Moto
Quando il buon senso AIUTA A SOPRAVVIVERE
Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 12/05/2007 15:25
Dal 1995 al 2004 sono morti 13.429 motociclisti. Le colpe non sono sempre degli utenti delle due ruote: anzi, spesso i pericoli arrivano dagli altri veicoli e dalle condizioni delle strade. Però, prima di tutto siamo noi che dobbiamo proteggerci...

Aumentano le vittime della strada. Ma la moto non è diventata più pericolosa tutto ad un tratto, nonostante l’allarme lanciato dalla UE. Il rischio maggiore? Sottovalutare le vere cause degli incidenti.

Se volete fare come Valentino Rossi, vestitevi come Valentino Rossi. Ovvero, andate in moto come un vero motociclista. Potrebbe essere uno slogan davvero efficace da coniare guardando quello che spesso succede nei GP, cadute ad alta velocità, il più delle volte si risolvono senza conseguenze per i piloti, la loro salvezza, casualità del momento a parte, è merito anche dell’abbigliamento che indossano. Una tuta di pelle per andare a correre è oggi costruita come un vero sistema di sicurezza, integrato con l’uomo. A noi comuni motociclisti non si chiede di indossare la tuta monopezzo dei campioni anche per fare una commissione in centro città, ma almeno di coprirci in maniera adeguata: un casco di qualità, un giubbotto con le protezioni su spalle e gomiti, il paraschiena sempre indossato e ben stretto, pantaloni lunghi con le imbottiture, guanti aderenti e un paio di scarpe adeguatamente resistenti, meglio se sono degli stivali.

Mi sembra già di sentire il coro che si alza: è tutto complicato e poi caldo ed è anche faticoso. Potete pensarla come volete, ma la nostra sicurezza vale tutto questo. L’industria dell’abbigliamento ha fatto notevoli passi in avanti per garantirci un buon comfort e una completa protezione: le giacche forate, i caschi ventilati, i guanti areati, le gomitiere che fasciano meglio e non infastidiscono. Tutto per facilitare i movimenti del corpo e abbattere il disagio di un caldone estivo di una torrida città. Certo, tutto questo costa e obbliga quasi a raddoppiare il nostro guardaroba da motociclista, ma sono soldi ben spesi. Chi affronta il normale traffico di tutti i giorni sa bene che siamo fortunati se ogni metro non giochiamo il più rischioso dei jolly, la portiera maledetta, sempre lei, si apre all’improvviso e tu schizzi a sinistra, con la rapidità di Capirossi alla staccata della S. Donato. Tiri il fiato, rilasci i muscoli un attimo e subito devi riattaccarti ai freni: un gentile signore ha appena tagliato a destra, tre metri davanti a te, senza frecce. D’altronde gli ci vorrebbe una terza mano per azionarle, visto che una è impegnata col volante e l’altra è occupata con il telefonino.

Scene di normale traffico quotidiano. Sono gli incerti del povero motociclista/scooterista che ogni giorno è costretto a dribblare gli imprevisti della circolazione con l’agilità di Ronaldino in area di rigore.
Gli incidenti? In uno scenario così, tutto sommato c’è da dirsi fortunati se non ne capitano molti di più. Eppure le cifre danno i brividi.

I dati degli incidenti motociclistici sono in crescita: in dieci anni, dal 1995 al 2004, i morti sulle due ruote (moto e scooter) sono stati 13.429 secondo l’Istat, con una progressione crescente in questi ultimi anni. Però, l’analisi del dato sarebbe incompleta, ingannevole e solo statistica se non si tenesse conto del parco circolante che è aumentato quasi del 25% dal 1995 ad oggi. Capire di chi è realmente la responsabilità di questi morti e incidenti non è altrettanto facile perché le cause sono molte: nello studio pubblicato dall’Unione Europea sull’incidentalità in moto e scooter del 2004 nel 37,1% dei casi la colpa era del motociclista, nel 50,1% di un altro veicolo, mentre le condizioni delle strade influivano sul 7,7%.

Peggio, ma molto peggio, va con i feriti: 786.985, nello stesso periodo. Se ci riflettiamo un attimo, ha ragione chi parla di una strage prolungata. Ci preoccupiamo per i pochi morti causati dall’aviaria, come se fosse la nuova pestilenza del secolo, e ci dimentichiamo dei tanti ragazzi che ogni anno crepano sulle nostre strade. Nessuno, a parte qualche stupido, crede che la moto sia esente da ogni pericolo. Chi come me, affronta ogni giorno anche il semplice tragitto casa-ufficio, o come migliaia di ragazzi, casa-scuola lo apprende sulla propria pelle.

Uno sforzo, però bisogna farlo: innanzitutto per capire se la situazione è davvero peggiorata o se invece la percentuale di rischio sia più o meno invariata per chi circola in moto. Con questo non dobbiamo consolarci, ne rassegnarci al fatto che comunque una dose di rischio ce la dobbiamo prendere. Tutti noi vorremmo che quella dose fosse sempre più piccola, fino a sparire del tutto se possibile. Però, un conto è sostenere, come di recente ho letto sulla stampa, che le due ruote sono diventate più pericolose di qualunque altro veicolo. Altra cosa è analizzare i dati con un minimo di lucidità, sforzandoci di comprendere le cause di questo enorme aumento di incidenti che le statistiche ci mettono sotto il naso.

E’ senz’altro vero che il numero degli incidenti è salito, in senso assoluto, ma anche il parco circolante delle due ruote è aumentato, più o meno con la stessa intensità: dai 7.905.750 veicoli del 1995, ai 10.024.644 del 2004, ultimo anno analizzabile ai fini statistici. La differenza è quindi di 2.057.775 due ruote, pari a una crescita del 26%. Nello stesso periodo i morti sono aumentati del 31,7% e i feriti del 44%. Bisogna però incrociare questi dati, in percentuale sul parco circolante i decessi incidono per lo 0,15 per mille, lo stesso rapporto registrato dieci anni prima. Uno scostamento c’è, invece, per quanto riguarda i feriti che rappresentano nel 2004 l’8,98 per mille, contro il 7,89 di dieci anni prima (+ 1,09). I dati, si sa, sono terribilmente freddi, e qualche volta si prestano a letture differenti. Un po’ come fanno i sondaggi politici che sono in grado di trasformare ogni vittoria (degli avversari) in una sconfitta e viceversa. Nel nostro caso non ci nascondiamo che la realtà è peggiorata: una tendenza, per quanto leggerissima nella crescita dell’incidentalità è rilevabile. E di questo bisogna preoccuparsi, cercando però di capire anche le responsabilità di quanto successo e subito dopo di affrontare i rimedi da prendere.

Gli incidenti stradali richiedono uno studio analitico per individuarne le cause. Sempre nel 2004 fu pubblicato dalla Commissione Europea della UE un’indagine condotta in quattro paesi, insieme a importanti istituti universitari, con il contributo dell’ACEM, l’associazione dei Costruttori di moto europei. Lo studio prendeva in considerazione 921 incidenti in cui era stato coinvolto un motociclista. Per ognuno di questi furono evidenziati tutti gli aspetti possibili: tipologia dei veicoli coinvolti, dinamica dell’incidente, cause ed effetti, caratteristiche della strada, delle condizioni ambientali, ecc.. ecc.. Il risultato fu per certi versi sconcertante, soprattutto per chi ha poca dimestichezza con la guida di una moto: ebbene, la conclusione fu che solo nel 37,1% dei casi considerati la colpa era del motociclista e nel 50,1% delle volte del guidatore di un altro veicolo. Le altre cause furono individuate nelle condizioni ambientali come strade e traffico (7,7%). In cause diverse non assimilabili (4,4%) e in uno sparuto 0,7% nei problemi tecnici. In buona sostanza la responsabilità dei motociclisti veniva alleggerita rispetto all’opinione corrente: il più delle volte chi guida una moto è vittima della disattenzione altrui (quindi prestiamo sempre la massima attenzione quando siamo in sella alle nostre moto), della cattiva manutenzione delle strade, di una segnaletica inadeguata, ecc.. ecc..

Più in generale, probabilmente la colpa è di un traffico cresciuto senza controllo e senza infrastrutture all’altezza. Strade e autostrade scoppiano e non ce la fanno più a reggere la massa degli autoveicoli che le inonda ogni giorno.
Comunque c’è anche una responsabilità dei motociclisti che andrebbe rimarcata: le cronache recenti hanno portato alla luce storie di gare e scommesse sulle strade provinciali sulle quali non si deve far finta di nulla.

In molti di noi motociclisti, il comprensibile piacere della guida sportiva trova purtroppo sfogo sulle statali invece che nei circuiti (sempre troppo costosi). La UE aveva un’obbiettivo: dimezzare entro il 2010 il numero dei morti sulle strade. Solo poco tempo fa l’allarme è stato lanciato: il risultato di questo passo non può essere raggiunto. Si muore ancora troppo sia in auto che in moto (i motociclisti deceduti sono però il 14% del totale a livello europeo). Il coro di chi invoca limiti drastici cresce sempre di più. Di rimedi seri, invece, si parla molto poco e si fa ancora di meno.

In molti spingono per limitare al massimo le prestazioni delle moto ritenendo velocità e potenza la causa principale di questo massacro, ma una supersportiva da 300 km/h e 170 CV non è un’arma mortale. Così altrettanto non si può cercare un alibi per chi scambia la strada per la pista, ma qui siamo davanti al malcostume e all’ignoranza dei soliti cretini.

Le fonti e parti di articoli che ho usato per questo articolo sono state prese da varie riviste di settore come Motociclismo, In Sella, dati ISTAT, ACEM, DOXA, Commissione Europea UE.


Cento40
 

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Commento di: bigpenna il 13-05-2007 12:42
Invece una supersportiva è un'arma mortale, proprio come una mitragliatrice, una bomba a mano o un Kg di tritolo.
Un'arma potenzialmente pericolosissima, affidata unicamente al buon senso di chi la guida.
Non ci resta che sperare che tutti quelli che comprano moto del genere, di buon senso ne abbiano parecchio.
Commento di: spad il 13-05-2007 13:46
sono convinto che la maggior parte degli incidenti non avvegano a 300 km/h ma a velocità che raggiungono moto anche con molti meno cavalli
Commento di: Maurizio60 il 14-05-2007 06:43
Come posso non essere d'accordo con te, orami velocità superiori ai 200 Km/h sono raggiungibili da un 600 di cilindrata, senza tener conto che un'alta percentuale comprende anche gli scooteristi.

Cento40
Commento di: Maurizio60 il 14-05-2007 06:39
Scusami per essere in disaccordo con te, ma per quanto tu dici la vera arma mortale resta non avere il buon senso.
Scusami ma io la vedo in questo modo, ma rispetto il tuo punto di vista.

Cento40
Commento di: bigpenna il 15-05-2007 01:30
Credo che in fondo il nostro punto di vista non sia molto differente. Come te, specie quando guido, cerco di comportarmi con buon senso.
Quello che mi spaventa è che la patente per il buon senso non la rilascia nessuno. Purtroppo il buon senso è un optional a discrezione personale, non è obbligatorio anche se dovremmo averlo tutti, specie chi ha la possibilità di fare più danni .
:(
Commento di: frontierman il 14-05-2007 10:40
ottimo articolo!
concordo che dobbiamo tutti prendere coscienza che, contrariamente ad automobilisti, e soprattutto camionisti, noi esponiamo il nostro fragile corpo senza altra protezione che non gli indumenti.
Io nonostante il caldo non rinuncio mai al mio giubbottone di pelle, il casino e' farlo vcapire a mia moglie.
Mi ha prima smontato la giacca con le protezioni che le ho rehalato, poi non se la vuole piu' mettere perche' dice di soffire troppo il caldo.
Le ho dato l'out-out: o il giubbotto o cambio zavorra...sa che non scherzo, speriamo mi dia retta.
Grazie del bell'articolo e delle informazioni.
Commento di: nortek2004 il 14-05-2007 15:59
hai fatto bene a dirle così...una zavorrina nuova comunque non sarebbe male.... basta non dirlo a quella vecchia!! Una per il sabato e una per la domenica! eheheheh
scherzo. ciao!!
Commento di: Maurizio60 il 15-05-2007 07:44
Anche io alle prime uscite ho avuto lo stesso tuo problema con la mia donna, gli piace andare in moto ma non coprirsi adeguatamente, la stessa reazione della tua ragazza e stata della mia. Quindi sono passato a metodi più crudi, in uno dei nostri giri, abbiamo avuto purtroppo l'occasione di assistere a un'incidente di una moto, ci siamo fermati e ho soccorso i due motociclisti, ragazzo alla guida e ragazza dietro, nulla di grave per entrambi ma la più malconcia ne è uscita la ragazza in quanto non indossava alcun capo d'abbigliamento con le dovute protezioni, ma quello che ha colpito di più la mia ragazza, e stato vedere come le mani della ragazza (senza guanti) si fossero completamente scartavetrate al contatto con l'asfalto e lo stesso per la gamba dx. dal ginocchio ai piedi, aveva perso anche una scarpa da ginnastica completamente scartavetrati. Ora apparte il non bel vedere, ho fatto presente che quelle cicatrici se le porterà dietro per tutta la vita, e può considerare che gli è andata bene. Insomma gli ho detto o ti proteggi adeguatamente, perchè non puoi pensare che a noi non possa capitare mai un incidente (grattatina d'obbligo) o non sali più in moto.. ora si veste adeguatamente. Magari fagli scegliere capi tecnici studiati appositamente per lady :-)

Cento40
Commento di: nortek2004 il 14-05-2007 15:55
mi piacerebbe che ci fosse anche una stima degl incidenti avvenuti a 300 km/h... è vero che a quella velocità un minimo imprevisto farebbe perdere il controllo però è anche vero che in quei momenti l'attenzione è al massimo, ciò non toglie che non si devono fare simili velocità in strada, comunque.. io credo che limitare la potenza delle moto non migliorerebbe la situzione..... gli incidenti avverrebbero comunque e nella stessa entità, il mio parere è che non è l'alta velocità che rende pericolosa la moto ma il momento che si sceglie per andare forte e potrebbero per esempio essere i 40 km/h in un certo tratto particolarmente pericoloso..... alle volte vedo stradine strette con intersezioni a raso ogni 30 metri dove le auto devono per forza di cose sporgersi di un metro per vedere se sta arrivando qualcuno e motociclisti che "sfrecciano" alla pazza velocità di 50 km/h sulla strada con precedenza.... beh secondo me sono più incoscenti loro di chi va a 250 km/h in autostrada sul dritto alla mattina alle 5 quando non c'è anima viva... e quelle velocità da incoscenti (50 km/h vista la situazione descritta) le può raggiungere anche un 50ino... ecco perchè credo che limitare la potenza delle moto non produrrebbe giovamento..
lamps a tutti
Commento di: Maurizio60 il 15-05-2007 07:50
Gli incidenti di moto a velocità superiori ai 250 km/h sono stati inglobati nella percentuale di incidenti dovuta ad altre cause, tipo esibizionismo in moto come impennare o toccare le pedane in curva e alta velocità, tutti questi incidenti non superano il 2% delle statitistiche.
Per il resto concordo pienamente in quanto scrivi.

Lamps
Cento40
Commento di: stavrogin il 16-05-2007 22:09
benchè abitualmente
quant'è entro la soglia
del quattro percento

sia considerato
stisticamente irrilevante

questo due percento
mi sembra un numero
comunque alto
:-)

s.




Commento di: Maurizio60 il 17-05-2007 08:00
Certo che anche un 2% è un numero alto, come lo è anche una sola vittima, ma le circa 260 vittime di incidenti dovuti alla inegligenza del motociclista non possono essere presi in considerazione in un programma sulla sicurezza stradale. Se uno fa di tutto per ammazzarsi non esistono barriere e strategie prontate alla sicurezza.

Lamps
Cento40
Commento di: Ludo80 il 15-05-2007 01:18
Bell'articolo Cento40...veramente..ti fa pensare...
specialmente a me che sto per prendere la prima moto.

Penso che piu si va veloce, piu diminuiscono le chance di sopravvienza in caso di incidente.
Ma ci si lasciano le penne anche a 40 all'ora...

...e cosi..ad un certo punto..considerando che puo' succedere di tutto...penso che anche il destino ci metta del suo.

Buona vita.
L
Commento di: Maurizio60 il 15-05-2007 07:54
Ovviamente Ludo80 ogni qualvolta che saliamo in sella alla nostra moto, ci prendiamo dei rischi scontati, con l'aumentare della velocità aumentano i rischi di conseguenza.

Questo per via generale, poi subentrano anche altri fattori.. la sfiga non per ultima, ma spesso siamo proprio noi che ce l'andiamo a cercare purtroppo.

Auguri per la tua prima moto, e ricordati sempre che il cervello non è un optional, usiamolo. :-)

Lamps
Cento40
Commento di: tricicloveloce il 16-05-2007 17:53
Condivido pienamente con quanto scritto.-
Mi permetto di far notare però che le stime sugli incidenti sono basati sui numeri e non sulle esatte cause cha hanno visto purtroppo coinvolto il collega centauro.-
Quando si capita di essere informati di un simile evento ci capita spesso (e non si può negare) che le cause sono attribuibili a fattori terzi come ad esempio le condizioni dell'asfalto, la pioggia, olio, etc. etc.... Ma siamo anche sicuri che le cause non debbano essere anche imputate al povero sfortunato che invece ha voluto immolarsi a Valentino Rossi, sfrecciando con il suo fiammante bolide sulle strade pubbliche, noncurante dei pericoli per se e gli altri??? Di certo non è compito mio fare del mero moralismo però sarebbe mera ipocrisia pensare che così non è.
La vita è sacra.... e questo nessuno lo potrà mai obiettare quindi cerchiamo di far prevalere il buon senso e non piangere sul latte versato.... Carpe diem
Siamo però sicuri che le cause possono essere attribuibili
Commento di: Maurizio60 il 17-05-2007 08:05
Ti sbagli tricicloveloce, i numeri sono ben chiari e ognuno è classificato a seconda della causa dell'incidente. Per quanto riguarda le vittime dell'imprudenza a cui tu ti riferisci come riferimento all'emulazione di Valenti Rossi, ho risposto già sopra. Queste vittime raggiungono il 2%, trattasi di guida spericolata, monoruota, esibizionismo, guida sotto effetto di droghe o alcool, pertanto quando alla base manca il buon senso, non ci sono infrastrutture sicure che possano garantire l'incolumità del centauro imbecille.

Lamps
Cento40
Commento di: stavrogin il 16-05-2007 22:30




i miei complimenti per
l'accuratezza dell'intervento
:-)

vorrei evidenziare quel
*Però, prima di tutto
siamo noi che dobbiamo
proteggerci...*

che tradotto
suonerebbe più o meno così:
sei solo tu responsabile
della tua persona

non importa se
chi ti ha tagliato la strada
aveva torto

o chi ha aperto la portiera
aveva torto

o imprecare
se quando a duecinquanta
un gatto ha attraversato..

diventa anche triviale
sindacare su torti o ragioni,
quando uno rompe del suo

davanti a te stesso
tu sei l'unico responsabile

s.






Commento di: Maurizio60 il 17-05-2007 08:10
Di sicuro concorderai con me che la moto resta un mezzo a "rischio" e non in se per stesso, ma proprio perchè esposti alle cause a cui fai cenno. Detto questo viene da se che il buon senso ci detti di adeguare il nostro abbigliamento quanto più possibile. Se un giorno qualche automobilista mi falciasse la strada mentre sono tranquillamente alla guida della mia moto, quel giorno vorrei avere ogni tipo di protezione possibile indosso proprio per cercare di limitare i danni e darmi una possibilità.

Lamps
Cento40
Commento di: pavi il 17-05-2007 09:18
Una considerazione: appare chiaro che il danno, subito o arrecato ad altri, è in relazione con l'energia posseduta dal mezzo al momento dell'incidente. Questa energia è legata al quadrato della velocità, per cui una moto che si schianta a 200 km/h deve dissipare in energia di deformazione ben oltre il doppio di quella della stessa moto a 100 km/h.
Alla fine dell'incidente la moto è ferma: la sua energia si è trasformata in danno. Semplificando: a sinistra dell'uguale energia cinetica, a destra, in pratica, lavoro di deformazione su cose. E su persone.
L'importante sarebbe mantenere il proprio contributo energetico sulla sinistra dell'uguale, ma se proprio ci troviamo a destra meglio smaltire il meno possibile..... Per ricollegarsi all'analisi degli incidenti e la relazione con la velocità del mezzo vorrei sapere: qualcuno conosce cosa dicono le statistiche in relazione ai danni arrecati ad altri, oltre a quelli subiti dal motociclista? Perchè se ne esco indenne ma ammazzo dieci persone debbo solo sperare che il magistrato di turno si presenti per le elezioni e non abbia tempo per il processo. In conclusione: credo che un incidente debba essere analizzato, in termini di conseguenze reali, in modo più ampio, soprattutto se la cosa la si guarda da un punto di vista, diciamo così, sociale.
Ciao, grazie


Commento di: CBF500GZ il 17-05-2007 09:53
Complimenti per l'articolo a cento40 e credo che voglia intendere semplicemente che a prescindere dal mezzo che conduci, devi adeguarti all'ambiente in cui ti trovi, cercando di prevedere il più possibile i rischi e proteggerti da essi....qualunque essi siano a prescindere dai sacrifici che comporta, per non rischiare quell'unica volta che potrebbe essere purtroppo l'ultima.
P.S. Grattatevi se volete, ma contemporaneamente riflettete, riflettiamo tutte le volte che ci mettiamo alla guida e vorrei ringraziare ancora cento40 per averci dato la possibilità di ricordarci di farlo anche oggi.
Commento di: Maurizio60 il 17-05-2007 11:01
Ti ringrazio per i complimenti. La sicurezza di noi motociclisti mi sta davvero a cuore.

Lamps
Cento40
Commento di: Maurizio60 il 17-05-2007 10:59
Per i danni procurati dagli incidenti di carattere motociclistico starei attento a sollevare la questione. E' proprio di Maggio un disegno di legge che vuole i motociclisti responsabili in primis ai danni di cose/persone/animali qualora la colpa dell'incidente sia a causa del motociclista stesso. Ora una legge in questi termini mi sembra un pò troppo, ma noi motociclisti non paghiamo l'assicurazione e il bollo come la benzina e le autostrade anche più degli automobilisti? Quindi non capisco da dove viene fuori una proposta di legge in tal senso..

Lamps
Cento40
Commento di: pavi il 18-05-2007 15:31
Di leggi ingiuste, oltre che imbecilli, ce ne sono a pacchi. Vedi la 168/05 che prevede la perdita di possesso del mezzo al verificarsi di circostanze del tutto insignificanti rispetto all'entità della sanzione. Che, ma tu guarda, si applica solo ai motociclisti. Così chi lascia il manubrio per aprire il rubinetto della riserva rischia la confisca della moto, il camionista che banchetta in autostrada in una cabina arredata di televisione, divano letto, piscina e comò del 700 semplicemente la multa.
Tuttavia non riesco a capire a cosa ti riferisci quando citi il disegno di legge che vuole la responsabilità in primis dei motociclisti. Se si trattasse di un'altra perla come la legge che ho citato sarebbe opportuno renderla nota in questo forum.
Ciao
Commento di: stavrogin il 17-05-2007 12:17


di sicuro concordo :-) ti dirò di più.. quando vado al mare porto solo il casco (mani nude tshirt costumino zainetto ciabatte) mi sento indifeso come un bambino, d'altro canto l’aria che incontro a centocinquanta o duecento ha un sapore davvero speciale

la mia coscienza è certo più serena quando indosso tuta paraschiena stivali guantoni, ma anche in questo caso il livello di attenzione verso i potenziali pericoli non può essere da meno: i danni limitati da un corretto abbigliamento, per quanto considerevoli, non possono essere giudicati una quota soddisfacente

s.


Re: se lo stato avesse buon senso ci AIUTEREBBE A SOPRAVVIVERE (in pista)
Commento di: tenente il 17-05-2007 13:40
A tutti coloro che hanno una moto o una macchina sportiva piace, ogni tanto, tirare fuori un po di cavalleria dal motore; spesso lo si fa nelle strade panoramiche dove ci sono molte curve e allo stesso tempo dove ci sono molti mazzetti di fiori posti ai bordi stradali.
Io credo fortemente che se lo stato volesse meno morti sulle nostre strade,dovrebbe cambiare completamente politica iniziando a regolare gli autovelox di modo tale che non servano solo a portare soldi allo stato ma che limitino realmente la velocità, un'altro modo potrebbe essere quello di promuovere (con finanziamenti "magari provenienti proprio dalle multe stradali") delle giornate in pista per i motociclisti e non solo...ciò aiuterebbe a sfogare l'animo irrequieto di noi piloti in molta sicurezza!!!!!!!(ma capisco che ciò è troppo all'avanguardia per i nostri vecchietti dello stato)
Re: se lo stato avesse buon senso ci AIUTEREBBE A SOPRAVVIVERE (in pista)
Commento di: Maurizio60 il 18-05-2007 10:28
Tenente io la vedo allo stesso tuo modo. Ognuno di noi ama aprire il gas in certi momenti per appagare lo spirito sportivo, ma soprattutto noi motociclisti sappiamo che in quel preciso istante rischiamo del nostro, spesso però quando lo si fa su strada aperta al pubblico siamo di cattivo esempio, specie per le giovani leve, che per imitarci non si limitano a qualche momento nella giornata, ma sfidando il destino questo a un certo punte si gira per guardare da un'altra parte. Sacrosanto il discorso sugli autovelox e le giornate in pista, ma a questo punto penso che per lo Stato noi motociclisti siamo solo un buon portafoglio da spennare, sai l'ultima voce, per'altro molto attendibile che gira? Che in pista ci si potrà andare solo con le moto omologate, niente più accessori aftemarketing.. e tutte le moto preparate fino ad ora dove andranno? Saranno vendute sotto costo e finiranno in mano di ragazzi che le useranno in strada, con quali conseguenze?

Lamps
Cento40
Commento di: francescow650 il 17-05-2007 15:24
ok ok ragazzi!!!
ma secondo voi, vanno bene tute, guanti, stivali e caschi da migliaia di euro a chi le moto le guida pensando di essere ad un G.P.?
dove sono le vie di fuga sulle strade normali?
i guardrail in italia con quali criteri sono costruiti e montati?
a che serve una supertuta se vai contro un muro a 200 all'ora?
i miracoli non accadono e sfidare la strada non è come nei film o nei messaggi pubblicitari.
Commento di: Minky80 il 18-05-2007 09:22
Le vie di fuga non ci sono, le strade non sono sicure come le piste e non lo saranno mai per questioni di costo e di spazio.
Non sono sicure per le auto, figuriamoci per le moto.
Bisogna tenere a mente che se si vuole usare una moto bisogna accettare una elevanta percentuale di rischio.
La maggior parte degli incidenti in auto comportano ammaccature, quegli stessi impatti in moto provocano ossa rotte o morte, perché dopo c'è anche la caduta.
Per darvi l'idea di quanto sia precario un mezzo a 2 ruote pensate che non è neanche in grado di mantenersi in piedi da solo da fermo, pensate che in piega la vostra vita è affidata all'attrito offerto da un sottile strato di gomma, pensate che non solo il mezzo non vi protegge ma puà anche finirvi addosso, e infine pensate che anche con tutte le protezioni del mondo, non c'è scampo se finite contro un tagliente guard rail o se uscite indenni da una caduta ma poi vi investe la macchina che arriva da dietro.

C'è solo un modo per sopravvivere in moto: NON CADERE MAI E NON AVERE MAI INCIDENTI!
Questo dipende molto da quanto siete bravi e prudenti, ma neanche questa è una garanzia assoluta, le protezioni possono salvarvi, ma neanche questo è garantito, perciò state attenti e proteggetevi sempre, ma imparate anche a convivere con questo pensiero.
Sarebbe da persone superficiali badare solo alle belle sensazioni che una moto sa darvi senza riflettere anche sul rovescio della medaglia.
Io mi godo ogni chilometro che percorro, specialmente quando faccio lunghi viaggi, ma vi confesso che uno dei momenti di maggiore soddisfazione è anche quando torno a casa e tiro un sospiro di sollievo pensando "meno male, anche stavolta è andato tutto bene!"
Commento di: Maurizio60 il 18-05-2007 10:31
Scusami ma l'abbigliamento tecnco non serve per fare i GP in strada ma solo per limitare i danni in caso di incidenti. Se poi uno pensa che con una tuta e un paio di stivali può emulare Valentino Rossi in strada e solo che un'imbecille..

Lamps
Cento40
Commento di: francescow650 il 18-05-2007 18:12
hai perfettamente ragione cento40...sono imbecilli quelli che sabato scorso agghindati come piloti professionisti mi hanno fatto un sorpasso in curva sul passo del cerreto...uno da destra e uno da sinistra!!!!! invadendo la corsia opposta e mettendo in pericolo la mia vita e la lorooo!!! io andavo sui 60-70km/h e non mi sembra una velocità bassa per le curve del cerreto...e questi pif e paf come se niente fosse se la son filata via nonostante i lamps che gli ho mandato...neanche un cenno di scuse! il mio, il tuo buon senso...e quello degli altri?com'è?
Commento di: Maurizio60 il 21-05-2007 08:54
Purtroppo non possiamo fare fede sul buon senso altrui, dobbiamo noi, persone come me e come te, ma ti assicuro come tante altre, questi imbecilli sono solo la minoranza, ma tanto basta per mettere in pericolo la loro vita e quella altrui, e tanto basta per screditare la nostra categoria agli occhi dei "mass media" etichettandoci tutti come dei delinquenti.
Dobbiamo per forza di cose perseverare sulla nostra strada, non fosse altro per goderci al meglio le nostre moto.

Lamps
Cento40
Commento di: iowabob1965 il 18-05-2007 23:34
Nessuno va in moto per morire
io personalmente mi vesto sempre, magari tralascio i pantaloni e vado con i jeans, ma giacca, scarpe, guanti e casco... sempre.
comunque l'abbigliamento conta poco se ti schianti in un platano o su un paletto di un guard rail.
Credo che la ricetta per diminuire il pericolo abbia i seguenti ingredienti :
Attenzione , concentrazione e monitoraggio delle nostre condizioni psicofisiche evitando di assumere alcool e droghe prima di guidare
Velocità : moderarla ad un livello inferiore alle nostre attitudini e alla velocità massima consentita dal traffico dal fondo stradale eccetera
Abbigliamento e dispositivi di protezione individuale come paraschiena giubbotto scarpe casco guanti eccetera.
Manutenzione accurata del nostro mezzo : gomme freni ecetera.
Calma : non emozionarsi se qualcuno ti spinge o se qualcuno ti tappa
Umiltà : se andiamo in giro con qualcuno che ha più manico o più moto siamo umili e programmiamo magari delle tappe di ritrovo, in altre parole andiamo del nostro passo, c'è anche chi guida meglio di noi.
Esercizio : non è bene tirar fuori la moto una volta al mese e poi spararsi 100 km di curve tirate, l'esercizio è fondamentale
un bacio a tutti e una preghiera per i nostri amici che non ci sono più
Commento di: Maurizio60 il 21-05-2007 08:59
Concordo in toto con tè, solo su una cosa mi trovi in disaccordo, quando dici che nessuno va in moto per morire, penso esattamente il contrario, perchè chi sale su una moto, magari senza tanta esperienza, ma questo conta relativamente, e si mette a sfrecciare per strade statali a velocità prossime ai 200 km/h sta facendo esattamente questo, sta rischiando la vita, anche se lui è salito in moto per farsi due pieghe con il cortello tra i denti! Sta rischiando la vita e non lo sa..

Lamps
Cento40
Commento di: Motorcycle46 il 21-05-2007 11:32
Alcune considerazioni personali:

la moto di per sé non è un arma, ma solo un mezzo, è l'uso che ne facciamo che la trasforma in un arma. Troppi motociclisti la domenica pensano di essere in pista e guidano come se stessero partecipando ad una gara.

Purtroppo le strade in Italia fanno schifo, sono vecchie e non manutenzionate e questo aumenta il pericolo.

Noi italiani siamo spesso maleducati, nel senso che la nostra educazione stradale fa acqua da tutte le parti, non siamo abituati a rispettare gli altri: ne consegue che se siamo a piedi non rispettiamo le file, se siamo in bici non rispettiamo i semafori, se siamo in moto non rispettiamo i pedoni, se siamo in auto non rispettiamo nessuno!

In autostrada sono pochi quelli che tengono la dx, per non parlare della distanza di sicurezza (non la conosce nessuno).

L'altro giorno tornavo dal lavoro in moto su una superstrada con limite di 90km/h ero in corsia di sorpasso con un auto a non più di un metro dal "culo", per fargli capire di quanto potesse essere per me pericoloso ho dovuto fargli segno di avvicinarsi ancora un pò, così magari mi avrebbe spinto.

Dovremmo cominciare tutti a rispettare gli altri sempre e forse il traffico diventerebbe meno caotico.

Scusate la patafiatta e sereno viaggio a tutti.
Commento di: Maurizio60 il 22-05-2007 08:36
Cerchiamo di non dare sempre e solo la colpa alle strade e alle infrastrutture per il continuo accrescere degli incidenti stradali, cerchiamo anche di responsabilizzarci noi "in primis" rispettando il C.d.S. e usando il buon senso, solo in questo modo avremmo maggiore sicurezza.

Patafiatta perdonata :-)))

Lamps
Cento40