo di Averroè è classico: dopo aver studiato l'hadith, cioè i racconti tradizionali che vengono fatti risalire a Maometto, egli continua con la teologia e la giurisprudenza. Diventato giurista, medico e filosofo, viene nominato gadi, prima a Siviglia e in seguito a Cordova. Famosa resta la sua enciclopedia di medicina, ma tra i suoi scritti si ricordano anche diverse opere filosofiche e interessanti commenti sul pensiero aristotelico. Durante un viaggio a Marrakech, Ibn Rushd conobbe Ibn Tufail, medico del Califfo Yûssûf ibn Ya'qûb e questi lo incaricò di tradurre e commentare le opere di Aristotele in quanto lui era troppo vecchio per tale mansione. Ibn Rushd accettò e s'impegnò in un lavoro che durò più di 15 anni, e l'opera del grande filosofo greco fu interamente commentata. Alla morte del Califfo, Averroè mantenne un posto di primissimo piano come medico di corte e confidente del successore di quest'ultimo Ya'qûb detto al-Mansûr "Il Vittorioso" per la strepitosa vittoria di Alarcos del 1195 contro Alfonso VIII di Castiglia e i principi cristiani di Spagna sempre più minacciosi. Poi, nel corso dell'ondata di fanatismo religioso che alla fine del 1100 colpisce al-Andalus, improvvisamente cadde in disgrazia. Il sovrano lo esiliò e i discepoli lo rinnegano. I sovrani Almohadi cercavano sempre la compagnia dei "falâsifa" (i filosofi), li stimavano e non avevano mai manifestato ostilità fanatiche nei loro confronti. Se Ibn Rushd cadde ingiustamente in disgrazia, fu probabilmente a causa di circostanze forzate: le sue dottrine filosofiche centrate sul Tahāfut al-tahāfut dovevano indisporre non poco i teologi e i giuristi pedanti incapaci di interpretazione personale dei testi; ma questi esercitavano un grande ascendente sulle masse popolari e sull'esercito. Furono quindi ragioni di stato che obbligarono al-Mansûr ad allontanare Ibn Rushd anche perché la minima debolezza del sovrano sarebbe stata immediatamente sfruttata dai principi cristiani di Castiglia e León. Ritornata la calma al-Mansûr riabilitò Ibn Rushd che ritorno a Marrakech dove morì il 10 dicembre all'età di 72 anni. Le spoglie furono trasferite nella sua città natale Cordova.
In ogni modo, Averroè nel suo testo sosteneva invece la tesi esattamente opposta a quella di Al-Ghazali: egli sosteneva che la verità può essere raggiunta sia attraverso la religione rivelata sia attraverso la filosofia speculativa. Il Tahāfut al-falāsifa fu scritto tra il 1179 e il 1180, L’incoerenza dell’incoerenza dei filosofi presenta una demolizione serrata a tutte le argomentazioni del teologo persiano. Queste vengono prese in considerazione una a una e puntualmente confutate. Averroè dimostra la validità dei sillogismi apodittici rispetto a quelli dialettici impiegati dai teologi; la peculiarità- che però non l’ha salvato dall’esilio - è che le sue considerazioni non determinano un conflitto tra filosofia e religione. Volendo essere puntuali, tre temi essenziali vengono posti in esame:.il problema dell’eternità del mondo, 2. 2. le questioni dell’essenza di Dio e della sua conoscenza e 3. l’immortalità dell’anima e della resurrezione dei corpi.

Ormai il dado era tratto. Averroè nacque a Cordoba ed è l’unica città andalusa che non ho visitato, ho preso questo evento come un segno del destino di organizzare il viaggio nella Spagna profonda.

Riflessioni curiose.
1. Il ruolo andaluso nella disseminazione della cultura illuminista centroasiatica in Europa.
Una delle cose curiose è che Ibn Rušd era un aristotelico puro, ma non conosceva il greco. Lo studio del Maestro lo apprese grazie alle traduzione dal greco all’arabo fatte da cristiani siriaci e nestoriani fuggiti in Asia Centrali per le persecuzioni bizantine. Ma la cosa strabiliante è che i cristiani cattolici dell’Europa riscoprono Aristotele grazie al musulmano Averroè. CORTO-CIRCUITO… Ma mi chiedo: non avrebbero fatto prima i cristiani siriaci a tradurre in latino e spedire il tutto a Roma? Ovviamente scherzo, i siriaci erano pagati profumatamente nelle biblioteche di Bagdad e delle altre metropoli centroasiatiche. In ogni modo la riscoperta nel mediterraneo di Aristotele mette per un attimo a ferro e fuoco i puritani islamici e cristiani.
Ma questo è un punto essenziale. Durante l’alto medioevo (circa tra 800 e il 1200), il cuore pulsante dell’intellighenzia filosofica, medica, matematica, geografica, astronomica era distribuito a Bagdad, Merv, Balkh, Samarcanda, Bukhara e non il nordafrica o l’Europa. Queste branche del sapere fiorino molto prima della conquista araba della zona, culturalmente l’Asia Centrale era estremamente prolifica. In seguito alla conquista islamica, attorno al 750 d.C. gli intellettuali della regione iniziarono ad usare l’arabo come lingua ufficiale per le loro opere - un po’ come l’inglese - e la diffusione dei libri all’interno del mondo arabo fu velocissima. Nell’Andalusia araba arrivavano libri centroasiatici dove venivano studiati e commentati. Grazie a questo processo di “immediata” - per quanto questo termine sia ridicolo confrontato ad oggi ma vero se contestualizzato al momento storico - diffusione, figure di spicco come Averroè aveva accesso a informazioni scientifiche e culturali all’avanguardia, inimmaginabili per i contemporanei europei. Quest’ultimi, all’epoca, erano ancora “molto acerbi”; infatti negli anni successivi alla caduta dell’Impero d’occidente tutto il continente era pervaso dall’’instabilità politica, sociale e legislativa. Va da sé che in questo clima è impossibile che la cultura poliedrica possa fiorire in modo aperto e di conseguenza diffuso. Infatti la conservazione e la produzione culturale era concentrata in pochi punti di nicchia, principalmente monasteri, in cui venivano principalmente preservati i saperi classici. Non so se per puro caso o ci sia una ragione storica, ma nel momento in cui iniziò la decadenza del mondo illuministico centroasiatico la regione europea, grazie all’inizio della Riconquista e alla maggior stabilità socio-economica, venne pervasa dall’immensa mole di conoscenza “araba”. Ci fu una vera e propria infusione di conoscenze vastissime che portò all’esplosione di nuovi centri di studio: le università. Questa infusione fu grazie alle traduzioni di eruditi cristiani che a seguito della Riconquista avevano accesso alle biblioteche delle città spagnole stracolme di sapere nuovo. L’esito principale di questa opera di immissione di nuovi libri, nuove idee e nuove tecnologie fu la svolta verso il Basso Medioevo, il Rinascimento e l’Umanesimo.
Per un certo verso la culla della base culturale europea, la filosofia greca, è dovuta andare fino in centro Asia tramite i cristiani cacciati per eresia da Bisanzio per rientrarsene dall’Andalusia. Sebbene non sia d’accordo pienamente con quanto segue, non posso neppure discostarmi troppo; uno storico scrive: “gli arabi presero dai greci solo quello che ritenevano utile, senza tuttavia assimilarne lo spirito. La filosofia, per l’Islam, fu quindi semplicemente una “somma di conoscenze”, senza mai diventare un “problema”. In Occidente il confronto fu del tutto diverso. Davanti ad Aristotele, i teologi medievali - avvezzi ad una cultura che si riconosceva radicata nel pensiero greco - seppero interloquire con efficacia, arrivando a modificare e rinnovare la propria concezione del mondo e dello spirito.”

2. La rilevanza di Averroè nel mondo culturale europeo.

Inferno - Canto IV -
[...]
Vidi quel Bruto che cacciò Tarquino,
Lucrezia, Iulia, Marzia e Corniglia;
e solo, in parte, vidi ’l Saladino.
[...]
Euclide geomètra e Tolomeo,
Ipocràte, Avicenna e Galieno,
Averoìs, che ’l gran comento feo.
[...]

Il Sommo Dante nella Commedia menziona solo 4 musulmani; Avicenna, Averroè e Saladino nel limbo mentre Maometto lo spedisce al 9° girone . Poi ci sarebbe da discutere della visione di Dante sul mondo musulmano; questa è una questione controversa e molto vasta ricca di ipotesi, di cui alcune sono forse fantasiose. Per lo scopo, diciamo brevemente che fu tra i primi a capire e diffondere l’importanza che la Riconquista stava avendo nel tessuto culturale di un’Europa. Nonostante ciò non fu un intellettuale contro la cultura islamica, anzi sono visibili influenze che hanno plasmato le sue opere.
Ibn Rušd fu anche rappresentato da Raffaello nella sua famosissima opera La Scuola di Atene. L’artista urbinese lo raffigura in basso a sinistra e lo si riconosce perché una figura col turbante. Fino qui nulla di strano, ma la cosa curiosa è che questo dipinto è al Vaticano… Meno prestigiosa ma altrettanto di rilievo invece è la posizione che Averroè assume con Umberto Eco nel romanzo il Nome della Rosa; Guglielmo da Baskerville lo cita spesso.

3. Predecessori culturali di Averroè
Oltre ad Aristotele, tra i più rilevanti predecessori di Ibn Rušd che ne hanno influenzato o stimolato il pensiero troviamo degli uomini di grosso spessore nel mondo islamico:
Al-Farabi (870-950) pensatore di origine turca i cui interessi intellettuali si intrecciano con una prassi di vita ascetica e mistica , nacque in Transoxiana e ricevette la sua formazione a Baghdad, dove studiò logica con il maestro cristiano Yuhanna ibn Haylan, e poi grammatica, scienze, diritto, esegesi, filosofia, musica, matematica. Interessato ai problemi linguistici e alla possibilità di creare un linguaggio universale, egli fu altresì conoscitore dell’arabo, del persiano e del turco. Una parte consistente della produzione di al-Farabi è dedicata al commento dell’opera aristotelica che costituisce una fonte importante del filosofo arabo, soprattutto per quanto concerne i suoi interessi di logica. Non è un caso che gli fu attribuito il soprannome di “maestro secondo”, dopo Aristotele. L’operazione di trasmissione della filosofia greca, cui al-Farabi dà un contributo rilevante, è arricchita da due testi che presentano l’opera dei massimi filosofi greci: Filosofia di Platone e Filosofia di Aristotele. Numerosi gli scritti di logica i cui temi principali riguardano i rapporti con la grammatica, e il sillogismo. Tra la logica e la metafisica si colloca il Libro delle lettere, dedicato alle categorie aristoteliche, dove troviamo un’analisi della nozione di “accidente” che introduce alla nota distinzione tra essenza ed esistenza (considerata come accidente dell’essenza), ripresa successivamente da Avicenna. Delle opere dedicate alla politica, di ispirazione platonica, ricordiamo La città perfetta. L’Epistola sui significati dell’intelletto e L’enumerazione delle scienze furono tradotte in latino. In quest’ultima (nota come De divisione scientiarum) viene presentato un curriculum degli studi che, sebbene ispirato alle fonti greche, include anche scienze islamiche quali il diritto e la teologia.
Avicenna (ibn Sina 980-1037) Fu filosofo e medico di grande rilievo nell’Islam medievale. I suoi interessi attraversano svariati campi del sapere filosofico (metafisica, cosmologia, logica, gnoseologia) e scientifico (medicina, matematica, mineralogia, musica, farmacologia) e si rivolgono altresì alla politica, alla poesia, alla mistica. Le sue opere più importanti, il Libro della guarigione e il Sistema della medicina furono note al medioevo latino dove influenzarono sia la metafisica scolastica, sia l’agostinismo, sia gli studi scientifici e farmacologici. Altra importante opera è il Libro degli accenni e degli avvertimenti, in cui Avicenna annuncia di occuparsi della sua "filosofia orientale", dopo aver esposto, chiarito e completato concetti di origine greca. La storiografia avicenniana si è interrogata sul senso di questa promessa non mantenuta, ritenendo generalmente che quella filosofia dovesse rappresentare un punto di vista più strettamente avicenniano rispetto alle fonti greche da lui utilizzate, oppure un tipo di conoscenza fondata sulla intuizione piuttosto che sul ragionamento discorsivo. Studi recenti hanno sottolineato tendenze ismailite del filosofo.
Al-Gazali (1057-111) nasce nel Khorasan in una famiglia di giuristi, riceve la sua formazione da maestri sufi e teologi ashariti. Ho già descritto prima Al-Gazali e di quanto danneggiò il pensiero della propria epoca e quello successivo fino ai giorni nostri; ma ha prodotto altro in linea col suo pensiero. Ne Il Libro di al-Mustazhiri (califfo abbaside) la critica di al-Gazali si rivolge agli ismalitii (corrente estrema dello sciismo: la tradizione esoterica islamica). Secondo il filosofo la loro pratica di esegesi allegorica del testo sacro (ta’wil) ha un fondamento arbitrario. Critiche sono rivolte anche ai materialisti, ai deisti, ai teisti a ai libertini. Di contenuto teologico è la Rivivificazione delle scienze religiose, dove troviamo, tra l’altro, una polemica anticristiana, incentrata sulla figura di Gesù: essa rappresenta un’importante testimonianza dei rapporti (critici ma al contempo di grande vicinanza) tra spiritualità musulmana e cristiana. Ricordiamo, infine, le opere di mistica: La nicchia delle luci, Epistola mistica, La rivelazione dei cuori, Le conoscenze razionali.

La Rotta



Descrizione dell'itinerario.
Qui di seguito ho riassunto le tappe principali evidenziando le cose rilevanti da vedere. Ho omesso le città principali per ovvia facilità di recupero di informazioni anche più dettagliate. Nella speranza che possa aiutare anche altri ad orientarsi nella pianificazione di itinerari.


Giorno 1 - 2. Trasferimento da Verona a Requena km 1553
Requena: Situata nella parte alta della località, la struttura urbana della zona antica di Requena risponde al modello di città ispano-musulmana. Il quartiere della Villa si snoda attraverso strette stradine, case con stemmi, piazzette ricche di fascino e abitazioni tipiche, decorate con ceramiche e inferriate lavorate. Il castello e il mastio furono edificati dagli arabi e oggi ospitano il Museo della Festa della Vendemmia. Risalgono al XIV secolo la chiesa di Santa Maria, la più grande di Requena, e la chiesa del Salvador, entrambe con impressionanti facciate in stile gotico isabellino. Altri esempi di architettura medievale sono il Palazzo del Cid e la chiesa di San Nicolás.

Giorno 3. Requena - Villanueva de los Infantes km 256
Alcalá del Júcar: Alcalà era una fortezza musulmana facente parte della linea difensiva costruita dagli Arabi per far fronte alle truppe impegnate nella lunga lotta per la riconquista cristiana della penisola iberica. Nel 1211 un'incursione improvvisa di Alfonso VIII riuscì a strappare agli Almohadi alcuni castelli fra i quali ci fu quello di Alcalà, premessa alla famosa battaglia di Las Naves de Tolosa in cui ruppe fu rotta la linea difensiva araba e iniziò la riconquista delle maggiori città. Alcalà dipese da Jorquera fino al 1364 quando il re Pietro I le assegnò alcuni privilegi quali la possibilità di essere governata da un consiglio di cittadini, sempre però sotto il dominio reale e facendo parte di Villeda. Intanto la Castiglia fu funestata dalla rivolta intrapresa da don Sancho nei confronti del padre Alfonso VIII e la pace fu portata dallo zio Enrico IV che, a titolo di ringraziamento per l'aiuto prestatogli da Juan Pacheco, lo nominò marchese di Villena. Alcalà fece così parte del marchesato per tutti gli anni futuri fino al XIX secolo quando la politica centralista dei re spagnoli cancellò definitivamente il regime feudale.

Ruidera: Il parco è formato da una serie di 15 lagune situate longitudinalmente lungo la valle, separate fra sé da barriere di formazione calcarea (travertino) che formano cascate o ruscelli che collegano ciascuna laguna superiore con la successiva inferiore. Parte del parco naturale è formata anche dall'invaso di Peñarroya. All'interno del parco si trova anche il castello di Peñarroya, le rovine del castello di Rocafrida, la famosa grotta di Montesinos dove Cervantes fece passare una notte a Don Chisciotte e la casa del Re nel comune di Ruidera.

Villanueva de los Infantes: Dai ritrovamenti archeologici dei dintorni del paese si evince che nella zona vi furono insediamenti umani nell'Età del rame e in quella del bronzo. I primi popoli stanziali furono gli Iberi, a cui successero i Romani e i Visigoti. Agli inizi del secolo VIII la zona fu occupata dai Musulmani e il villaggio romano, situato dove ora si trova Villanueva, fu distrutto e poi ricostruito dagli Arabi, che gli diedero il nome di Jamila. Nel 1212 il re di Castiglia Alfonso VIII sconfisse gli Almohadi e pose fine alla dominazione araba nella Mancha. Date le caratteristiche non buone del terreno la popolazione si trasferì in una località detta La Moraleja, villaggio dipendente da Montiel, paese vicino e capoluogo medievale del Campo de Montiel. Agli inizi del Cinquecento a Moraleja la popolazione aumentò molto, superando Montiel, sicché il Maestro dell'Ordine di Santiago Enrico, infante di Aragona, fu indotto a renderla indipendente, concedendole nel 1421 il titolo di Villa e Fuero.


Giorno 4. Villanueva de los Infantes - Cordoba km 296
Banos de la Encina: si trova alle pendici dei rilievi della Sierra Morena, a circa 52 chilometri dalla città di Jaén. Il castello di Baños de la Encina è conosciuto anche come la "fortezza dei sette re", in riferimento al numero dei sovrani che lo abitarono (tra cui Ferdinando il Cattolico). Costruito dalla dinastia dei califfi Omayyadi nel X secolo, è completamente sormontato da merlature, presenta forma ellittica e possiede mastio e quattordici torrioni quadrati. Tuttavia non è l'unico monumento degno di interesse: la chiesa di San Mateo, con la sua grandiosa pala d'altare e il bel tabernacolo, e l'eremo di Jesús el Llano, la cui sobrietà contrasta enormemente con la decorazione interna barocca, sono due notevoli esempi. L'itinerario attraverso la località permette inoltre di scoprire altri edifici significativi, tra cui il Palazzo Comunale, che risale al XVI secolo, e numerose dimore nobiliari, come il palazzo dei Molina de la Cerda, il palazzo dei Priores e la Casa dei Delgado de Castilla.

Montoro: La città sorge su un territorio rialzato, sulle rive del fiume Guadalquivir, che la divide in due quartieri. Oltre alla sua bellezza paesaggistica, Montoro presenta diversi luoghi di interesse turistico, come il ponte sul fiume e la chiesa di San Bartolomé, entrambi del XV secolo; i resti del castello della Mota e il castello di Julia; le ripide stradine con case bianche; diversi eremi e la torre di Villaverde. I ritrovamenti archeologici permettono di confermare la presenza umana nella zona nel Medio Paleolitico e l'esistenza nell'età del bronzo (1100-950 a.C.) di insediamenti fissi. I primi abitanti furono gli Iberici e si suppone che colonizzatori greci vi si siano stanziati e l'avrebbero chiamata Apora. Sembra certa la presenza dei Fenici e certa quella dei Cartaginesi, ma fu con i Romani che questo centro ottenne il massimo splendore con il nome di Epora. Alleata con Roma durante le guerre puniche le fu attribuito il titolo di "Civitas Foederata" e poi, nei primi anni del Cristianesimo, di "Municipium". Anche sotto i Visigoti che subentrarono ai Romani Epora mantenne l'indipendenza pur perdendo la floridezza che aveva raggiunto. Indipendenza che però perse con l'arrivo nel 712 degli Arabi, quando passò sotto il dominio dell'emirato di Cordova e fu costruita la loro fortezza nel posto dove ora si trova il Castello di Santa Maria de la Mota. Nell'anno 1240 il re di Castiglia Ferdinando III il Santo la tolse ai Mori e nel 1245 Montoro entrò a far parte del regno di Castiglia sotto la giurisdizione di Cordova.Nel 1659 Filippo IV la eresse a Ducato e divenne signoria della famiglia degli Olivares che la tennero fino alla fine del XIX secolo.

Giorno 5. Cordoba

Giorno 6. Cordoba - Siviglia km 139
Carmona: si trova su una piccola collina che domina una fertile vallata, un’antica e pittoresca cittadina fortificata dell’VIII secolo a.C. abitata prima dai fenici e poi dai romani. Carmona vanta antichi palazzi e monumenti di grande interesse storico tra cui una magnifica torre del 1400 costruita ad imitazione della Giralda di Siviglia. Alcuni edifici famosi sono il palazzo di los Aguilar, il palazzo los Rueda e la Casa del Marchese de las Torres, oggi sede del Museo della città di Archeologia e doganale. All’ingresso di Carmona si trova la Puerta de Sevilla, una grande porta fortificata della cinta muraria romana che conduce alla città vecchia dove strette strade si insinuano tra chiese, piazze e palazzi rinascimentali: Plaza San Fernando è dominata da splendidi palazzi in stile moresco, la Chiesa di Santa Maria è un imponente edificio gotico costruito nel XV secolo sopra il sito di una moschea di cui alcuni elementi sono stati inglobati riuscendo a giungere fino ai giorni nostri. Un’imponente fortezza araba, l’Alcazar del Rey Don Pedro, oggi trasformata in un lussuoso albergo, domina il centro storico di Carmona. Al suo interno si trovano un cortile moresco, archi in mattoni, colonne e decorazioni di piastrelle blu. Il refettorio è ora utilizzato come ristorante e sala da pranzo. La necropoli romana si trova su una bassa collina all’estremità opposta di Carmona ed è particolarmente degna di nota: il sito contiene più di 900 tombe scavate nella roccia risalenti al periodo a cavallo tra il II secolo a.C e il IV secolo d. C., spesso affrescate e con molte urne funerarie ancora intatte. Di fronte si trova un anfiteatro in parte scavato.

Giorno 7. Siviglia

Giorno 8. Siviglia - Granada km 332
Zahara: Situato a circa 45 minuti d'auto da Ronda ed a meno di due ore da Malaga, si trova lungo la famosa Ruta de los Pueblos Blancos, un percorso turistico che unisce alcuni dei borghi più belli delle provincie di Cadiz e Malaga del quale Zahara è la tappa finale. L'ambiente naturale che circonda Zahara de la Sierra è una gioia per gli occhi. La collina sulla quale si sviluppa il paese si trova ai piedi delle cime più alte della Sierra del Jaral, nell'estremo nord-orientale della provincia di Cadiz. La località costituisce il cuore del Parco Naturale della Sierra de Grazalema, proclamato dall'UNESCO Riserva della Biosfera. Grazie all posizione privilegiata, Zahara ha rivestito per secoli un ruolo di notevole importanza strategica nella difesa dei domini della corona Nasrid, protetti una complessa rete di torri di guardia e avamposti militari situati a poca distanza gli uni dagli altri sulle cime delle montagne della zona. A partire dal 1407 la fortezza fu occupata dalle truppe cristiane, cacciate però già nel 1481 dalle truppe arabo-andalusí. Questa nuovo "affronto" da parte degli "infedeli" ebbe un impatto strategico e simbolico tale sui rappresentanti della Corona di Castiglia da essere utilizzato come pretesto per iniziare la guerra di Granada, episodio chiave della Reconquista. Il castello di Zahara era in questo periodo una struttura essenzialmente militare, con un insediamento abitato principalmente da soldati appena fuori il castello. Dopo la conquista definitiva della fortezza nel 1483 da parte delle truppe cristiane di Rodrigo Ponce de León, Marchese di Cadiz, la località venne lentamente popolata da famiglie di contadini e pastori, che costruirono il piccolo centro secondo il tradizionale stile moresco.

Ronda: Intorno alla città sono stati ritrovati resti preistorici risalenti al Neolitico tra i quali le pitture rupestri della Cueva de la Pileta. Le origini di Ronda risalgono ai celti, che nel VI secolo a.C. la chiamarono Arunda. Successivamente i fenici s'insediarono in un vicino villaggio, che chiamarono Acinipo. Arunda, dopo essere stata conquistata dai greci, cambiò il proprio nome in Runda. Ronda fu fondata come conseguenza della seconda guerra punica, durante la campagna che il generale romano Scipione comandò contro i cartaginesi che dominavano la Penisola Iberica alla fine del III secolo a.C.. Con la costruzione del castello di Laurus si favorì l'insediamento della popolazione tutto intorno; finché, al tempo di Giulio Cesare, venne riconosciuta come municipium e gli abitanti (insieme con quelli della vicina Acinipo) divennero cittadini romani. Nel V secolo, con la fine dell'Impero Romano, la città fu presa per i suevos al comando di Rechila, passando successivamente per un periodo bizantino, nel quale Acinipo fu definitivamente abbandonata, finché Leovigildo la integrò nel regno visigoto. Nel 711 ci fu l'invasione musulmana della penisola iberica e, nel 713, l'attuale Ronda aprì le porte, senza combattere, al capo berbero Zaide Ben Kesadi El Sebseki. La città cambiò nome in Izn-Rand Onda (la città del castello) diventando la capitale della provincia andalusa di Takurunna. Con la dissoluzione del califfato di Cordova, Ronda si convertì in un regno Taifa indipendente, retto da Abu Nur Hilal ben Abi Qurra: durante questo periodo venne costruita la maggior parte del patrimonio monumentale islamico di Ronda. Ad Abu Nur Hilal successe il figlio Abú Nasar la cui morte (per assassinio) portò Ronda a far parte del regno sivigliano di Abbad II al-Mu'tadid. Il periodo islamico della città terminò quando, il 22 maggio 1485, il re Ferdinando il Cattolico riuscì a prenderla dopo un prolungato assedio, strappandola al Sultanato di Granada. Molti monumenti eretti dai musulmani furono rimodellati adeguandosi alla nuova situazione che viveva la città, che iniziò un nuovo periodo fiorente che la fece crescere estendendosi con nuovi quartieri come quelli di Mercadillo e San Francisco, mentre il vecchio nucleo arabo prese a conoscersi come La Ciudad (La Città).

El Chorro: è un piccolissimo villaggio che si trova a circa 50 chilometri da Malaga e a 2 ore da Siviglia ed è famoso per la vicina Garganita del Chorro, una gola calcarea lunga quasi 5 chilometri e profonda 400 metri molto popolare tra gli amanti dell’arrampicata su roccia. La Gola del Chorro è attraversata dal Rio Guadalhorce e da 3 laghi turchesi ed è una delle mete preferite per gli amanti dell’arrampicata sportiva e del kayak. La gola può essere attraversata anche in mountain bike o a piedi percorrendo il Camino del Rey, un sentiero realizzato in cemento che segue il fianco della gola a cento metri d’altezza. Agli inizi del XX secolo si volle costruire un canale per portare l'acqua dai bacini del nord alla località di El Chorro sfruttandone il dislivello per una centrale idroelettrica. Ciò richiese l'allestimento di un sentiero per la manutenzione del canale che fu chiamato «Caminito del Rey» perché fu il re Alfonso XIII a inaugurare l'opera. Tuttavia la presenza umana in questo scenario naturale è documentata sin dall'epoca preistorica, come testimonia l'esistenza di numerosi siti neolitici.

Giorno 9. Granada

Giorno 10. Granada - Aguadulce km 189

Giorno 11. Aguadulce - Ubeda km 264

Giorno 12. Ubeda - Toledo km 431
Almagro: Di origine romana, fu il quartier generale dei cavalieri dell'Ordine di Calatrava il più antico ed importante di Spagna. L'ordine fu costituito nella vicina località di Calatrava da Raimondo di Fideiro abate cistercense con lo scopo di combattere gli Arabi. Tra le attrazioni più rilevanti troviamo: Plaza Mayor è una delle piazze di maggior interesse della Spagna per la sua insolita tipologia rispetto alle altre piazze spagnole e simile a certe piazze fiamminghe. Fu così trasformata quando nel secolo XVI si stabilì in Almagro Jacob Fugger tedesco di Augusta banchiere dell'imperatore Carlo V. Ha pianta rettangolare, nei lati lunghi è chiusa da portici su colonne architravate sulle quali si innalzano antiche case con logge vetrate. Sulla piazza si affacciano tutti i monumenti importanti della cittadina. Corral de Comedias Questo teatro, che si affaccia sulla piazza Mayor, innalzato nel XVI secolo è l'unico di quel tempo rimasto ancora oggi in Spagna, dichiarato monumento nazionale. È un bell'esempio di architettura lignea della Castiglia ed ha ancora platea, palco, camerini ed elementi decorativi originari. Convento de Calatrava anche questo complesso è dichiarato monumento nazionale, in origine fu costruito alla metà del secolo XVI come ospedale, ma fu poi trasformato a convento delle monache dell'Ordine di Calatrava.

Giorno 13. Toledo - Roses km 830

Giorno 14. Roses - Verona km 1008

0509_lucarelli.gif in ogni modo il 26 Maggio si partirà...

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15945634 Inviato: 12 Mar 2018 20:20
 

però!! icon_smile.gif

non so se è più avvincente la dissertazione o l'itinerario icon_wink.gif
In ogni caso seguo l'avventura, se avrai modo e voglia di riportarcene alcuni frammenti strada facendo icon_smile.gif

ciao!! 0509_doppio_ok.gif
 
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15945757 Inviato: 13 Mar 2018 9:50
 

Dad_61 ha scritto:
non so se è più avvincente la dissertazione o l'itinerario icon_wink.gif

La domanda è: "ma si possono scindere?" ovvero, avrebbero lo stesso significato presi separatamente?

Dad_61 ha scritto:

In ogni caso seguo l'avventura, se avrai modo e voglia di riportarcene alcuni frammenti strada facendo icon_smile.gif


Al rientro 08-Giugno -2018 farò sicuramente il report icon_wink.gif . Ma ti ringrazio per aver letto il tutto, uno dei pochi credo rotfl.gif

0510_saluto.gif
 
15945761
15945761 Inviato: 13 Mar 2018 10:01
 

me lo sono letto con interesse anche io...
io vivo a Barcellona da un paio d'anni per lavoro e se avessi tempo a Maggio ti accompagnerei volentieri ..ma non sò se posso prendermi dei gg di ferie...e poi la moglie non viene più in moto volentieri dopo un suo brutto incidente con lo scooter..
comunque se passi da BCN e volete fermarvi a riposare un paio di gg , ho una camera ospiti sempre pronta per gli Amici motociclisti icon_biggrin.gif e un posto in box per la moto .....mandami MP se ti interessa , a noi farebbe sicuramente piacere icon_biggrin.gif
Silvio
 
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15945865 Inviato: 13 Mar 2018 13:10
 

GS3NO ha scritto:
Dad_61 ha scritto:
non so se è più avvincente la dissertazione o l'itinerario icon_wink.gif

La domanda è: "ma si possono scindere?" ovvero, avrebbero lo stesso significato presi separatamente?

Dad_61 ha scritto:

In ogni caso seguo l'avventura, se avrai modo e voglia di riportarcene alcuni frammenti strada facendo icon_smile.gif


Al rientro 08-Giugno -2018 farò sicuramente il report icon_wink.gif . Ma ti ringrazio per aver letto il tutto, uno dei pochi credo rotfl.gif

0510_saluto.gif


Allora anch'io sono uno dei "pochi" icon_smile.gif
La storia medievale affascina da sempre anche me, e cerchiamo (dove possibile) di riuscire ad integrare il piacere della guida con visite "mirate"....oltre a soggiorni di relax marittimo, indispensabili per la dolce metá, innamorata/affascinata del mare (da buon montanara icon_smile.gif )
Grazie per l'introduzione.....
 
15945893
15945893 Inviato: 13 Mar 2018 14:23
 

0509_doppio_ok.gif raga se lo leggete tutti rovinate la media rotfl.gif rotfl.gif
 
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15946254 Inviato: 14 Mar 2018 14:16
 

Questa non è una prefazione, ma una lezione di storia eusa_clap.gif
 
15946261
15946261 Inviato: 14 Mar 2018 15:02
 

Grazie, in realtà quello descritto è il momento in cui l'Islam d'oriente passa da illuminato a radicalizzato e questo influenzerà pesantemente anche quello occidentale (nelle attuali Andalusia, Marocco, Algeria e Tunisia). Il nostro Averroè è quindi l'uomo sbagliato nel momento sbagliato e subisce molte umiliazioni tra cui l'esilio definitivo e forse peggio il ripudio dei "discepoli". Ma anche in questo caso il "dado è tratto" e i suoi scritti sono parte di quel pool di codici che aiuteranno l'Europa ha fare passi in avanti.

Il mio progetto principale rimane andare - in diversi viaggi - in Iran, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Pakistan; ma visto che non riesco ad attuarli ho deciso di fare un salto dove un altro libero pensatore ha aiutato l'umanità a progredire.
 
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15956741 Inviato: 12 Apr 2018 13:33
 

opo ulteriori ricerche, analisi e confronti con il team di viaggio si è deciso di apportare qualche modifica a tratti anche rilevante al percorso. Mentre il roadbook tabellare è un live document che è sempre aggiornato, il nuovo itinerario grafico lo potete trovare qui: Link a pagina di Drive.google.com





Giorno 10.
Granada - Aguadulce km 194
Guadix: Già abitata nell'età della pietra e fu una delle prime località occupate dai Romani. Importante nodo stradale, nel 45 a.C. Giulio Cesare la elevò al rango di colonia romana effettuando, secondo la consuetudine romana, la cosiddetta centuriazione del territorio conquistato, cioè assegnando ad ogni veterano delle sue legioni congedato dal servizio militare un terreno della misura di cento iugeri. I veterani sposarono le donne indigene e così si popolò la colonia che fu costruita secondo lo schema classico del campo romano del decumano e del cardo che si intersecano perpendicolarmente.
Con la venuta dei Visigoti e col diffondersi del cristianesimo Guadix divenne sede di un vescovo, che ebbe anche il potere civile. Durante il periodo musulmano, a partire dai primi decenni del secolo VIII, si alternarono periodi di prosperità e di decadenza a causa delle guerre e delle epidemie. Nei secoli IX e X la città fu munita di mura ancora in parte visibili e della fortezza. Gli Arabi chiamarono la città Wadi-Asch(fiume wesw) da cui deriva il toponimo attuale.
La guerra civile nell'ultimo periodo della dinastia Nasride di Granada portò intorno al 1039 al formarsi di diversi effimeri regni detti di Taifas. Uno di questi si formò con capitale Guadix ed ebbe un re di nome El Zagal, che si barcamenò alleandosi ora con i Castigliani ora con i suoi correligionari, ma finì per essere vittima degli uni e degli altri, facilitando la conquista della città nel 1489 da parte dei Re Cattolici e l'avvento del potente cardinale Rodrigo Gonzales de Mendoza, arcivescovo di Toledo, detto terzo re di Spagna per il suo potere e la capacità d'influenzare i reali. A partire dal 1487 il cardinale organizzò la città come enclave del vescovato di Toledo e come sede del Governatorato più esteso della Castiglia. Si convertì la moschea maggiore nella cattedrale di Guadix ma non si riuscì ad evitare i conflitti religiosi con i Musulmani che si protrassero fino al 1570 quando, a seguito della ribellione delle Alpujarras il re Filippo II ordinò l'evacuazione degli Arabo-Berberi dal regno di Granada, una vera e propria deportazione collettiva di una parte consistente della popolazione, che portò gravi danni per l'economia di Guadix con l'azzeramento della industria della seta tradizionalmente prospera nella zona e monopolio islamico. In seguito lentamente e clandestinamente gruppi di esiliati rientrarono andando ad abitare in grotte di tufo scavate da pastori e contadini per loro utilizzazione di servizio o costruite dai profughi stessi. Si venne così a formare il caratteristico agglomerato di grotte formanti un abitato comunitario chiamato Las Cuevas (Le Grotte), una delle particolarità turistiche della città.

Da visitare:
Cattedrale:costruita sul sito della moschea maggiore della comunità musulmana a partire dal 1510 è in stile gotico-rinascimentale, fu terminata nel XVIII secolo con la facciata barocca, la torre è del XVII secolo. nella sactistia è un interessante Museo Catedralicio con dipinti barocchi, manoscritti e oreficerie.
Alcazaba: la fortezza araba costruita nel V secolo che costituì l'ultimo baluardo arabo alla conquista cristiana e domina dall'alto la città.
Santiago: chiesa del 1540 con ricco portale plateresco,
Barrio de Santiago: il quartiere delle note caratteristiche case scavate nel tufo, oggi restaurate e affittate ai turisti per brevi permanenze.
 
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15956742 Inviato: 12 Apr 2018 13:35
 

Nella città di Cordova ho trovato questo [URL="http://cordoba.hammamalandalus.com/en/"]bagno turco[/URL]. Avendo la passione per le saune e dintorni ci sono caduto dentro e messo nelle cose da fare a Cordova. Mentre guardavo il sito mi è venuto in mente una cosuzza..... magari mi sbaglio, voi che dite?





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Nella cultura occidentale - derivata dalla letteratura europea del 1700 e 1800 - Harem e Hammam si confondono e si mescolano. Nella visiona romanzata occidentale sono i luoghi della viziosa voracità maschile e dell’insoddisfatto desiderio femminile, cui l’uomo esercita il dispotismo più protervo. Diviene sinonimo di una extraterritorialità sia morale che legale dove la liberbertà maschile è assoluta, diventano la metafora dell’Oriente e l’apoteosi della visione della donna orientale in cui si fondono due componenti della sua femminilità: l’esibizione e la lasciva indolenza. Questa visione è diffusa anche se già dalla prima metà dell’800 viaggiatori riportano esperienze dirette diverse come Harriet Martineau che lo descrive come opprimente e affollato in cui il frastuono è assordante. Nonostante questi sporadici testi di esperienze dirette, lo sguardo occidentale maschile impone una visione autorevole che si arroga il diritto di raccontare le proprie fantasie, che coincidono con tutto ciò che è interdetto, o considerato perverso nella società europea con i suoi ruoli ben definiti, i suoi codici comportamentali, i suoi tabù.
Ancora più forte è la trasmigrazione al mondo pittorico, le donne del bagno turco si trasformano in creature prigioniere, abuliche, inerti e inconsapevolmente esposte, o meglio predisposte, agli sguardi fuori scena. Naturalmente occidentali. Nell’Oriente immaginario della tradizione artistica il celebre dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Il bagno turco, costituisce un esempio dal quale non si può prescindere.



“Una pittura telescopica, e quindi implicitamente immaginaria, o quanto meno rubata, di questo interno domestico dove le pigre creature femminili, in mostra passiv per l’osservatore, pur nella finta ignoranza di uno sguardo da fuori, rivelano attraverso il colore della pelle, i turbamenti, i tratti fisionomici e la gestualità rallentata la provenienza dalle regioni che compongono l’impero” [Attilio Brilli]. Questa descrizione fatta da Attilio Brilli del quadro potrebbe essere estesa a tutti gli altri quadri della stessa corrente. Inoltre quadri e libri sono stati dipinti e scritti da persone che sono mai state in quei luoghi.

 
15957124
15957124 Inviato: 13 Apr 2018 10:14
 

Io ogni tanto passo di qui e mi stupisco sempre della qualità e della "profondità" degli itinerari di GS3NO
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15971574 Inviato: 22 Mag 2018 9:30
 

-5 giorni alla partenza. Avendo aggiunto la 3 moto e volendola usare per il viaggio ho dovuto pure comprare le valige nuove. Moto snella esile e votata alle "scaisagne" (in veronese) o se volete alle "trezzere" (in siciliano) non potevo comprare valige in grandezza simile a quelle della GS ADV... quindi la scelta è ricaduta sulle MYTECH 33/39 litri.



La perdita dei 6 litri da ognuna valigia ha creato qualche ansia nella parte femminile del gruppo e quindi ieri sono stato gentilmente - e senza nessuna pressione psicologica - invitato a fare le prove di carico. Assioma 1: Per ogni valigia, piccola a piacimento, esiste almeno un motociclista che la lascia mezza vuota. Assioma 2: Per ogni valigia, grande a piacimento, esiste almeno una motociclista che lascia a casa mezze robe. :laughing:



Fatta questa deviazione, torniamo alle valige. Sono fatte proprio bene, per me la qualità dei materiali e costruttiva non ha nulla da togliere alle Touratech. Solo in una cosa le touratech sono migliori nel sistema di ancoraggio: li possono togliere più agilmente mentre le MyTech sono veramente "camurriose" da smontare. Il bauletto dietro si toglie svitando 4 viti a brugola. In catalogo le fanno anche a "sgancio rapido" ma per la mia al momento ci sono solo quelle o quelle a size maggiore. In ogni modo alla fine l'effetto catastrofico sulla linea da raid è questo:





Mentre sulla GS le valige laterali stanno bene e la fanno più ready to go sulla AT invece non ne sono così sicuro. In ogni modo se vuoi viaggiare in due servono e quelle originali Honda che si aprono a conchiglia e sono di plastica non mi hanno convinto e Touratech butterà fuori il telaietto solo nel 2019.
 
15972092
15972092 Inviato: 23 Mag 2018 11:24
 

- 4 giorni alla partenza. Ci siamo quasi e i dettagli vanno a ricomporsi.

Cartaceo indispensabile:



Importazione delle tracce nel GPS



E tutto collezionato di fronte in bella vista



Inoltre ho preso la decisione di farmi il Telepass europeo visto che l'autostrada Francese lato costa azzurra è solo un casello dietro l'altro, e la seccatura di togliersi i guanti, prendi il portafoglio, paga, rimettiti i guanti ecc. ecc. è troppo immensa. icon_smile.gif

Come funziona
Il nuovo Telepass dovrà essere attivato in un Punto Blu e ha un costo di attivazione di 6 euro. Quando verrà utilizzato su un’autostrada estera saranno addebitato 2,40 euro di costi per ciascun Paese che viene attraversato (Spagna e Portogallo vengono considerati un unico Paese). Oltre al pedaggio il nuovo servizio permetterà di utilizzare anche i servizi extra, come ad esempio i parcheggi convenzionati anche in Francia e Spagna (ma non in Portogallo).

Attenzione alla Francia
In Francia il servizio è regolarmente attivo per le moto, ma bisogna tenere presenti alcune eccezioni. In primo luogo, non è possibile pagare col Telepass il pedaggio delle gallerie del Monte Bianco e del Frejus. Inoltre le moto (che in Francia rientrano in Classe 5) non possono pagare il pedaggio entrando nelle corsie riservate ai veicoli di Classe 1 (ossia le auto), ma solo in quelle contrassegnate col simbolo del Telepass locale.
 
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15973138 Inviato: 25 Mag 2018 17:36
 

-1 giorni alla partenza.

Ciao gente, ci si sente al rientro!

 
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15978080 Inviato: 10 Giu 2018 14:17
 

26/05/2018
E così, come per fortuna sempre accade, dopo mesi di preparativi venne il giorno della partenza e di buon'ora prendo l'auto e la Danken (la cagnetta) e l'accompagno dai miei genitori. Tornato a casa ci cambiamo e saliamo in moto già pronta:



raccogliamo uno del team di viaggio e puntiamo la moto verso sud ovest. fa strano scrivere sud-ovest icon_lol.gif ma questo è stato. La prima tappa è Montpellier tutta autostrada e fila bella liscia soprattutto grazie al telepass europeo che evita la grannissima camurria dei caselli autostradali francesi.
 
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15978081 Inviato: 10 Giu 2018 14:18
 

Giorno 2 - 27/05/2018 - Requena
Strada abbastanza veloce ma a 16km all'arrivo a Requena ci ha regalato un acquazzone incredibile, abbiamo avuto appena il tempo di mettersi parzialmente le tute d'acqua e si è scaricata una quantità d'acqua mostruosa. Quanto basta per arrivare fradici e zuppi. Sotto una pioggia torrenziale abbiamo guidato tra viuzze ciottolate strettissime.

Scaricata la moto sotto la pioggia ci siamo messi ad asciugare alla meglio le cose, ma gli stivali si sono inzuppati. Fortunosamente la casa che avevamo preso in affitto aveva una stufa a pellet e dopo averla accesa ci siamo sistemati alla meno peggio.











Fatti due passi per la città abbiamo cercato di cui nutrirsi. la cittadina, famosa un tempo per la seta e poi per il vino ha costruito un monumento alla vendemmia:



sicuramente in un futuro il turismo espanderà le sue recettività ma per ora ci sono ancora scorci molto strani...



questa la piazzetta in cui eravamo alloggiati



e questa la nostra casa:

 
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15978082 Inviato: 10 Giu 2018 14:39
 

Giorno 3 - 28/5/2018 - Villanueva de los infantes -

Il viaggio entra nel vivo. km 252, qui la tappa e il profilo altimetrico






Tempo cupo. Meteo infame e pioggerella che ci costringe a mettere le tute d'acqua e guida veloce su belle strade fino ad Alcala de Jucar. Un paesetto che domina un canyon e arroccato su di un versante che merita tutto:











Dopo la visita siamo scesi fino al parco di Ruidera dove c'è una chiesetta consacrato a San Pietro da Verona. Ovviamente tappa per un saluto al concittadino:



Abbiamo trovato un indigeno e dopo aver fatto vedere le targhe delle moto per testimoniare la nostra appartenenza alla città scaligera ci ha aperto la chiesa - sembra che le chiavi le abbiano tutte e due le famiglie che vivono nei pressi -. In ogni modo il santo è qui rappresentato:





Però il parco è famoso per i laghetti naturali:





Giunta la pioggia - che assieme al freddo è stato il legante in quasi tutte le tappe - siamo partiti per la destinazione finale. Villanueva è proprio carina oltre che per essere la città in cui si crede essere stato scritto il Don Chioscette







 
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15978153 Inviato: 10 Giu 2018 21:48
 

Giorno 4 - 29/5/2018 - Cordoba -

km 243, qui la tappa e il profilo altimetrico





La prima parte del viaggio ci porta sulle alture del parco naturale del Despenaperros che le nuvole basse e la temperatura di 12gradi non ci fanno godere del panorama che la strada doveva offrire. Quindi ci siamo diretti a banos de la Encina perchè c'è uno dei castelli moreschi più belli da vedere.

L’imponente castello di Baños de la Encina, uno dei più antichi d’Europa, è come una sentinella in mezzo alla campagna. Si trova in un posto che è stato abitato dalle età del rame e del bronzo. Poi hanno vissuto qui iberici, romani e cristiani e non deve sorprenderci, dato che è in una posizione straordinaria. Le mura sono veramente impressionanti, con quattordici torri, più la torre cristiana di Homenaje, nella quale possiamo vedere le tracce di diverse opere di protezione costruite da culture differente che abitarono nel corso degli anni. Conosciuto anche come castello di Burgalimar, rappresenta un magnifico esempio dell’architettura militare andalusi d’epoca califfale, la cui struttura originaria ha appena subito modifiche o danni. La costruzione fu portata a termine nel 968 per ordine del califfo omayyade al-Hakam I.

















La seconda parte della tappa ci porta a Montoro, cittadina carina che si mostra nella sua parte migliore dal ponte storico





Dopo montoro, tolte le tute d'acqua arriviamo a Cordoba che, almeno per me, è il centro che ha promosso questo viaggio. Questo è il nostro hotel



 
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15978284 Inviato: 11 Giu 2018 9:20
 

Giorno 5 - 30/5/2018 - Cordoba PARTE 1 -
Giornata con la moto ferma a nanna e noi a camminare e visitare.



Il centro vitale di al-Andalus – questo il nome dato alle terre spagnole
in mano ai musulmani – era costituito da Cordoba, città ricca per commerci e cultura, impreziosita da capolavori e artistici come la famosa moschea della città, detta Mezquita, con le sue circa 850 colonne di marmo e granito che dà l’impressione di un’immensa foresta di palme i cui rami si aprono a ventaglio nella grande sala.
Tanta magnificenza si spiega con il fatto che fu proprio a Cordoba che, nell’Alto Medioevo, si instaurò un vero e proprio califfato autonomo dal califfato di Bagdad,
e anzi in competizione con esso.





















Wikipedia dice:
La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l'antica chiesa visigotica di San Vincenzo, non lontana dal Guadalquivir. Quando i musulmani occuparono Cordova nel 756 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l'emiro ʿAbd al-Raḥmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della grande moschea. Gli scavi archeologici diretti dall’architetto Félix Hernández nel 1930 confermarono l’esistenza nel sottosuolo della Moschea-Cattedrale di un complesso episcopale databile tra il secolo IV e VI. Furono portati alla luce i resti archeologici della basilica visigota dedicata a San Vincenzo Martire, della sede episcopale e del seminario. La Moschea fu ingrandita tre volte dai suoi successori (ʿAbd al-Raḥmān II 833-48; al-Ḥakam II 962-966; ʿAbd al-Raḥmān III 929-958; Almanzor 988), finendo per coprire 23.000 m² e diventare la più grande moschea del mondo musulmano di quel tempo, destinata a diventare la seconda solo dopo l'edificazione di quella di Sāmarrāʾ, capitale abbaside pro tempore.

Quando Cordova fu riconquistata dai cristiani di Ferdinando III di Castiglia, nel 1236, la moschea fu convertita in cattedrale. L'apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d'entrata (la Puerta de las Palmas). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale decorata con stucchi mudejar.

Nel XVI secolo il clero di Cordova decise di dotare la città di un edificio molto più sontuoso e alla moda del tempo. Il progetto consisteva nella demolizione di una parte importante del centro dell'edificio, rompendo la prospettiva della foresta di colonne, e l'inserimento al suo posto di una cattedrale cristiana. Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l'intercessione dell'imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione.

Il risultato è una meraviglia architettonica che fonde gli stili gotico, rinascimentale e barocco con magnifiche decorazioni, ma può far rimpiangere che abbia perduto unitarietà l'eccezionale edificio costruito originariamente dai musulmani. È riportato da J. B. Alderete che lo stesso Carlo V successivamente disse: «avete costruito qualcosa che si può vedere ovunque, distruggendo qualcosa che invece era unico al mondo». Fu probabilmente grazie all'inserimento della chiesa che l'edificio poté sostanzialmente salvarsi e rimanere integro.


Ma Cordoba no è solo la Cattedrale/moschea...
 
15979993
15979993 Inviato: 15 Giu 2018 9:42
 

come dicevo prima, Cordoba è di più della grande moschea. Personalmente è piaciuta parecchio e le atmosfere "orientali" sono molto dense.











e per onorare la tradizione ci siamo fatti anche un bellissimo hammam





e poi un giro serale







il 31 maggio lo abbiamo dedicato alla città







Alcázar de los Reyes Cristianos
Nel primo medioevo, il sito era occupato da una fortezza visigota. Quando avvenne la conquista islamica della penisola iberica, gli emiri del califfato omayyade di Damasco ricostruirono la struttura.

Quando gli Omayyadi furono sconfitti dal califfato abbaside, l'unico membro superstite della dinastia, Abd ar-Rahman I fuggì a Cordova. I successori di Abd ar-Rahman I fondarono il Califfato indipendente di Cordova ed usarono l'Alcázar come loro palazzo. La città quindi fiorì come un importante centro politico e culturale. L'Alcazar fu largamente ampliato con bagni, giardini, e la più grande biblioteca dell'Occidente. I mulini ad acqua sollevavano l'acqua del Guadalquivir per irrigare i vasti giardini del palazzo.

Nel 1236, le forze cristiane presero Cordova durante la Reconquista. Nel 1328, Alfonso XI di Castiglia iniziò a costruire l'attuale struttura su parte del sito dell'antica fortezza. Altre parti del moresco Alcàzar furono date come bottino di guerra al vescovo, ai nobili, e all'Ordine di Calatrava. La fortezza di Alfonso ha mantenuto solo una parte delle rovine moresche, ciononostante essa appare islamica perché Alfonso decise di utilizzare lo stile architettonico mudejar.







e alla fine, gira che ti rigira ho incontrato colui che cercavo:



il mitico Averroè!!!
 
15979994
15979994 Inviato: 15 Giu 2018 9:43
 

Giorno 5 - 30/5/2018 - Siviglia -

km 20 + 138 e qui la tappa e il profilo altimetrico

parte 1


Parte 2:




La mattina, partenza relativamente presto e per fortuna con sole e tempo tiepido. La direzione è Medina Azahara, ossia 'la città dei fiori'. E' stata una residenza califfale omayyade tra il X e l'XI secolo e chiamata anche Madinat Azahara, oppure Madinat az-Zahraʾ - dal nome della presunta concubina preferita del califfo ʿAbd al-Rahmān III, al-Nāsir li-dīn Allāh, che ne avrebbe patrocinato la costruzione.

Wikipedia ci istruisce icon_lol.gif
[SIZE="1"]La costruzione di Madīnat al-Zahrāʾ cominciò nel 936 e fu ordinata dal primo califfo andaluso, ʿAbd al-Rahmān III, che decise di fondarla per farne il centro di rappresentanza del nuovo califfato, da lui stesso da poco proclamato, con un progetto urbanistico che per immagine, importanza e utilizzo di risorse può essere paragonato, facendo le dovute proporzioni, alla realizzazione di San Pietroburgo, Caserta o Versailles, tanto da essere da qualcuno definita proprio "la Versailles dimenticata del Medio Evo".

Fonti musulmane affermano che per la costruzione di questa città, unica nel suo genere e paragonabile solo al palazzo califfale abbaside di Samarra, vennero usati fino a 10.000 operai, che posero in opera fino a 6.000 pietre al giorno, utilizzando circa 400 carichi di gesso e calce, trasportati da circa 1.500 animali da soma. Purtroppo, la parte visibile oggi del sito archeologico costituisce solo il 10% della sua estensione originale, che copriva 112 ettari ed era stata pensata e progettata di proposito alle pendici della Sierra Morena per essere vista a distanza di miglia, tanto dai sudditi del califfato quanto dagli ambasciatori provenienti da altri paesi.

Il califfo ʿAbd al-Rahmān III volle edificare una nuova città che fosse simbolo del suo potere e della dignità della sua carica, imitando in questo altri califfi orientali, ma soprattutto per mostrare la propria superiorità rispetto agli Imam-califfi fatimidi del Cairo - sciiti e nemici degli Omayyadi, in gran parte invece sunniti - ma anche degli Abbasidi di Baghdad.

Al contrario della maggior parte delle città islamiche tradizionali, carenti sotto il profilo urbanistico (anche se a ciò facevano eccezione proprio Baghdad e il Cairo), Madinat al-Zahrāʾ era a pianta rettangolare (circa 1500x750 m), con vie tracciate ortogonalmente, una rete fognaria e una di canali per il rifornimento dell'acqua perfettamente progettate. È considerata la superficie urbana più grande progettata e interamente costruita nell'area mediterranea.

La sua moschea-cattedrale, o congregazionale (in arabo al-jāmiʿ ), fu completata nell'anno 941, ma la corte califfale si trasferì nella città solamente nel 945, mentre la zecca (Dār al-sikka ) vi fu trasferita nel 947/948. La città era collegata a Cordova da almeno due strade: una, di cui restano tracce visibili, accedeva direttamente al palazzo dal lato nord; l'altra, invece, entrava in città dal lato sud. Il suo lusso e la sua bellezza divennero proverbiali ai tempi del massimo splendore del califfato omayyade in Andalusia (in arabo al-Andalus).

Tale bellezza era però destinata a durare poco: già nel 1010, infatti, cominciò la distruzione della città, che non aveva nemmeno 80 anni, a seguito della guerra civile (in arabo fitna ) che pose fine al califfato e alla dinastia omayyade andalusa. La distruzione proseguì fino al 1013, anche ad opera di una tribù di puritani iconoclasti provenienti dal Nord Africa e fu poi continuata dallo spoglio che durò fino al secolo scorso, al fine di recuperare materiale da costruzione per la vicina città di Cordova.

Madīnat al-Zahrāʾ fu dimenticata e per secoli fu conosciuta solo come 'Cordova vecchia', finché fu finalmente ritrovata nel 1911 quando vennero effettuati i primi scavi archeologici. Nel 1985 il sito archeologico passò sotto la giurisdizione della Junta de Andalucia, che proseguì gli scavi. [/SIZE]

Arrivati all'apertura dei cancelli la visita merita anche se non rimane tantissimo della meraviglia che doveva essere:















Visita finita si riparte per fare tappa a Carmona. La strada è facile e veloce anche evitando l'autostrada.









Carmona alla fine della fiera, in the end of the day come dicono gli anglofoni, merita.

























Abbiamo pranzato e ripartiti per arrivare al Siviglia in cui avevamo prenotato un appartamento grande per tutti e 5...

 
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