Moto
Pieghe su strada. Questione di feeling?
Scritto da robros - Pubblicato 04/12/2012 09:24
I principi fisici che stanno dietro ad una piega su strada, le curve paraboliche, perché ci si può sentire più sicuri piegando a destra o a sinistra

Chi di noi non si è mai posto la seguente domanda: “Quali pieghe mi vengono meglio? Destra o Sinistra?”
Molto spesso il feeling percepito non viene capito nel suo insieme e ci si limita a dire che ci si sente più a proprio agio e quindi che vengono meglio da un lato piuttosto che un altro. Ad eccezione di alcuni casi particolari (i quali per definizione confermano la regola) come problemi/dolori fisici, ecco quali sono i parametri da prendere in considerazione per meglio capire quello che ci "dicono" la nostra moto e la nostra sensibilità:
  • inclinazione del profilo stradale 
  • percezione visiva

Prima di affrontare i parametri è il caso di chiarire qualche termine che sarà utilizzato. Cercherò di farlo senza utilizzare termini accademici senza scendere in dettagli non necessari alla comprensione dell’argomento trattato e con esempi pratici.

Forza centrifuga:
E’ la forza che «spinge» in direzione opposta alla nostra traiettoria. Se andiamo a destra, la forza centrifuga ci spingerà verso sinistra e viceversa. Esempio pratico: siete mai stati al Luna Park? Avete mai guardato la classiche giostre che girano su se stesse che hanno tanti seggiolini attaccati con delle catene (calcinculo)? Bene. Quando la giostra è ferma, i seggiolini sono in posizione perpendicolare al terreno grazie alla forza di gravità. Quando la giostra gira, i seggiolini cominciano a spostarsi verso l’esterno e più la velocità aumenta, più i seggiolini si spostano. Questa è la forza centrifuga.

Forza centripeta:
E’ l’opposto della forza centrifuga. Ovvero è la forza che aumenta all’aumentare dell’intensità della curva che stiamo affrontando. In pratica, quando curviamo, spostiamo il peso moto/pilota verso l’interno della curva spostando quindi il baricentro (punto d’equilibrio) lontano dalla zona d’appoggio della moto (punto in cui i pneumatici toccano l’asfalto). A parità di velocità, più il baricentro è lontano dal punto d’appoggio, più la traiettoria curvilinea sarà stretta.

Di fatto queste due forze si contrappongo continuamente mentre pieghiamo.
All’aumentare della forza centrifuga (dando gas ad esempio), allarghiamo/apriamo la traiettoria iniziale. All’aumentare della forza centripeta (aumentando l’angolo di piega ad esempio), stringiamo/chiudiamo la traiettoria iniziale. Ecco un'immagine al fine di visualizzare il concetto di allargare/aprire e stringere/chiudere una traiettoria.



Ora possiamo passare all’analisi dei parametri elencati precedentemente.

Inclinazione del profilo stradale:
la quasi totalità delle strade extraurbane che si prestano ad un utilizzo allegro da parte delle moto sono abbastanza bene asfaltate. Possiamo quindi dire che un fattore da prendere in considerazione è l’inclinazione del manto stradale. Moltissime strade solo leggermente baulate, altrimenti dette a “dorso di mulo” (per favorire il drenaggio dell’acqua in caso di pioggia). Ecco un'immagine in cui si può notare la leggera baulatura:



In caso di strada baulata, l’angolo di piega necessario per affrontare una curva a destra sarà minore in quanto stiamo di fatto affrontando una parabolica.
Ovvero, l’inclinazione della strada si contrappone alla forza centrifuga diminuendone quindi l’effetto e permettendoci di piegare meno. Risultato, saremo più a nostro agio nell’affrontare questo tipo di curve.

Nel caso di una curva a sinistra sempre su strada baulata, la situazione è esattamente contraria al caso precedente. L’angolo di piega necessario sarà maggiore perchè saremo in contropendenza e quindi la forza centrifuga non sarà ostacolata e se volessimo affrontare la curva alla stessa velocità, angolo di piega dovrà essere quindi superiore. In caso di strada non baulata ma semplicemente inclinata (classico caso delle tanto amate strade appenniniche ed alpine) i principi sopra esposti restano ovviamente invariati.

Per cercare di spiegare meglio il concetto, anche in modo visivo e comprensibile per tutti, le immagini migliori sono quelle relative alla velocità su pista in bicicletta. Prendete come riferimento quest’immagine.



Stanno percorrendo a bassa velocità una strada inclinata verso sinistra. Forza centrifuga e centripeta di fatto nulle. La loro posizione non è perpendicolare al piano che percorrono ma lo è rispetto al piano ideale. Ovvero, per restare in equilibrio, si compensa l’inclinazione della strada. I pneumatici non stanno quindi poggiando sulla loro fascia centrale ma sul lato opposto al senso dell’inclinazione della strada. Questa è la posizione che abbiamo in caso di rettilineo su strada inclinata. Facendo sempre riferimento alla foto, se l’inclinazione della strada resta costante ed all’aumentare della velocità, è chiaro che in caso di curva a destra arriveremmo molto prima a toccare la parte più esterna dei pneumatici col rischio d’incappare in una perdita d’aderenza ed inversamente nel caso di una curva a sinistra dovremo piegare molto meno. In questa foto, gli stessi ciclisti che affrontano la curva a velocità più sostenuta. Noterete che l’angolo di piega rispetto alla strada è praticamente nullo.



Percezione visiva:
Partendo dal principio che si parla di guida su strada, è ovvio che in caso di curva cieca non ci si deve MAI “buttare dentro” alla curva dando per scontato che l’uscita sia libera da ostacoli. Per questo motivo spesso le curve a destra possono creare un’insicurezza nel rider che può prodursi in un irrigidimento del corpo fino ad arrivare in certi casi a posizioni innaturali della schiena e della testa per cercare un campo visivo migliore. L’irrigidimento delle braccia (che hanno anch’esse una funzione d’ammortizzatore sull’avantreno), delle gambe ed uno spostamento non il armonia con la moto creano ripercussioni sul comportamento della ciclistica ed ad un’affaticamento anticipato ed il tutto si traduce in un feeling peggiore.

Per chiarire ancora meglio il concetto, ecco un'immagine del campo visivo di una curva a destra:



Di norma il campo visivo nelle curve a sinistra è abbastanza aperto. Questo ci permette di preparare in anticipo l’uscita della curva evitando le situazioni citate sopra. Ecco un'immagine:



Ultimo, ma non meno importante, è la predisposizione naturale (che varia da persona a persona) nel mettere a fuoco e valutare distanze e dimensioni più o meno velocemente. Questa capacità, più o meno spiccata, si traduce ovviamente in una maggiore reattività ed anticipazione nei movimenti a tutto beneficio della sicurezza e quindi del feeling.

Spero che queste poche parole possano aiutarvi a chiarirvi dubbi ai quali tutti i motociclisti, presto o tardi, hanno dovuto fare fronte.
Ricordate che la strada non è una pista. La strada è di tutti. Polso destro sempre connesso al cervello. Rispettate sempre gli altri utenti della strada.

Questo articolo è il risultato di un'analisi di vari posts presenti sul Tinga e da esperienze in prima persona.

Lamps
 

Commenti degli Utenti (totali: 15)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: estel82 il 04-12-2012 10:45
Articolo interessante. Grazie per le spiegazioni Wink
Commento di: robros il 05-12-2012 15:53
Sono felice che ti sia stato utile Wink
Commento di: devargas il 05-12-2012 15:36
Ottime nozioni: guidando si percepiscono differenze, soprattutto di piega, ma non sempre ci si sofferma tanto da ragionarci veramente. Oltretutto non tutti hanno le nozioni per farlo. L'articolo mi è piaciuto, ed un buon ripasso è sempre utilissimo.
Commento di: robros il 05-12-2012 15:54
Sempre disponibile. Wink
Commento di: mirko3 il 05-12-2012 22:26
grazie mi hai chiarito perfettamente il concetto infatti mi chiedevo perche' nelle curve a destra pur sentendomi piu' a mio aggio la gomma mi si traccia meno a sinistra invece pur sentendomi meno a mio aggio la gomma la traccio completamente e non mi spiegavo il perche' ora o capito ma un dubbio lo avevo gia' ora ho chiarito il dilemma.
Commento di: robros il 06-12-2012 07:52
Wink
Commento di: Quarantuno il 08-12-2012 00:12
leggendo di tecnica di guida e pieghe mentre fuori nevica mi viene da piangere.............
articolo ricco di notizie utili da rammentare nei momenti buoni durante le pieghe preferite.
mi piacerebbe avere delle strade tenute meglio, cioè più sicure per affrontarle in sicurezza merito anche di queste note.
Commento di: teozico il 13-12-2012 12:39
ho appena preso una FZ1 del 2009 e sono andato subito a provarla anche se fà un freddo becco Smile ....però non ho potuto piegare perchè con sto freddo (8) gradi .......la gomma sembra suola Smile ...ma mi rifaccio questa primavera .......e poi le nostre strade non sono il massimo .....
Commento di: Ospite il 13-12-2012 07:38
chiara ed esauriente la tua analisi,tutto vero e sperimentato a partire dai cosiddetti dolori fisici che ogni motociclista ha cronicizzati dall'andare sempre in moto, aggiungerei solo il tipo di moto ed il peso della stessa che giocano un ruolo importante quando si piega ,e poi come dici tu tutti i giorni non sono uguali ,a volte non ci si sente di affrontare ore ed ore di curve ,comunque complimenti per questa analisi vera ed approfondita ciao Nino
Commento di: Ospite il 13-12-2012 07:39
chiara ed esauriente la tua analisi,tutto vero e sperimentato a partire dai cosiddetti dolori fisici che ogni motociclista ha cronicizzati dall'andare sempre in moto, aggiungerei solo il tipo di moto ed il peso della stessa che giocano un ruolo importante quando si piega ,e poi come dici tu tutti i giorni non sono uguali ,a volte non ci si sente di affrontare ore ed ore di curve ,comunque complimenti per questa analisi vera ed approfondita ciao Nino Five
Commento di: robros il 13-12-2012 12:45
Grazie
Commento di: francoelpato il 13-12-2012 12:30
complimenti! chiaro e semplice.
però! c'è un piccolo (grande) però...
Vado in moto da più di 40 anni e, da sempre, chi mi ha insegnato mi ha fatto entrare nella testa la prudenza: per questo ho apprezzato molto le tue ultime raccomandazioni. Però!
La prima foto, quella sulla quale spieghi il "dorso di mulo" non mi piace.
Il notro amico in moto è in una posizione molto pericolosa (quante volte ci è capitato!) per sè e per gli altri.
E' vero che ha le ruote dalla sua parte della strada, ma il corpo è ben oltre la mezzeria. Io non so come è la visuale successiva, ma MAI MAI MAI passiamoquella striscia bianca che spesso può essere la separazione fra la vita e la "non vita", nostra e altrui.
Fra l'altro sono soccorritore 118 e non voglio (vorrei!) mai trovarmi ad dover intervenire.
Non è colpevolizzare nessuno, ma cerchiamo, come hai fatto nel complesso del tuo bell'articolo, di essere, sempre almeno un poco educatori alla sicurezza.
Ti rispondo con il mio LAMP (senza la s - plurale): una volta troppi saluti con il faro facevano bruciare anzitempo le lampadine...
ciao ciao
Commento di: robros il 13-12-2012 12:38
Ciao Fancoelpato, sono pienamente d'accordo con il tuo post.
La foto "incriminata" é la migliore che ho trovato per permettere di visualizzare la baulatura e la meno peggio per quanto riguarda la posizione del motociclista.
Detto questo...non posso che quotare parola per parola quanto hai scritto.
Ne approfitto per farti i complimenti e per rigraziarti per il tuo lavoro al 118. Massimo rispetto per quello che fate.
Lamps
Commento di: teozico il 13-12-2012 12:35
beh certo che non tutte le moto hanno le stesse caratteristiche quindi varia a secondo della moto che stai guidando .....credo .....c.q. avere un minimo di tolleranza da poter spendere in casi d'emergenza è la cosa migliore ......bellissimo articolo Smile Up
Commento di: robros il 13-12-2012 12:44
Ciao Teozico, i principi fisici e dinamici rimangono gli stessi a prescindere dal tipo di moto.
Ovviamente, come riportato alla fine dell'articolo, la strada non è una pista e quindi dobbiamo SEMPRE avere un buon margine di sicurezza.