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L'ombra di me stesso sulla strada
Scritto da matteoberetta - Pubblicato 24/10/2014 16:54
Questo racconto è frutto di emozioni e fantasie personali, rielaborate per creare una storia che spero vi risulti piacevole.

L'ombra di me stesso sulla strada

Roberto era stanco, stressato, era l'ennesima giornata sbagliata.
Si era alzato con la voglia di superare indenne quella giornata di lavoro in ufficio, ma una volta davanti il pc i problemi cominciarono subito ad attanagliarlo.
Era un agonia, non credeva che sarebbe riuscito a raggiungere le 19:00 quel giorno.
Fatto sta che alle 19 meno 10 si rese conto che per qualche assurdo motivo aveva raggiunto anche questa volta la sera e cosi preparò la sua valigetta e si diresse verso il parcheggio dell'azienda.

Trovò la sua Clio 1.6 ormai stagionata, montò, girò la chiave e si diresse verso casa.
Il traffico era lento, stopposo... rimbalzava ogni 3 secondi... voleva abbassare il finestrino per prendere un po' d'aria, ma sapeva che avrebbe solo peggiorato la situazione... i gas di scarico insieme all'umidità crescente e il rumore assordante lo avrebbero fatto vomitare.
Era l'ora che più odiava, non per gli automobilisti in se, ma perché quella era l'ora in cui tutti dovevano muoversi in macchina, compresi gli imbranati e gli imbecilli.

Non era come la sera tardi, quando le strade miracolosamente si svuotavano di casalinghe incapaci alla guida e di pensionati troppo in là negli anni per muoversi agevolmente, e chi rimaneva al volante lo faceva per passione, per divertimento o per qualsiasi altro motivo che non fosse il mero tornare a casa o tornare al lavoro.
Senza capire quanto tempo fosse passato si ritrovò nella via di casa sua, prese il telecomando premette qualche tasto e si fiondò verso il garage che cominciava lentamente ad aprirsi.
Era ancora più stanco e stressato di quando si era alzato la mattina.
Non voleva pensare, voleva solo farla finita. Non sapeva a cosa o a come, voleva finirla e basta; un disagio esistenziale che lo stava opprimendo.

Era talmente in tensione che quella sera Roberto non entrò in garage con la solita manovra, che il giorno dopo gli avrebbe permesso di uscire con comodità.
Entrò di muso...
I fari illuminarono prima la parete destra e poi, dopo un arco dalla fatiscenza religiosa, il fondo della struttura.
Lei era lì... lo sapeva che c'era, inconsciamente ne percepiva sempre la presenza quando entrava in quel buco grigio e sporco, ma la routine ne aveva nascosto la bellezza.
Smontò dall'auto ancora accesa e per metà ancora sul marciapiede.
I fari la illuminavano come fosse una visione celestiale.
Fece 7 o 8 passi, il rumore dei sassolini nel pavimento riecheggiava attorno a lui, e l'odore di olio e benzina ne trafiggeva le narici.
Era lì... la sua RSV 1000... polvere, tanta polvere... un cavo che usciva dalla carena e si attaccava al mantenitore che pulsava una tenue luce verde.
Non ci pensò troppo. Salì in casa... forse salutò la moglie, forse no, aprì la stanza adibita a ripostiglio, e dall'armadio grande prese la tuta nera Dainese, ormai segnata da anni passati di gloriosi utilizzi. Prese i guanti lacerati in ogni parte, e con fare deciso, come se non avesse fatto altro per tutto questo tempo, impugno il casco rosso, e corse giù da lei.

Staccò il mantenitore e la portò fuori dal garage.
Per un attimo si fermò...
L'assicurazione non era attiva, e poi dove sarebbe andato? cosa avrebbe detto al suo ritorno a Lucia? Aveva ancora un'età che poteva giustificare un gesto simile?

I capelli erano grigi si, ma gli pulsavano le vene... l'adrenalina era già in circolo... il cuore già batteva all'impazzata, e già aveva dimenticato le brutte sensazioni che lo aggredivano tutti i giorni da diversi anni.
Non la pulì nemmeno... provò ad accenderla...
Non partì... non partì di nuovo...
Non partì nemmeno la terza volta e la spia della riserva sembrava confermare che il destino non era dalla sua parte.

La belva poteva aver 1000 problemi, ma visto che la batteria spingeva ancora ritentò, e questa volta… partì ..
Bhe lo sapete come funziona... lo sapete vero? Quando la mettete in moto dopo mesi di inutilizzo forzato o perché è inverno, o perché non avete soldi, o perché la vostra vita non vi lascia tempo... lo sapete cosa vi succede?? si...
Roberto era impazzito... respirava freneticamente.
Si impose di tranquillizzarsi perché guidare in quelle condizioni non lo avrebbe certo portato a grandi manovre.
Calzò i guanti, il casco e salì sulla sua piccola.
Era caldo, saranno stati 29 ° e l'umidità cresceva anche se erano già passate le 20:00.

Il suono corposo del 1000 risvegliava in lui piaceri assopiti, era commosso, e sentire quel motore vibrare tra le sue gambe lo fece tornare con la mente ai tempi in cui andava ad Adria a cercare la piega perfetta, la staccata impossibile e la prestazione migliore.
Inclinò un attimo la belva per far finta di controllare se la pressione delle gomme poteva considerarsi decente. Dopo un secondo stava già guardando il contagiri che segnava che il suo polso si stava divertendo alla grande.
Qualche vicino uscì sul balcone per vedere cosa stava succedendo, e soddisfatto si gustava la scena di questo omone che riabbracciava una sua vecchia passione.

Roberto abbassò la visiera per ¾, premette la frizione e inserì la prima.
Ahhh che suono fantastico... stack...
Fece un profondo respiro e partì.
Dopo un centinaio di metri si posizionò meglio. Era abituato fin troppo bene dopo tutti quegli anni in auto.
La moto era la stessa di sempre.

Era potente, a Roberto faceva venir voglia di spalancare il gas, ma il traffico era ancora intenso.
Si diresse verso la periferia, e vide in lontananza le nubi addensarsi sopra l'orizzonte.
Dopo qualche minuto si trovò in una rotonda e la superò come se avesse guidato quel bolide fino al giorno prima.
Si rese conto che già aveva preso una confidenza fortissima.
Aveva già sentito che le gomme non lo avrebbero assistito a dovere e i freni facevano un rumore metallico, ma che piano piano tendeva a svanire.

Era la sua piccola... l'amava... Dio se l'amava...
Era già in campagna, vedeva i fulmini e sentiva le raffiche di vento spingerlo sui fianchi.
La felicità lo aveva invaso.
Roberto era un uomo diverso.
Finalmente aveva un momento suo di pura gioia.
Quel rumore aveva risvegliato i suoi sensi, gli avevano dato una speranza e un motivo per alzarsi felice il giorno dopo.
Non sa perché, ma si diresse proprio verso il temporale.
La moto correva veloce sull'asfalto nuovo della provinciale ormai deserta.
Il motore era bello caldo e non resistette dal dare un colpo a quel cielo così nero.

Un lampo accecante illuminò la zona e seguì un rumore cupo e sinistro che invase quegli istanti. Roberto non resistette a quella sfida, la sua Aprilia lo desiderava ardentemente, e in pochi secondi si ritrovò a 160km/h.
Caspita che forza quel bolide, che potenza immediata.
Ormai il temporale gli era sopra ma Roberto era inebriato dalle endorfine e non gli interessava per nulla prendere qualche goccia.
Decise di sfidare quell'ammasso nero indefinito.
Sarebbe andato avanti fin che la pioggia non lo avesse fermato.

Corse per altri 5 minuti buoni, tra curve veloci dove la terza di quel bolide lo faceva eccitare come un adolescente. La moto non era nelle migliori condizioni, lo sapeva, ma quel che gli regalava superava qualsiasi altra cosa.
All'improvviso senti dei colpi sulla tuta e poco dopo una goccia gli esplose sulla visiera.
Guardo lo specchietto sinistro e fece inversione.
La gara adesso era tornare a casa senza bagnarsi.

La città si avvicinava con la sua luce arancione e la moto gridava la sua libertà.
Quanto sciocco era stato ad abbandonare quei momenti unici.
In quel momento si promise di non lasciarla più.
Entrò in tangenziale ad una velocità oscena, il temporale dietro creava un muro grigio scuro di acqua che avanzava a poche centinaia di metri da lui, diede due colpi di gas e si trovò all'uscita 18, la sua.

Si ritrovò nel traffico.
La velocità era notevolmente ridotta e qualche goccia cominciò a bagnarlo.
Mancava ancora qualche km, si sarebbe sicuramente lavato, il vento cresceva e i fulmini squarciavano il cielo, ma poco lo turbava, aveva ritrovato una vecchia amica, la felicità che gli regalava, e non l'avrebbe mai più lasciata.

Matteo. Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked
 

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Commento di: KingVersus il 24-10-2014 20:29
Bellissima storia,molto bella e passionale,complimenti davvero Very Happy
Commento di: vilcoyote il 25-10-2014 14:48
...con l'assicurazione non attiva...andiamo bene!!!
Commento di: matteoberetta il 27-10-2014 15:56
ahahah...si era solo per enfatizzare il momento...
Commento di: devargas il 28-10-2014 12:01
Carina, autobiografica o un volo di fantasia? Solo un dettaglio: sembra da parte del protagonista la riscoperta di un qualcosa che si credeva oramai perso, accantonato per sempre. Il mantenitore invece, sconfuta in parte, solo in parte, questa ipotesi.

Chi ha la moto in garage col mantenitore per la batteria vuol dire che non soltanto ci tiene e non ha mai pensato di escluderla dalla sua vita, ma che la moto in realtà sta conducendo un normale periodo di rimessaggio invernale. Nulla di drammatico, soprattutto nulla che giustifichi l'enfasi, l'emozione e la smisurata gioia.

Sarebbe stato più incisivo un pensiero che diventava ossessione fino al bisogno di farla rivivere nonostante lo stato di trascurato abbandono. Da quel momento ogni emozione sarebbe stata maggiormente comprensibile e giustificata. (Questo il mio punto di vista).

Dal punto di vista della godibilità del racconto, invece, direi che ben rappresenta, anche se amplificato dalla situazione descritta, lo stato d'animo del vero appassionato. Di colui che spesso non può trasmettere agli altri (famigliari soprattutto) l'importanza del proprio bisogno motociclistico e che quindi, interiorizzandolo, lo accresce. Nel complesso mi è piaciuto abbastanza.
Commento di: matteoberetta il 28-10-2014 12:17
Intanto grazie per le critiche costruttive, quella del mantenitore è stata proprio una svista Brick wall Brick wall .
Comunque è pura fantasia.
Ho solo provato a spiegare certe sensazioni di noi motociclisti, sfruttando un personaggio inventato in una situazione a caso; vedo che hai capito anche tu il senso, infatti dici:
"Dal punto di vista della godibilità del racconto, invece, direi che ben rappresenta, anche se amplificato dalla situazione descritta, lo stato d'animo del vero appassionato. Di colui che spesso non può trasmettere agli altri (famigliari soprattutto) l'importanza del proprio bisogno motociclistico e che quindi, interiorizzandolo, lo accresce. Nel complesso mi è piaciuto abbastanza."
La prossima volta proverò a fare meglio.
grazie, ciaooo.
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Commento di: etberit il 01-11-2014 15:24
Mi avete convinto, vado a togliere il caricabatteria e mi faccio un giro! Doppio Lamp Naked
Commento di: matteoberetta il 01-11-2014 15:27
Ahahahha.grande...io sono appena tornato....quel poco sole che rimane è meglio sfruttarlo...
Commento di: maxlob il 02-11-2014 14:57
condivido tutto meno l'assicurazione....
Commento di: sirlop il 05-11-2014 18:07
Veramentre bella questa storia, fa capire al meglio cosa vuol dire vivere la passione
per il motociclismo. Sacrifici e dolori per quella sensazione di pace e tranquillità, che
si trasforma in adrenalina quando si gira la manopola. Sicuramente questa storia
che come hai detto è rielaborata è un po' la storia di ogni motociclista. Si sta
avvicinando la stagione invernale ma a me già mi si è riaccesa la voglia di moto
P.S.(non si è mai spenta)
Commento di: matteoberetta il 06-11-2014 10:03
grazie milleeeeee Very Happy / Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked
Commento di: Elr0ndK il 05-11-2014 18:33
Matteo, leggo sempre con piacere i tuoi commenti quando mi capita di prendere parte a discussioni in cui rispondi anche tu. Bello il racconto, si nota una sincera passione nel personaggio più forte della ragione, del fatto di non avere assicurazione e dell'eccitazione che prova quando sente il suo ferro accendersi.
Trovo anche bello il fatto che tutte le trasgressioni fatte non siano fini a loro stesse, per il semplice fatto di farle, ma siano solo un diretto effetto delle forti emozioni provate da Roberto che sta ritrovando una parte di se stesso.

Essendo un racconto, dettagli come quello del mantenitore passano comunque relativamente in secondo piano, secondo me, perché per esempio io che da moto ci vado da poco e non ho ancora mai fatto una rimessa invernale con mantenitore (mi è andata bene per 2 anni ma adesso mi tocca) non avevo nemmeno notato l'incongruenza. E' una conoscenza, secondo me, molto specifica e per un racconto di narrativa è solo un "surplus" che, se c'è, ovviamente non fa male, ma va bene anche senza.

Davvero complimenti per il racconto e la scelta della moto non posso che approvarla, visto che le Aprilia V2 le ho nel cuore, ma non nel garage perché sono troppo per me ASD
Bravo!
Commento di: matteoberetta il 06-11-2014 10:04
cavolo grazie....allora quasi quasi ne scriverò altri....
intanto grazie ancora... Doppio Lamp Naked Lamps Lamps Doppio Lamp Naked Doppio Lamp Naked
Commento di: Elr0ndK il 06-11-2014 11:03
Grazie di che? Credo sia più giusto se ringraziassi io te per avermi dato qualche minuto di evasione dalla routine ASD
Soprattutto ieri che la giornata è stata avara di soddisfazioni ASD
Commento di: matteoberetta il 06-11-2014 11:17
Rotfl Rotfl Rotfl DoppioOk DoppioOk
Commento di: matteoberetta il 07-11-2014 09:25
comunque volevo ringraziare gli amministratori che hanno modificato il layout del testo, rendendolo piu piacevole alla lettura e meno pesante..
grazie ...bravi...come sempre
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Commento di: Ospite il 11-11-2014 21:29
Un racconto breve ma intenso, frasi ristrette che intimano suspense e infondono le sensazioni che sicuramente provava il protagonista. Davvero i miei complimenti, non sono altro che le sensazioni che un vero appassionato prova quando non usa da un po' la sua moto! Up
Commento di: matteoberetta il 12-11-2014 09:21
troppo lusingato... Rotfl Rotfl Rotfl