Tecnica
Il Limitatore, e l'importanza della sua funzione
Scritto da blackbaron - Pubblicato 19/05/2007 22:47
A tal proposito descrivo brevemente il funzionamento, i benefici e gli effetti negativi a cui sono soggetti i motori, qualora fossero sprovvisti di tale dispositivo.

Il limitatore ormai diffuso ed utilizzato da molti anni sui motori, ha il compito di non far oltrepassare il numero di giri massimo per cui il motore è stato progettato.
Infatti il suo intervento fa sì che appena raggiunto il valore di potenza massima erogata, e superato il limite prefissato del regime massimo di rotazione per cui si sviluppa tale valore di potenza, il modulo di gestione del sistema di accensione opera un taglio della corrente al sistema stesso, evitando il raggiungimento di un regime che va oltre a quello in cui il motore sta già erogando il valore di potenza massima.

Ovviamente ciò riesce a farci comprendere che superare tale limite e perfettamente inutile a meno che il motore non abbia subito una serie di modifiche o elaborazioni, per cui il risultato giustifichi la necessità di girare più in alto per ottenere maggiori prestazioni ed erogare valori di potenza superiori. Per quanto riguarda gli organi del motore stesso, e ovvio che maggiore sarà il regime di rotazione, più il motore viene sottoposto a maggiore sollecitazione ed usura, e pertanto superare tale regime per cui il motore è stato progettato, può provocare rotture o cedimenti degli organi interessati che non riuscirebbero a sopportare tali sollecitazioni.

Altro fattore che può incidere nel provocare un grave danno, e che si può anche verificare nel caso di una sfollata al limite del fuorigiri o del superamento dello stesso, è il fenomeno dello "Sfarfallamento". Tale sfarfallamento insorge a causa dell'elevata velocità in cui la valvola deve effettuare il ciclo di apertura è chiusura, e tale compito nel riportare la valvola in chiusura è affidato alle molle di richiamo, che devono avere un'elevata capacità a riportare in chiusura nel più breve tempo possibile.

Da ciò si intuisce che maggiore sarà il regime di rotazione, più la valvola si dovrà aprire e chiudere velocemente, quindi le molle devono garantire a riportare in chiusura la stessa nel minor tempo possibile. Purtroppo in pratica esiste un limite per cui la molla non riuscirà a svolgere tale compito, quindi per effetto di una sfollata o di un evidente fuori giri, le molle non saranno più in grado di svolgere il loro lavoro e pertanto non riuscendo a chiudere in tempo, verrà a mancare la distanza di sicurezza (ordine di millimetri) dal pistone che entrerà in contatto inevitabilmente con la valvola che sarà ancora aperta, lasciando immaginare i possibili effetti distruttivi al motore.

Per evitare tale inconveniente viene utilizzato in alcuni motori il sistema "Desmodromico", che gestisce l'apertura e chiusura della valvola in maniera del tutto meccanica, inoltre tale sistema garantisce una minore perdita di potenza che viene generata nel sistema tradizionale dall'energia impiegata per la compressione delle molle, traendo anche il vantaggio di ottenere una maggiore durata dell'apertura delle valvole, garantendo un maggior riempimento delle camere di combustione.

Blackbaron
 

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Commento di: principe il 19-05-2007 23:22
una domanda...forse sia banale o forse no..ma il limitatore è inserito in tutte le moto? sulle supersportive solo oppure in tutte tutte? interessamento sulla zeta...

non mi bacchettate :D ma è una domanda che solo ora mi sono accorto di non sapere

lampsss

p.s. complimenti per l'articolo
Commento di: Runenumbersix il 24-05-2007 11:18
Ottimo articolo complimenti! Aggiungerei solamente la motivazione, forse non chiara a tutti, per la quale le molle sfarfallano: l'effetto che viene ottenuto da molle sollecitate in maniera estremanente veloce a cicli di compressione e ritorno elastico, ha purtroppo a che fare con l'inerzia della molla stessa (e degli organi in moto con essa, cioè della valvola ad esempio). Più il complessivo mobile molla-valvola è "pesante", maggiore sarà l'effetto inirziale che tende a lasciare la molla compressa anche quando la camma non è nel punto di alzata massima. Purtroppo l'unico modo per limitare il peso delle molle è diminuire la quantità di materiale che si può mettere. Questo si tradurrebbe però in un filo della molla di sezione minore, e si raggiungerebbe una forza insufficiente in chiusura, raggiungendo nuovamente un limite di sfarfallamento a giri minori, dovuto al peso degli altri organi in moto. E' 1 pò come un cane che si morde la coda!! L'altra strada percorribile, oltre all'ottimo sistema desmodromico che consente un aumento del rendimente del motore e quindi più potenza disponibile all'albero con meno consumi, è l'adozione di materiali con le stesse caratteristiche dell'acciaio ma con densità inferiori. Nel panorama mondiale l'unico materiale per ora utilizzato a tali scopi + il titanio!

Vi rimando a un breve ma interessante articolo sui componenti in titanio per l'industria automotive prestazionale!

Saluti a tutti

http://www.ing.unitn.it/~colombo/Nuovi_utilizzi_del_titanio/utilizzo_in_campo_automobilistic.htm
Commento di: plantigrado il 06-01-2017 17:54
Salve. Ottimo articolo, complimenti. Solo una domanda, forse banale, ma sono nuovo nel mondo motociclistico. Chiara l' importanza di questo accessorio per salvaguardare la meccanica del gruppo pistone e valvole da velocità di lavoro oltre i limiti, tuttavia non ho capito a fondo cosa succede nel caso entra in azione il limitatore. Cioè, secondo il significato del termine, verrebbe da intendersi che oltre il limite di progetto non ti fa andare, ma comunque ti blocca sul valore massimo. Faccio un esempio: se ho un limitatore che è tarato su 12000 giri, sono a questo regime e nonostante questo la manopola del gas e la valvola e i dispositivi di alimentazione avrebbero ancora margine di aumento, il limitatore in maniera elettronica dovrebbe mantenere comunque le iniezioni di benzina e le accensioni sempre e comunque a 12000, non uno di più. Ma ho provato a cercare in internet dettagli sul funzionamento, e mi pare di avere capito che superati i fatidici (nel nostro caso) 12000 RPM, il dispositivo "taglia" corrente e in qualche caso anche alimentazione. Ma se taglia, è da intendersi completamente? Cioè il motore diventa una massa inerziale trascinata dalla moto lanciata e acquista una funzione tipo freno motore almeno fino a che non riporto indietro un pelino la manopola? Oppure (come avrei pensato io), taglia solo l' eccedenza, e continua a girare alimentato al 100% ai 12000? Perchè se tagliasse completamente, mi sembrerebbe soluzione un poco pericolosa, o no? Grazie!