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Portogallo 2023 - Go West!
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16376554 Inviato: 28 Dic 2023 17:38
 

Sabato 16 Settembre
Ieri sera la giornata è terminata con una birra alla spina al mirabolante costo di 2€, il che ha scatenato in me la vena poetica: "Un posto dove una pinta di birra costa 2€ merita di essere patrimonio del'umanità UNESCO". Questa perla di saggezza non è stata vergata sui muri dei bagni ma su Facebook, praticamente la stessa cosa.

L'arrivo tardivo di ieri sera non ci ha permesso di visitare completamente la città di Évora, tentiamo di rimediare questa mattina ma senza grandissimo successo: è ancora presto e molti edifici sono ancora chiusi (tra questi la cattedrale che ci limitiamo a fotografare dall'esterno). Un bar in piazza ci ospita per la colazione.


Raccogliamo i bagagli e partiamo, ci aspetta un trasferimento autostradale verso la costa e Lisbona. Poco dopo la partenza inizia a piovere, prima di infilarci in autostrada indossiamo le antipioggia. L'acqua ci accompagna per tutto il tragitto. Arrivato al casello di uscita il biglietto autostradale (questa tratta non ha il pedaggio free-flow) stivato nella tasca dell'antipioggia è bagnaticcio e non entra nell'apposita feritoia. L'operatore dalla sala di controllo mi comunica qualcosa in portoghese (che ovviamente non capisco), la macchina infernale continua a ripetere di inserire il biglietto, tento di spiegare in inglese che il biglietto è bagnato finché non giunge un altro operatore che, gentilmente, mi aiuta con le operazioni di pagamento semplicemente comunicando al collega il numero del casello di entrata. Da solo non ce l'avrei mai fatta!
Finalmente uscito dal casello scopro che anche Marcello, fermo due piste più in là, aveva avuto problemi con il pagamento (la macchinetta non accettava il suo biglietto, lo sputava fuori, se non ricordo male) e che anche lui era stato aiutato dal solerte operatore.
La pioggia continua a scendere mentre attraversiamo Setubal (città natale di Jose Mourinho) verso la Serra de Arrabida dove avevamo previsto di percorrere la strada panoramica e così effettivamente facciamo, peccato che la nebbiolina in risalita dall'oceano la renda il panorama piuttosto grigio e uniforme! Ci fermiamo ugualmente per un paio di foto rimanendo con la curiosità di cosa dovesse essere col bel tempo quel luogo!

Non ci perdiamo d'animo e ci dirigiamo verso Lisbona, il tempo ora volge al bello. Attraversiamo il Ponte XXV Abril, il Golden Gate portoghese sull'estuario del Tago, e ci troviamo nella freguesia Alcântara di Lisbona diretti verso Belém che attraversiamo per portarci a Cascais.

Nella cittadina che vide l'esilio dell'ultimo re d'Italia (avenida Rei Humberto II de Itália è lì a testimoniarlo) visitiamo Boca do Inferno, una particolare formazione rocciosa che, in tempo di mare grosso, è caratterizzata dagli spruzzi delle onde che su di essa si infrangono. Oggi il mare è calmo.

Mentre scendiamo a visitare e fotografare incrociamo una prosperosa rappresentante del sesso femminile, a Marcello scappa un "tanta salute" e io che sono dietro di lui noto una smorfia a mo' di sorriso sul viso della suddetta. Non ci presto particolare attenzione e proseguo la visita all'attrazione che la natura ha donato a quel luogo (sto parlando della scogliera, non fraintendete). L'ora è consona per il pranzo e decidiamo di fare un po' di coda al chioschetto che vende cibo dopo aver trovato anche un tavolo al quale sederci e mangiare un panino. La giovane esponente della categoria maggiorate si siede, con la famiglia, nel tavolo di fianco al nostro, bastano due parole (anzi, un paio di gesti...) e capiamo che sono italiani! Timidi e riservati come siamo cerchiamo di evitare di farci riconoscere, credo con scarsissimi risultati!

La tappa successiva della nostra giornata è Cabo da Roca che raggiungiamo percorrendo, quando si può, il lungomare. La vista sull'oceano è stupenda. Il capo, punto più occidentale della piattaforma continentale europea è un luogo turistico e, come tale, è pieno di gente. Vale sicuramente la visita, non solo per l'estremo geografico che rappresenta ma anche e soprattutto per il paesaggio, le scogliere, il faro e l'oceano.


Puntiamo le moto verso Sintra, la bella strada che la collega a Cabo da Roca è un po' trafficata e ci impedisce di dare sfogo ai cavalli delle nostre due ruote. Arrivati alla città famosa soprattutto per il Palácio da Pena (che non avevamo in programma di visitare a causa delle lunghe attese anche per chi ha acquistato il biglietto online), seguiamo il navigatore sul quale avevo impostato un parcheggio defilato che ci avrebbe permesso di raggiungere la Cruz Alta, punto di osservazione privilegiato sul palazzo. Peccato che la strada pedonale che pensavo di percorrere fosse chiusa da un cancello. Dopo aver camminato fino al Miradouro de Santa Eufemia - altro punto dal quale, secondo le informazioni trovate su internet, si poteva vedere il Palacio - ed aver visto solo il panorama sulla pianura sottostante, camminiamo su una strada più in basso sempre in direzione della Cruz Alta, rendendoci però conto dell'impossibilità di raggiungerla dal punto dove ci trovavamo. Torniamo sui nostri passi. Avremo camminato per un'ora circa con tratti in decisa salita. E' ormai tardi per l'ingresso "canonico" al parco, quello che avevamo voluto evitare, per l'affollamento che lo caratterizza e decidiamo di dirigerci a Lisbona dove abbiamo l'albergo prenotato per le successive due notti. Il Palácio da Pena ci accontentiamo di averlo visto da lontano e lo rivedremo, sempre da distante, anche la mattina che lasceremo Lisbona.

L'avvicinamento alla capitale lusitana è caotico come in tutte le grandi città, un po' di coda (che ci permette però di ammirare l'acquedotto delle acque libere che attraversa la valle dell'Alcântara) e parcheggiamo sulla strada di fronte all'albergo nel Barrio Alto che ha visto tempi migliori. Poco male, abbiamo un tetto sulla testa, un letto nel quale dormire e un bagno dove farci una doccia: non ci serve altro.
Vestiti abiti "civili" ci immergiamo nella città di Lisbona. Poco distante dal nostro albergo c'è il Miradouro de São Pedro de Alcântara che domina dall'alto la città e i quartieri Baixo e Alfama. Lì vicino troviamo un piccolo ristorante dove cenare a base di pesce, ottime pietanze, cameriere simpatico e un tavolo di italiani poco distante da noi... Non c'è destinazione turistica dove i nostri connazionali non siano presenti.

Dopo cena scendiamo verso la parte bassa della città per la consueta visita all'Hard Rock café e due passi nella zona della piazza del Rossio. Per risalire verso il nostro albergo decidiamo di usufruire dell'Elevador da Glória, un tram funicolare che percorre in breve tempo il tratto in ripida salita che separa i due quartieri di Baixo e Barrio Alto, caratterizzato dalle due carrozze gialle degli anni '20 del secolo scorso con gli interni in legno inpreziositi da dettagli in ottone tipici dell'era industriale.

Una birretta al Miradouro de São Pedro de Alcântara ci predispone, come se ce ne fosse bisogno, per una sana dormita.

Km 262
Passi 1
 
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16376590 Inviato: 28 Dic 2023 23:41
 

 
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16376591 Inviato: 28 Dic 2023 23:46
 

Certo però che non fare nemmeno una foto alla prosperosa... eusa_naughty.gif 0509_vergognati.gif
 
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16376735 Inviato: 30 Dic 2023 0:59
 

Bravissimi ! 0509_up.gif
 
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16376821 Inviato: 31 Dic 2023 0:01
 

JO74 ha scritto:
Certo però che non fare nemmeno una foto alla prosperosa... eusa_naughty.gif 0509_vergognati.gif


E' stata sufficiente la dichiarazione di apprezzamento, fidati eusa_whistle.gif
Era davvero mooolto prosperosa, credo avesse almeno una settima icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif
Ed era l'unica italiana in quel momento in quel luogo, pensa che fortuna icon_cool.gif
 
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16376822 Inviato: 31 Dic 2023 0:06
 

topomotogsx ha scritto:
Era davvero mooolto prosperosa, credo avesse almeno una settima icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif

 
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16377716 Inviato: 5 Gen 2024 17:34
 

Domenica 17 Settembre

Oggi le moto rimangono parcheggiate. Dopo colazione cerchiamo una lavanderia a gettoni perché necessitiamo di fare un bucato, ce n'è una poco distante dall'albergo che fa al caso nostro. Dedichiamo la giornata alla visita della città di Lisbona, molto affascinante. Scendiamo verso la riva del Tago e uno scroscio di pioggia ci costringe a trovare riparo sotto la tenda da sole di un negozio.

Decidiamo a questo punto di acquistare un biglietto giornaliero dei trasporti e recarci a Belém per vedere la Torre. Il percorso in treno è piuttosto breve, scendiamo all'ultima stazione con tariffa urbana, poi ci aspetta una discreta passeggiata lungo il fiume. Scattiamo qualche foto al Padrão dos Descobrimentos (Monumento agli esploratori marittimi), costeggiamo la marina e arriviamo alla famosa torre di Belém. La coda per la visita è lunghissima e pertanto soprassediamo.

Qualche foto, la vista è molto bella in tutte le direzioni, c'è solo l'imbarazzo della scelta tra Ponte XXV Abril, Santuário de Cristo Rei, fiume, Mosteiro dos Jerónimos poco più in là. Proprio verso quest'ultimo torniamo con l'idea di mangiare un boccone e rientrare verso il centro. Anche la coda per entrare al Monastero è lunghissima - c'è da aspettarselo, è domenica - e pure quella per la famosa pasticceria dei Pastéis de Belém.

Decidiamo di rientrare in centro con il tram ma quello giusto non arriva mai, prendiamo quindi un bus, scoprendo una volta a bordo che il biglietto giornaliero che avevamo acquistato al distributore automatico della stazione di Cais do Sodre è valido solo per i treni. Paghiamo il nostro ticket e rientriamo a Cais do Sodre dove la Casa Portuguesa do Pastel de Bacalhau attira la nostra attenzione: pranzo a base di Pastel de Bachalau e, visto che collaborano con il Museu da Cerveja, birra da 0,60 l servita in un bellissimo bicchiere a forma di bottiglia di birra rovesciata!

Nel frattempo esce un bel sole caldo, che ben ci predispone al prosieguo della visita alla città. Costeggiando il fiume ci portiamo verso il quartiere dell'Alfama, uno dei più caratteristici di Lisbona, e verso la cattedrale (la Sé de Lisboa, ho finalmente capito l'etimologia della parola Sé, e della corrispondete spagnola Seu, per indicare la Cattedrale: letteralmente è sede, la sede vescovile). Nelle vicinanze della cattedrale vi è anche la casa natale di Sant'Antonio da Padova (nativo appunto della capitale lusitana e qui conosciuto come Santo Antonio de Lisboa) ora convertita in chiesa, di fronte alla quale vi era un mercatino e una festa con ritmi africani e sudamericani.



Proseguiamo il nostro cammino in salita attraverso l'Alfama, incrociando più volte l'Elétrico 28, il caratteristico e famosissimo tram portoghese, andando verso il castello di San Giorgio che visitiamo all'interno e dal quale ci godiamo il panorama sull'intera città nell'ora dorata.


Rientriamo in hotel per una doccia, dopo la giornata di cammino è necessaria, e abbiamo la spiacevole sorpresa di trovarla fredda. Il primo sotto la doccia sono io, già la sera precedente l'arrivo dell'acqua calda si era fatto attendere ma oggi l'attesa è oltre ogni ragionevole durata. Marcello comunica alla reception il disguido e il receptionist, dapprima incredulo, verifica che effettivamente si era spenta la caldaia. Purtroppo i tempi di riscaldamento dell'acqua sono piuttosto lunghi e quindi ci arrendiamo al fatto di doverla fare fredda!

A cena ci attende la più classica delle "carrambate": alla partenza, sotto un mio post instagram con la foto delle carte stradali e della guida Rough Portogallo, un amico tingavertiano commentava: "partiamo domani, stessa destinazione" e il suo compagno di viaggio "ecco... mi tocca andare fino in Portogallo per vedere Andrea"; ci siamo sentiti, ragguagliati sugli itinerari e, trovato un punto di contatto nel weekend a Lisbona, dati appuntamento per cenare insieme. Davide (Fonta1984) e Stefano (che mi perdonerà ma non ricordo il suo nick) li incontriamo in Praça dos Restauradores, nei pressi dell'Hard Rock café, andiamo a cena in un ristorante nel quartiere della Baixa attratti da un cameriere/maitre/PR che sa fare il suo mestiere e convince anche chi è restio a mangiare la cucina tipica portoghese. E' veramente un piacere incontrarsi, dopo pochi mesi dall'ultima volta (in occasione del TingaRaduno di Casina) a oltre 2000 km da casa! Il bello del Ting'avert è anche questo, fa nascere amicizie che si cementano nel tempo, alimentate dalla stessa passione.

La cena trascorre veloce in piacevole compagnia, anche la birra scorre perché una bella serata va adeguatamente annaffiata, a fine serata veniamo quasi "scopati via" dal ristorante che doveva chiudere e ci concediamo un giro notturno per la città verso Praça do Comércio per finire poi a bere l'ultima birra in un locale di Praça da Figueira (se la memoria non mi inganna) che stava per chiudere anch'esso.

Salutiamo gli amici che rientrano in metropolitana verso l'albergo e ci apprestiamo a fare lo stesso, l'Elevador da Glória ha già terminato le sue corse e ci tocca risalire verso il Barrio Alto a piedi.
Ancora una piccola nota di colore da raccontare: nelle due serate trascorse a Lisbona sono stato avvicinato per ben cinque volte (ero così stranito dalla cosa che le ho contate) da individui che tentavano di vendermi sostanze psicotrope di ogni genere (cocaina, mariuana, MDMA...). Non mi era mai capitato prima, mi sono chiesto per quale motivo (a Marcello ad esempio non è capitato), quale fosse in me la caratteristica che facesse pensare ad un consumatore di codeste sostanze, senza venire a capo della faccenda. Ho sempre declinato l'offerta... chissà che robaccia mi avrebbero rifilato! icon_asd.gif

Passi 29000 (rilevati da Google Fit)
Km 25 stimati icon_asd.gif
 
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16378342 Inviato: 9 Gen 2024 18:37
 

Lunedì 18 Settembre
Lasciamo Lisbona dopo aver richiesto e ottenuto uno sconto per la doccia fredda, l'uscita dalla città è caotica quanto lo era stato l'ingresso, anche la prima parte del percorso verso nord ci riserva parecchio traffico (praticamente l'unico incontrato in tutto il viaggio) e la vista, da lontano, del Palácio da Pena prima di arrivare verso l'oceano dove la strada N247 (anche questa pubblicizzata come una delle più belle del Portogallo) diventa finalmente quello che ci si aspetta, bel tracciato, e scorci panoramici indimenticabili. Nei pressi di Ericeira, dove ci fermiamo per rifornire, è pieno di spiagge popolate da una miriade di surfisti, ci fermiamo in una piazzola a lato strada con tanto di statua bronzea raffigurante un surfista (Guardião da Reserva Mundial de Surf da Ericeira) ad ammirarne le evoluzioni sulla cresta dell'onda.


Lasciamo la costa per salire a Montejunto, un'altura a 652 m s.l.m. dalla quale si gode, nelle giornate di cielo terso, di un bellissimo panorama sull'oceano che spazia da Nazaré, a Peniche a Cabo da Roca. La giornata non è limpidissima ma il panorama è di tutto rispetto. Sulla cima di Montejunto possiamo ammirare anche l'Ermida de Nossa Senhora das Neves, un eremo costruito dai frati francescani all'inizio del XIII secolo e nelle vicinanze le rovine del primo convento domenicano in Portogallo.


Altra attrazione posta sul Montejunto è la Real Fábrica do Gelo, una fabbrica del XVII secolo che produceva ghiaccio per la corte e i café di Lisbona che così potevano raffreddare le bibite e produrre granite.

Nonostante la quota ridotta, tra settembre e marzo le temperature notturne sulla serra di Montejunto possono scendere al disotto dello zero e permettere il congelamento dell'acqua posta in grosse vasche poco profonde. Siamo gli unici esseri umani presenti nella zona (è lunedì, abbastanza comprensibile la cosa), la fabbrica apre per la visita alle 14:00, troppo tardi per i nostri programmi, e pertanto dopo due foto riprendiamo le moto e scendiamo a valle.
La tappa successiva è di nuovo in riva all'oceano. Le scogliere di Peniche e il faro di Cabo Carvoeiro ci deliziano la vista, una pescheria con cucina soddisfa il palato: choco frito, piatto tipico portoghese composto da calamaro impanato e fritto che ci era stato consigliato a Lisbona dalla gentilissima commessa dell'Hard Rock café.



Ripartiti dopo il lauto pasto (e anche oggi stiamo leggeri a pranzo domani) puntiamo verso nord e facciamo tappa a Óbidos, borgo medioevale famoso per essere stato dato in dono dai re alle regine del Portogallo caratterizzato dalla cinta muraria intatta, da un castello, dalle case bianche con le finestre contornate di giallo e da un acquedotto del XVI secolo che porta l'acqua al borgo. Nei dintorni, come anche nella zona di Montejunto visitata questa mattina si possono vedere numerosi mulini a vento.


Dopo Óbidos è il paese costiero di Nazaré ad essere meta della nostra visita. Caratterizzato dalla presenza del Santuario di Nossa Senhora da Nazaré (e dalla miriade di pullman turistici che trasportano i pellegrini ad esso), è altrettanto famoso per la sua lunghissima spiaggia sabbiosa e le formazioni rocciose a picco sul mare sull'omonimo promontorio.



Per la destinazione di giornata, Coimbra, mancano ancora un'ottantina di km, principalmente di autostrada. Abbiamo prenotato un appartamento con cucina nel centro storico, così provvederemo noi alla cena. Giunti nella cittadina universitaria (ospita la più antica università del Portogallo) troviamo un senso unico alternato per lavori che ci rallenta parecchio, facciamo un po' di casino con il parcheggio lasciando inizialmente le moto all'aperto su una strada in salita e poi, resoci conto che ci si trovava parecchio lontano dall'appartamento, le portiamo in un parking coperto più in basso faticando più del dovuto a capirne i costi e gli orari di apertura. Praticamente di notte il parcheggio è gratuito ma è necessario uscire dopo le 7:00 e prima delle 9:00.



Il centro storico è in zona pedonale, ci facciamo circa 500 metri con i bagagli e la cambusa in spalla, raggiungiamo l'appartamento al quarto piano di un palazzo con l'ascensore che parte solo dal primo e, una volta preso possesso della nostra sistemazione per la notte, un monolocale in mansarda restaurato con criteri moderni ci rendiamo conto che il bagno si trova dietro un separé in vetro satinato (privacy zero) e che la cucina è sprovvista di fuochi ma offre solo un microonde.
Per nulla scoraggiati ci facciamo ugualmente una doccia e per la cena ci rivolgiamo ai locali che il centro di Coimbra ci offre, trovando un discreto ristorante ad un prezzo civile dove, post cena, ci beviamo anche un buon Porto.

Km 360
Passi 1
 
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16378357 Inviato: 9 Gen 2024 19:15
 

bastiancontrario ha scritto:
una volta preso possesso della nostra sistemazione per la notte, un monolocale in mansarda restaurato con criteri moderni ci rendiamo conto che il bagno si trova dietro un separé in vetro satinato (privacy zero) e che la cucina è sprovvista di fuochi ma offre solo un microonde.
Per nulla scoraggiati ci facciamo ugualmente una doccia e per la cena ci rivolgiamo ai locali che il centro di Coimbra ci offre, trovando un discreto ristorante ad un prezzo civile dove, post cena, ci beviamo anche un buon Porto.

Ma pensa un po', chi l'avrebbe mai detto che avreste trovato un piano B per reperire delle libagioni!
Ed io che subito ho pensato "questi si son rassegnati e sono andati a letto a stomaco vuoto"! icon_asd.gif
 
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16378681 Inviato: 11 Gen 2024 16:30
 

Martedì 19 Settembre
Dopo un tour mattutino nella città di Coimbra, qualche foto ai monumenti e al fiume Mondago sulle cui sponde sorge, una discreta colazione in una pasticceria poco lontano dal nostro alloggio (perché la corretta alimentazione è importante), giunge l'ora di lasciarci Coimbra alle spalle e partire per il tour odierno che ha come meta le montagne della Serra de Estrela.


Poco dopo la partenza il clima che ci accoglie è fresco e nebbioso, l'aver lasciato fare a Tom Tom ci porta ad un giro largo su strade veloci per poi ricongiungerci alla valle del Mondago nei pressi di Penacova. La valle molto verde, il paesaggio è molto diverso dal sud del paese arido, ci conduce verso le montagne e il primo passo della giornata (Burrela a oltre 1000 m di quota) che percorriamo avanti e indietro (perché così avevamo previsto) non senza una divagazione nelle vicinanze (perché non ci ricordavamo che così avessimo previsto!).


La seconda meta di giornata è la cima del Monte Colcurinho con il santuario della Senhora das Necessidades, una vista strepitosa a 360° e una bicicletta "old style" fissata su un piedistallo sulla quale fotografarsi per condividere le immagini sui social. Ovviamente ci prodighiamo in foto simil artistiche che vi risparmio (semplicemente perché le ha Marcello icon_asd.gif )!


Per il passo di Penedos Altos raggiungiamo il paesino di Piodão con i suoi caratteristici tetti in lastre di pietra. Per me, che vengo dalla Valsesia dove c'è il paesino di Piode con i suoi caratteristici tetti in lastre di pietra (che in dialetto valsesiano si chiamano appunto "piode", beole in italiano), era come sentire aria di casa!


Siccome si è fatta una certa (siamo sempre campioni mondiali in perdite di tempo...) cerchiamo un posto dove mangiare un boccone. Nella piazzetta del paese, abbastanza votato al turismo, troviamo un ristorante di specialità regionali tipiche: ci fiondiamo come orsi attirati da un favo ricolmo di miele. Mai scelta fu più azzeccata, mangiamo un ottimo piatto di Chanfana (stufato di capra) accompagnato da verdure stracotte (alla moda portoghese) e ripassate in olio e aglio, molto aglio. Fortunatamente non dovremo baciare nessuno ma solamente indossare il casco integrale si rivelerà un'impresa epica! Accompagna la Chanfana una discreta birra artigianale e conclude il pasto un dolce tipico locale (senza infamia e senza lode) e un buon caffé (l'ho già detto che in Portogallo il caffé è molto buono?).
Riprese le moto dopo il lauto pasto percorriamo strade bellissime e poco trafficate per passi previsti e no (Passo Pedras Lavradas, Selada, Rotunda Engenheiro Carlos Leitão, Portela de Sao Bento) fino ad arrivare al punto più alto raggiungibile in Portogallo su asfalto: Torre a 1993 m s.l.m.


Anche da Torre il panorama sarebbe magnifico, peccato che il cielo si sia rannuvolato. Le nuvole però non ci impediscono di vedere gli impianti sciistici della Serra de Estrela (dei quali, onestamente, ignoravo l'esistenza).


Ancora un passo (Penhas Douradas) e ci dirigiamo verso la tappa di giornata, Viseu, non prima di un'ultima fermata a fotografare la Cabeja do Vielho (letteralmente Testa del Vecchio) una conformazione rocciosa che ricorda, appunto, una testa umana calva. La fermata, devo ammetterlo, è stata del tutto fortuita: davanti a noi c'era un'auto ferma a lato strada, strada stretta quindi a lato corrispondeva praticamente a in mezzo alla strada, e nel rivolgere alla guidatrice di questa automobile i miei improperi mi sono accorto della roccia e mi sono fermato pure io per una foto!

A Viseu ci aspetta un appartamento con uso cucina praticamente più grande di casa mia, moderno e ben arredato. Alla reception ci trattano con una cortesia quasi esagerata, la struttura deve essere praticamente nuova (almeno nell'edificio dove siamo noi, abbiamo notato che ve ne era un altro a breve distanza) e offre anche un servizio piscina riscaldata (da pagare a parte rispetto all'economica tariffa dell'alloggio).

Viseu si trova sul percorso portoghese del Cammino di Santiago de Compostela, i cartelli con la caratteristica conchiglia li abbiamo visti più volte durante questi giorni di viaggio, ed è anche sul percorso della strada statale N2, come avevo già scritto il gentile receptionist ci racconta che molti vengono in Portogallo per percorrerla interamente da nord a sud, anche in moto.

Ci prepariamo la cena in alloggio dopo aver fatto una piccola spesa per le poche cose di cui eravamo sprovvisti (stasera i fuochi sono presenti, a induzione e non molto intuitivi nel funzionamento ma ce li facciamo andare bene) e nel dopocena facciamo un giretto per la cittadina, molto bella, sede universitaria e di diocesi e prima di andare a letto ci concediamo una pinta in un pub irlandese.


La presenza delle università nelle città portoghesi si nota facilmente: gli studenti infatti indossano (non è più obbligatorio) una divisa, traje académico chiamata anche capa e batina (mantello e tonaca) caratterizzata da uno svolazzante mantello nero. Li abbiamo notati sia a Coimbra che qui a Viseu e li vedremo anche a Porto: probabilmente è tempo di lauree o, più probabilmente, di praxe: una sorta di iniziazione per gli studenti universitari in Portogallo (non siamo nel periodo della Queima né della Latada, due delle feste studentesche più sentite che si tengono a maggio e ottobre).

Km 294
Passi 9
 
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16391203 Inviato: 29 Mar 2024 0:25
 

Vi siete persi nella penisola iberica?
 
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16393753 Inviato: 12 Apr 2024 17:07
 

JO74 ha scritto:
Vi siete persi nella penisola iberica?


No, vi teniamo sulle spine! icon_asd.gif
 
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16393754 Inviato: 12 Apr 2024 17:14
 

Mercoledì 20 Settembre
Lasciamo Viseu e imbocchiamo l'autostrada verso nord, il clima è freschino e man mano che si prosegue, dato che si sale anche di quota, si fa sentire sempre di più. Dalle parti di Bigorn (niente più di un'assonanza con la battaglia della grande guerra Sioux) siamo a 950 m di quota e anche questo incide. L'autostrada scorre parallela alla famosa N2 di cui ho già parlato più volte, ma l'obiettivo odierno è la valle del Douro che raggiungiamo e risaliamo fino a Pinhão dove, dopo aver rifornito serbatoi e stomaci, ci rechiamo ad uno dei belvedere più famosi sulla vallata e sulle sue rive coltivate a vigna, dalle quali si ottiene quel nettare degli dei conosciuto con il nome di vinho do Porto o, più semplicemente, Porto.

Godendomi il panorama mi trovo a riflettere in modo semiserio sul fatto che in portoghese la parola belvedere si traduce in Miradouro, chissà se l'etimologia ha a che fare con il fiume che scorre in questa splendida vallata (d'altronde in Italia abbiamo miramare, miramonti, miralago...), tengo le mie riflessioni per me, certo che Marcello mi manderebbe bonariamente a stendere. 0510_amici.gif
Il programma della giornata prevede di percorrere la valle del Douro, sulla N222, fino all'estuario nei pressi del quale sorge la città di Porto, seconda città del Portogallo, dove pernotteremo.
La strada N222 è piacevolmente curvosa anche se piuttosto trafficata, l'andatura dolce in alcuni punti è quasi soporifera. Una sosta foto nei pressi del Ponte da Régua, in realtà un insieme di tre ponti che agilmente sovrapassano il fiume, uno di ferro, uno di pietra e uno in calcestruzzo armato.

Proseguiamo lungo la strada curvosa, con attenzione ai limiti di velocità e con il navigatore che in certi punti ci manda un po' in giro a caso e, ad una certa, l'appetito comincia a farsi sentire: troviamo un ristorantino lungo la strada e decidiamo di fermarci, il menu è composto di piatti tipici portoghesi: "piatto ricco mi ci ficco", peccato che siano tutt'altro che leggeri e contribuiscano all'abbiocco post prandiale. 0509_zzz.gif
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Porto, meta di giornata, e prendiamo posto nell'albergo che abbiamo prenotato, posizione centrale ma camere piccole e arredamento vetusto.

Facciamo un giro dei dintorni alla ricerca del consueto Hard Rock Café dove abbiamo il primo contatto con quella parte della specie umana che meno ci piace: l'italiano in vacanza, con la sua tracotanza, la scarsa conoscenza delle lingue straniere e la pretesa di essere compreso nella lingua natia. E' Marcello il primo ad accorgersi dei frequentatori del locale e, proprio per evitare ogni contatto, si mette a conversare in inglese con la commessa; io sono fuori al telefono e, ignaro di tutto, quando entro lo apostrofo, ovviamente in italiano, con "Allora, hai trovato?". eusa_doh.gif

La successiva ora e mezza non è stata "una passeggiata di salute" per il sottoscritto. Probabilmente a causa del pranzo pesante, mi prende un dolore di stomaco allucinante. Rientro in albergo cercando, senza successo, di liberare il tubo digerente per liberarmi del dolore. Provo quindi con un thé caldo al bar dell'albergo dove il receptionist, probabilmente inesperto nell'attività di barman, dapprima propone di scaldare una lattina di thé freddo alla pesca e, successivamente, mi fornisce un bicchierone di acqua scaldata alla macchina del caffé espresso. Il beverone fa il suo effetto e il mio dolore di stomaco si placa, posso raggiungere Marcello che, nel frattempo, ha proseguito la visita del centro città.

Insieme facciamo una puntata alla cattedrale che, vista l'ora, ormai è chiusa ma possiamo comunque ammirarla dall'esterno. Oltrepassiamo il ponte Dom Luis, ardita opera in tralicci di acciaio, scattando qualche foto dal parapetto, non senza una sensazione non molto gradevole dovuta all'altezza (non soffro di vertigini ma il vuoto sotto di me dal parapetto di un ponte ma anche di un balcone non mi piacciono per nulla), poi cerchiamo un locale dove cenare, lo troviamo nel quartiere di Ribeira e mangiamo dell'ottimo pesce.


Il dopocena è, letteralmente, in salita... dal lungofiume all'albergo saranno circa 100 metri di dislivello (approssimativamente, il ponte Dom Luis è alto 85 m e la piazza è più in alto) e percorrerli a stomaco pieno è impegnativo... Tutta questa attività fisica ci predispone al sonno che questa notte non è molto comfortevole, nella camera c'è un letto matrimoniale alla francese e Marcello ed io non siamo esattamente delle silfidi.


Km 267
Passi 14000 circa, a piedi per la città icon_asd.gif
 
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16395421 Inviato: 22 Apr 2024 23:39
 

Giovedì 21 Settembre
Oggi è il nostro ultimo giorno portoghese.
Durante la notte ha fatto pioggia e vento forte tanto da svegliarmi (ho notoriamente il sonno pesante, non mi svegliano neanche le cannonate) e preoccuparmi per la moto parcheggiata a lato strada. Fortunatamente le moto sono sane e salve. Vicino alle nostre è parcheggiata anche una Triumph Tiger Sport 1050 rossa, inglese, e il pensiero non può non andare all'amico ElVufero che avrebbe dovuto essere dei nostri ma è momentaneamente fermo ai box per un incidente. Scattiamo una foto e gliela mandiamo.

La partenza, dopo la colazione in albergo, viene ritardata anche dalla lunga attesa che mi tocca subire all'ufficio postale poco lontano dall'hotel: essendo mio padre collezionista di francobolli, non esiste miglior souvenir di qualche emissione speciale, peccato che questa volta non sia stato facilissimo ottenerla.
Finalmente si parte in direzione nord, nonostante la pioggerellina non indossiamo l'antipioggia e la scelta si rivela azzeccata. Passiamo vicino a Guimaraes, antica capitale del Portogallo, ma non la visitiamo. Idem per Braga, già l'amico tdmonza ci aveva messo in guardia sulla cittadina poiché proprio lì era stato oggetto di un furto, poi la sera prima c'era stata pure la partita di coppa contro il Napoli... Si fa per scherzare, eh, nessuno si senta offeso. Sia Braga che Guimaraes meritano una visita ma, purtroppo, anche in un viaggio di due settimane a qualcosa si deve rinunciare.

Il programma odierno prevede di valicare due passi nel parco del Peneda Geres, la portela de Leonte e la Portela do Home che si trova sul confine con la Spagna. Nella strada verso il parco non mi ravvedo in tempo di un distributore di carburante con un prezzo economico e ne ignoro due con i prezzi più cari. Il parco Nazionale del Peneda Geres è caratterizzato da fitti boschi e dalla scarsa presenza umana (se si esclude qualche turista), un paesaggio affascinante.

Entriamo in Spagna per un breve tratto (circa 25 km) che ci conduce nuovamente in Portogallo. Riusciamo a fare la foto al cartello con le 12 stelle che non avevamo fatto una settimana fa in occasione del primo ingresso nella nazione lusitana.

Sono in riserva da un po', nuovamente un paesaggio poco antropizzato ci accoglie, in un paesino di poche case e poche anime inizia a piovere e ci fermiamo a indossare l'antipioggia. Appena fuori dal paese inizia la salita verso la Portela do Lagarto (lucertola in portoghese), ultimo passo previsto in terra portoghese, e poche centinaia di metri dopo l'inizio della salita, il motore della mia moto inizia a singhiozzare. eusa_think.gif Mancano una dozzina di km al più vicino distributore ma la sentenza è inappellabile: sono rimasto a secco eusa_wall.gif . Marcello ha ancora qualcosa nel serbatoio (un po' più capiente del mio e con un mezzo che sulle strade statali consuma meno) e, dopo aver provato a chiedere al bar se qualcuno in paese avesse della benzina, parte alla volta del distributore per rifornire e recuperare della benzina anche per me.
San Marcello, protettore dei senza benza (la causa di santificazione terrà presente di questo intervento e del precedente in salvataggio di Emanuele avvenuto in Corsica)! eusa_angel.gif
Dopo un tempo indefinito lo vedo ritornare, nel bauletto una tanica da tre litri, gentilmente prestata dal benzinaio, colma di liquido che in quel momento mi pareva più prezioso dell'ambrosia. Trasferisco dalla tanica al mio serbatoio e il muto motore Yamaha riprende vita. Ripartiamo in direzione del distributore dove facciamo il pieno e ripartiamo verso la meta di giornata, che effettivamente non era ancora stata definita.
La deviazione per rifornire ha fatto modificare al navigatore il percorso verso il confine spagnolo, invece della comoda strada nazionale percorriamo stradine e paesini alla volta di Melgaço e attraversiamo il confine sul rio Minho alzando in contemporanea, senza esserci accordati, la mano in segno di saluto. Il Portogallo ci è decisamente piaciuto, per quanto abbiamo potuto vedere in questi pochi giorni è un luogo a misura d'uomo, con uno stile di vita meno stressante di quello a cui siamo abituati. Quasi sicuramente ci torneremo, c'è ancora molto da visitare, si può pensare di trasferircisi una volta in pensione (se le condizioni economiche saranno ancora favorevoli come ora).

Appena varcata la frontiera facciamo un rapido summit per decidere dove pernottare. Abbandonata, già al mattino in realtà, l'idea di raggiungere la costa nord della Spagna e Gijon perché troppo lontane e "fuori rotta" per il viaggio di rientro, inizialmente puntiamo Ourense e, una volta raggiunta, decidiamo di proseguire fino a Ponferrada (Leon è troppo lontana) ma, visto che sulla cartina abbiamo individuato un paio di passettini non percorriamo la strada più veloce ma una bella strada montana che ci permette di fare qualche curva e di aggiungere ben 5 passi alla collezione! 0509_doppio_ok.gif
A Ponferrada abbiamo prenotato un appartamento, la cittadina, trovandosi sul percorso del cammino di Santiago ha una buona ricettività turistica. Non la visitiamo, un po' perché è tardi, un po' perché siamo lontani dal centro - ci sarebbero il castello dei templari, le mura, la torre dell'orologio, pure il museo dei treni - ma siamo anche piuttosto stanchi e dopo una doccia ristoratrice ci cuciniamo la cena con le provviste ancora in cambusa, predisponiamo il piano di attacco per il rientro a casa: sono 1800 km, cercheremo di farne 600 al giorno per i prossimi tre giorni e ci riposiamo in vista del lungo trasferimento che ci aspetta.

Km 439
Passi 8
 
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16395422 Inviato: 22 Apr 2024 23:48
 

eusa_wall.gif eusa_wall.gif eusa_wall.gif

Sei riuscito a rimanere a secco 0510_amici.gif 0510_amici.gif 0510_amici.gif
 
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16395444 Inviato: 23 Apr 2024 0:23
 

pazuto ha scritto:
eusa_wall.gif eusa_wall.gif eusa_wall.gif

Sei riuscito a rimanere a secco 0510_amici.gif 0510_amici.gif 0510_amici.gif


Per la seconda volta in 2 anni, con questa moto: solo che la prima volta, una volta spento il motore, tirando la frizione e sfruttando lo slancio, era riuscito a raggiungere il distributore lontano solo poche decine di metri.
Questa volta invece no icon_mrgreen.gif
Incorreggibile 0509_si_picchiano.gif
 
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16395445 Inviato: 23 Apr 2024 8:48
 

topomotogsx ha scritto:
Per la seconda volta in 2 anni, con questa moto: solo che la prima volta, una volta spento il motore, tirando la frizione e sfruttando lo slancio, era riuscito a raggiungere il distributore lontano solo poche decine di metri.
Questa volta invece no icon_mrgreen.gif
Incorreggibile 0509_si_picchiano.gif


i casi sono due: la moto beve come un cammello, ma non penso, oppure il guidatore è decisamente distratto icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif
 
16395485
16395485 Inviato: 23 Apr 2024 11:41
 

Ottimo Report 0509_doppio_ok.gif gran bel viaggio 0509_doppio_ok.gif
 
16395491
16395491 Inviato: 23 Apr 2024 11:55
 

pazuto ha scritto:
eusa_wall.gif eusa_wall.gif eusa_wall.gif

Sei riuscito a rimanere a secco 0510_amici.gif 0510_amici.gif 0510_amici.gif

icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif
 
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16395540 Inviato: 23 Apr 2024 13:56
 

pazuto ha scritto:
i casi sono due: la moto beve come un cammello, ma non penso, oppure il guidatore è decisamente distratto icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif


La seconda che hai detto... oppure troppo fiducioso in "al prossimo distributore ci arrivo"!

Due anni fa non era nemmeno del tutto colpa mia... il primo distributore dopo il porto di Bastia l'abbiamo ignorato! E a Livorno avevamo tirato tardi icon_asd.gif

E, visto che siamo in vena di spu**anamenti, ero rimasto a secco anche con la moto precedente, lì solo perché il distributore dove mi ero fermato non accettava le carte e schifava il mio 20 Euro (che avevo stampato fresco fresco la notte precedente! icon_asd.gif )
 
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16395542 Inviato: 23 Apr 2024 14:06
 

bastiancontrario ha scritto:
La seconda che hai detto... oppure troppo fiducioso in "al prossimo distributore ci arrivo"!

Due anni fa non era nemmeno del tutto colpa mia... il primo distributore dopo il porto di Bastia l'abbiamo ignorato! E a Livorno avevamo tirato tardi icon_asd.gif

E, visto che siamo in vena di spu**anamenti, ero rimasto a secco anche con la moto precedente, lì solo perché il distributore dove mi ero fermato non accettava le carte e schifava il mio 20 Euro (che avevo stampato fresco fresco la notte precedente! icon_asd.gif )


eh, allora sei recidivo.
fossi in marcello, ti farei dotare obbligatoriamente di due litri di benzina in qualche tanica di riserva icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif
 
16395544
16395544 Inviato: 23 Apr 2024 14:08
 

Beh anche io ripongo molta fiducia "nel prossimo distributore" icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif tant'è che sono rimasto a piedi più di qualche volta e con qualsiasi mezzo escluso l'auto.. partendo dal maxi scooter per passare all'R1, ALL'FZ1 e con il GS.... con tutte sono riuscito a restare a secco icon_mrgreen.gif però ho sempre avuto la fortuna di riuscire ad arrivare al distributore a folle con quella poca velocità impressa dalla forza d'inerzia perchè distante poche decine di metri. 0509_si_picchiano.gif 0509_si_picchiano.gif 0509_si_picchiano.gif
 
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16395572 Inviato: 23 Apr 2024 16:56
 

da Venerdì 22 a Domenica 24 Settembre
Condenso in un solo post i tre giorni di rientro che, pur avendo avuto anche loro una notevole importanza (altrimenti, banalmente, saremmo ancora dispersi nella penisola iberica) in realtà hanno pochi momenti caratteristici da raccontare essendo stati composti principalmente di lunghi trasferimenti autostradali.
Venerdì mattina lasciamo Ponferrada piuttosto presto, il meteo non promette nulla di buono. Riusciamo a fare rifornimento in un economicissimo distributore (1,6 e spiccioli euro al litro) ma, di contro, è di quelli che ancora bloccano la cifra di 120 € sulla carta di credito. Meno male che il blocco è avvenuto a fine viaggio. La meta individuata per la giornata odierna è Bayonne, abbiamo intenzione di abbandonare la Spagna già oggi. Per il primo tratto di viaggio siamo su una statale, non ci sono Autovie o autopiste in questa zona e a lato strada incrociamo una miriade di pellegrini sul cammino di Santiago. Mi viene in mente il cartello visto a Roncisvalle durante il viaggio sui Pirenei, riportava l'informazione Santiago de Compostela 780 km, ricordo anche la considerazione fatta allora, valida anche oggi: "780 km forse in moto, a piedi è da fuori di testa!".
Riusciamo a percorrere due passi inediti anche oggi, il Puerto de Manzanal e il Puerto de Etzegarate, il secondo direttamente in autostrada prima di scendere verso San Sebastiàn; la pioggia ci accompagna per buona parte del percorso e, una volta quasi al confine con la Francia, approfittiamo di un rifornimento agli economici prezzi spagnoli per decidere di proseguire oltre la tappa di giornata e pernottare a Pau, cittadina ai piedi dei Pirenei che visitammo nel 2019. Il tempo di arrivare a Pau era tutto dalla nostra, il meteo un po' meno, appena valicata la frontiera inizia un forte acquazzone che ci accompagna per tutti i 140km con il risultato di farci arrivare bagnati fradici all'appartahotel che avevamo prenotato. eusa_wall.gif
Cuciniamo pasta e fagioli per cena nella minicucina attigua alla stanza, stendiamo gli abiti bagnati ad asciugare in camera (e meno male che era presente uno stendino), tento anche di asciugare gli stivali con l'asciugacapelli, con l'unico risultato di farne scattare la protezione dal surriscaldamento!
Stanchi crolliamo a letto, domattina ci aspetta un'altro trasferimento lungo e piuttosto noioso in autostrada.

Km 694
Passi 2

Sabato mattina, dopo una buona colazione a Pau e un necessario rifornimento di benzina con la temperatura abbastanza fresca partiamo. La mia proposta di puntare Grenoble viene subito ridimensionata da Marcello e iniziamo con l'obiettivo di arrivare a Montpellier.
Con lo scorrere dei km la temperatura si alza e ci aiuta ad asciugare quello che ancora era umido da ieri sera. Affrontiamo il traffico di Tolosa (oggi allo stadio c'è anche una partita del mondiale di rugby, sport particolarmente seguito da queste parti) e nei pressi di Carcassonne (bella anche vista da lontano, sono anni che tento - senza riuscirci - di organizzare un viaggio per visitarla) sostiamo per liberarci di qualche strato, il sole e l'aria mediterranea - abbiamo passato lo spartiacque - sono piacevolmente caldi. La situazione di fame, carburante e dolori alle chiappe è sotto controllo, pertanto proseguiamo lasciandoci alle spalle anche Narbonne. Dalle parti di Béziers, altra cittadina che vale una visita, la spia della riserva ci fa l'occhiolino. Usciamo dall'autostrada e puntiamo un'area di sosta per camion dove rifornire serbatoi e già che siamo lì anche stomaci. Montpellier è molto vicina, è ancora presto, Grenoble a questo punto ci pare raggiungibile, dista solo 360 km, 3 ore in autostrada. Decidiamo di provare ad arrivarci. Superata Montpellier i cartelli stradali cominciano ad avere un'aria famigliare: Avignone, Orange, Carpentras, Montelimar ci ricordano altri viaggi vicini e lontani nel tempo. A circa metà strada "impongo" una sosta tattica perché ho bisogno di alleggerire il fondoschiena (la MT-09 Tracer è famosa per la sua sella dura come il legno) ed approfittiamo per prenotare il pernottamento. Nei tempi previsti arriviamo a Grenoble, l'albergo scelto è nella piazza principale, lasciamo le moto nel parcheggio coperto convenzionato, ci diamo una sistemata e ci concediamo una ottima cena francese in un bistrot del centro. Alle 21 inizia una partita del mondiale di rugby che non mi perderei per nulla al mondo: Irlanda - Sudafrica, puntiamo un pub irlandese dove vederla e ne incrociamo un altro dove ci infiliamo. Ha la bellezza di 20 spine di birra e un maxi schermo.

Sono soddisfatto. Un "local" che mi vede molto interessato all'incontro mi chiede per che squadra tifo e, successivamente, se sono irlandese... direi che non avendo io proprio tratti nordici icon_asd.gif doveva aver bevuto più di me! L'Irlanda vince e, felice come una Pasqua mi abbandono ad un sonno ristoratore.

Km 732


Domenica mattina ci concediamo una pantagruelica colazione in hotel - molto buona e varia, con specialità del territorio e i tipici pain au chocolat francesi (che abbiamo dovuto aspettare un po' perché il buffet è stato razziato...) - prima di metterci in viaggio verso casa. L'aver percorso 700 + 700 Km venerdì e sabato hanno come risultato che ne mancano solo circa 400 a casa. Riusciamo a rientrare ad un'ora decente e a riposarci perché l'indomani si riprende la vita di sempre. Decidiamo di non fare autostrada e Moncenisio ma statale e Monginevro. Ci addentriamo nella valle della Romanche, direzione col du Lautaret, e la temperatura è piuttosto freschina: 8° C segna il termometro della mia moto, ho i guanti estivi e meno male che le manopole riscaldate fanno il loro dovere evitandomi il congelamento delle estremità superiori. Arrivati al Lautaret la giornata è splendida, non c'è una nuvola. Marcello mi propone di salire al Galibier perché sono anni che non ci va. Io c'ero stato due mesi prima, in occasione dell'avvicinamento al Motoadvent (come al solito per andare ai raduni ci si avvicina passando da più lontano... ma è una nostra caratteristica), ma quel giorno Marcello aveva fatto un percorso diverso. Saliamo e la vista che ci attende dal colle è meravigliosa, la vicina catena degli Ecrins la fa da padrone ma la limpidezza del cielo permette di vedere sull'altro versante, il Monte Bianco. In anni non mi era mai capitato.


Scendiamo nuovamente al Lautaret e da lì a Briançon per salire al Monginevro. Rientriamo in Italia 16 giorni dopo averla lasciata e percorriamo la val di Susa nel solito mix di autostrada e statale volto a non farci salassare dal pedaggio. Prima di infilarci definitivamente in autostrada verso casa, ad Avigliana, ci fermiamo in una caffetteria per un caffé e un pasticcino (la pantagruelica colazione ci aveva saziato) e i saluti. Marcello si è rivelato, ancora una volta, un compagno di viaggio eccellente: stessi obiettivi, stesso modo di intendere il viaggio, risate a profusione... se sono più di 10 anni che viaggiamo insieme, in gruppi più o meno numerosi, un motivo ci sarà!
Rientriamo a casa con un'altra bella sfilza di km percorsi (il totale dista poco dai 6200) e una serie di luoghi interessanti visitati. Riportiamo a casa (credo di poter parlare a nome di entrambi) un'esperienza intensa e dei ricordi indelebili, pronti a partire per il prossimo viaggio!

Km 387
 
16395573
16395573 Inviato: 23 Apr 2024 17:12
 

0509_doppio_ok.gif
 
16395664
16395664 Inviato: 24 Apr 2024 11:16
 

Bene, bene. 0509_up.gif
Come sempre, un bel giretto in bei posti.
Bravi, bravi! eusa_clap.gif
 
16395697
16395697 Inviato: 24 Apr 2024 13:58
 

Mappa (quasi) completa del viaggio, ho escluso solo la tratta casa - porto di Genova



 
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