Tecnica
Ammortizzatore di sterzo e guida poco sciolta: l’abc sulla stabilità di una moto
Scritto da -Neo- - Pubblicato 11/05/2017 09:01
In un'era dominata da moto che dichiarano di possedere 200cv su 200kg in ordine di marcia, l'intervento combinato di scienza, meccanica ed elettronica è sempre più necessario per sopperire alle inefficienze dell'uomo nel tentativo di compiere la nobile arte motociclistica di domare, anche su strada, mezzi sempre più simili alle controparti che si vedono competere in pista...

Tra le varie soluzione tecniche che le moto moderne ci propongono, l'ammortizzatore di sterzo sembra essersi fatto largo tra tanti altri accessori come un must, qualcosa di indispensabile da avere e tale da conferire un valore aggiunto alla moto sportiva; probabilmente tutti sapete di cosa sto parlando, conoscete benissimo questo accessorio e il suo funzionamento, ma vi siete mai chiesti perché proprio questo accessorio?

Perché l'ammortizzatore di sterzo?



Partiamo da una premessa generale, molto importante, che mi fa sempre piacere ribadire: una motocicletta in movimento costituisce un'entità a sé fondamentalmente stabile, se il suo pilota la lascia in pace.
Se chi guida la moto non fosse in sella in quel momento, fondamentalmente la moto sarebbe più contenta ed efficace; patirebbe meno trasferimenti di carico, meno trasferimenti di vibrazioni, di oscillazioni, di tutte quelle forze dannose alla stabilità e all'equilibrio che un pilota inesperto abitualmente propaga in giro per la moto, trasmettendole a tutti i suoi organi più sensibili. .
La moto sarebbe meno violentata, letteralmente potremmo definire l'arte del motociclismo come uno stupro della fisica stante dietro il concetto idealistico di motocicletta.

Ciò detto, a seconda di quali saranno le condizioni del manto stradale, della velocità, del carico, delle gomme e delle sospensioni, la testa della moto oscillerà, a destra e a sinistra, a seguito della combinazione di tutte queste variabili assieme.

Le moto scuotono la testa

Forse non ce ne rendiamo bene conto quando guidiamo, ma tutte le moto lo fanno e lo fanno costantemente. Ciò che purtroppo la maggior parte dei motociclisti non riesce a comprendere è che tale oscillazione è insita nella natura ingegneristica delle sospensioni della moto, data dallo pneumatico che agisce in forza combinata con la forcella.
Fondamentalmente è positivo che la moto si corregga sterzando per conto suo durante la guida, purché questo effetto oscillatorio resti entro limiti di tolleranza controllati.

Forse quanto sto per dire sarà più chiaro agli enduristi che, abituati a portare le loro due ruote su sterrato, si saranno resi sicuramente conto di quanto sia importante assecondare i movimenti della testa della moto per mantenerla in piedi sui fondi più insidiosi, ma tutto si basa sul principio che la gomma di cui sono fatti gli pneumatici è flessibile, ed è quindi lei il primo elemento strutturale in grado di assorbire le asperità del manto stradale.
Nel momento in cui l'elasticità dello pneumatico raggiunge il limite di flessibilità, il secondo elemento ad entrare in gioco per stabilizzare la moto è l'azione combinata delle forcelle che, essendo il primo elemento “mobile” della moto, cominciano a spostarsi su e giù da un lato all'altro.
Quando entrambe queste componenti hanno raggiunto il loro limite senza riuscire a smorzare la forza indotta dalle deformazioni causate dal manto stradale, o dalla guida particolarmente aggressiva (o di ambedue le cose), ne consegue un alternato cambiamento dei carichi che portano ad avere una superficie di contatto gomma-suolo ampia (quando il carico è pesante) e ridotta (quando si alleggerisce il carico).

Il susseguirsi di queste fasi in presenza di più asperità causano il fenomeno di oscillazione dell'anteriore della moto.


Queste oscillazioni risultano essere mal volute da molti motociclisti, sempre più spesso mi capita di sentire lamentele da gente che necessita assolutamente a tutti i costi di un ammortizzatore di sterzo Ohlins, che quello di serie non funziona sufficientemente bene e che quei fastidiosi scuotimenti di manubrio alla guida devono essere eliminati tarandolo molto stretto.

Ma è davvero questa la soluzione?

Nessun uomo è fisicamente abbastanza forte da impedire lo scuotimento, e questo è un bene, perché se ci riuscisse la moto sbacchetterebbe istantaneamente in modo molto violento, in quanto le forze di cui abbiamo parlato in precedenza cercherebbero sfogo propagandosi verso la coda della moto, che andrebbe totalmente fuori controllo… tuttavia è esattamente quello che accade quando un pilota inesperto guida in maniera poco sciolta la moto: irrigidendo le braccia, e attraverso il suo corpo, le forze scatenate dalle deformazioni del suolo vengono trasferite al resto della moto, generando instabilità.

Come fare allora?

Ammortizzatore di sterzo

E' bene considerare l'ammortizzatore di sterzo più come un palliativo che non un vaccino atto a prevenire e proteggerci dai mali: se la maggior parte delle moto in circolazione funzionasse bene ed i proprietari le guidassero correttamente, l'ammortizzatore di sterzo si renderebbe quasi superfluo; moltissimi piloti lo tengono infatti regolato al minimo, cosa comunque differente dal non avercelo affatto.
Tale sistema di smorzamento delle oscillazioni della testa della moto si rende necessario in particolar modo su mezzi caratterizzati da offset della forcella e angoli del canotto di sterzo molto ridotti, interasse corto e potenze elevate, anche per consentire al pilota di gestire più facilmente le oscillazioni che scaturiscono nel momento in cui la ruota anteriore ritorna a terra, a seguito delle frequenti impennate "di potenza", dovute alla deformazione della gomma a causa del trasferimento di carico alternato.

Ma su strada? Di certo gli ammortizzatori di sterzo non fermano completamente le oscillazioni, ma ne l'imitano l'estensione e l'intensità; quando parlo di intensità mi riferisco in particolare al c.d. “effetto wobble”, che ha come conseguenza un colpo di frusta (o meglio di sterzo, ndr.) nella direzione opposta a quella dell'entità che ha causato la deformazione dello pneumatico nel momento in cui esso riacquista la sua forma originaria: infatti, quando il carico si alleggerisce, la forcella cerca sempre di tornare alla posizione centrale o "neutra" ma in realtà ciò non accada mai; la forcella non si ferma mai esattamente nella posizione "neutra", ma la oltrepassa leggermente prima che la gomma incontri l'asperità successiva.
Se le asperità si susseguissero in maniera molto rapida da un lato all'altro della gomma, una moto sprovvista di ammortizzatore di sterzo o di pilota sufficientemente abile (o di entrambe le cose), potrebbe ugualmente perdere stabilità fino a sbandare andando in risonanza e finendo fuori controllo.

Però, dal momento che l'ammortizzatore di sterzo è collocato molto avanti sulla moto, egli non dispone della leva necessaria a trasmettere le oscillazioni che assorbe al resto del mezzo… a meno che non sia regolato in maniera eccessivamente stretta!
Introduciamo quindi un ulteriore fattore critico nella nostra disamina degli ammortizzatori di sterzo che è il loro posizionamento: se l'ammortizzatore fosse molto lungo ed ancorato alla parte posteriore della moto, trasferirebbe le sbacchettate a tutto il mezzo.
Citando Wikipedia, “sulle motociclette, gli ammortizzatori di sterzo possono essere disposti lateralmente, fissandone un'estremità al telaio e l'altra allo stelo o al fodero della forcella, oppure centralmente, collegando un'estremità alla piastra della forcella e l'altra al telaio."
Tralasciando quindi la disposizione precisa dell'artificio, si noti comunque come esso sia posizionato anteriormente a prescindere.

Ad ogni modo la moto oscillerà con o senza ammortizzatore di sterzo se chi la guida assume una impostazione rigida in sella, rendendone vana la spesa e l'applicazione.

Concludendo quindi, l'ammortizzatore di sterzo è uno strumento volto a contrastare alcune di quelle reazioni di sopravvivenza del guidatore (es. irrigidimento dei muscoli) che porterebbero instabilità alla moto, trasferendole pericolose oscillazioni dall'anteriore al posteriore, causando sbacchettamento e perdita di controllo. L'ammortizzatore di sterzo, se tarato adeguatamente, si incarica di assorbire parte della forza generata dagli scuotimenti della testa della moto in modo tale che chi guida abbia a sua volta meno oscillazioni da trasferire, attraverso il suo corpo, alla coda della moto. Il fine dell'ammortizzatore di sterzo sarà però reso vano se chi lo equipaggia lo regolerà eccessivamente duro, oppure se mancherà di assumere una guida adeguatamente rilassata.
In qualsiasi caso sarà consigliabile installare un ammortizzatore di sterzo su un mezzo da competizione, per consentire al pilota una gestione facilitata delle oscillazioni indotte dalla deformazione della gomma anteriore a seguito di potentissime frenate e impennate in sede di apertura del gas.

 

Commenti degli Utenti (totali: 7)
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Commento di: pmpaolo il 16-05-2017 10:56
Bellissimo articolo, degno delle più blasonate riviste di motococlismo Smile
Commento di: PaoloGrandi il 20-05-2017 23:37
Molto chiaro e ben scritto.
Ho quindi fatto bene a non far ritarare il mio originale... Cool
Commento di: aketoest il 06-06-2017 21:59
Almeno per me che uso la moto " in strada " tutto l'anno , con la mia fireblade " da 11 anni " che monta l'ammortizzatore di sterzo elettronico , devo dire che è un accessorio utile più utile del abs , tanto per rendere l'idea a proposito di sicurezza .
Commento di: EDO63 il 11-06-2017 10:51
.."dello pneumatico.." non è il massimo per la forma grammaticale italiana..inoltre..che cosè la testa della moto ??
Commento di: Rocan il 08-08-2017 10:57
http://www.treccani.it/enciclopedia/pneumatico-il-o-lo_%28La-grammatica-italiana%29/
Commento di: ansetup il 08-06-2017 15:32
Complimenti per l' articolo ben fatto ed esauriente .
Personalmente , ho sempre odiato la presenza di questo genere di accessori , al punto da rimuoverli anche ove previsti di serie .
Ricordo che l' unica occasione in cui l' ho installato , è stata quando gareggiavo in cronoscalata con un BMW R 65 .
Si trattava di un Lispa ( ex Guzzi ) , la cui utilità , almeno su quella moto , era indiscutile .
Diciamo che serviva unicamente per compensare reazioni poco simpatiche della ciclistica , progettata evidentemente per tutt' altro scopo.... ASD ASD
Commento di: Elr0ndK il 21-08-2017 17:13
Articolo molto interessante.

Detto questo, non e' la prima volta che sento concetti come "la moto in se' e' stabile, e' il pilota che la disturba"; ok, ma bisogna fare una premessa alla premessa: si parla di forze. Perche' senza questa doverosa premessa della premessa sembra quasi che le moto si guidino da sole contrastando l'eventuale incapacita' del pilota, ma non e' cosi'.