Moto
Il motociclismo in Italia e i suoi rappresentanti nel mondo
Scritto da Sonmaury5 - Pubblicato 28/05/2013 15:43
Il motociclismo in Italia, dalle suo origini a oggi, ripercorrendo le fasi più importanti della carriera di uno dei suoi maggiori esponenti

La prima moto italiana nasce nel 1893 dall’idea di Enrico Bernardi, il quale montò un motore su un carrello agganciato dietro il telaio di una bicicletta. Da quel momento, il fenomeno che adesso è motivo di aggregazione di tanti appassionati, entra ufficialmente nel nostro paese, ma per vedere nascere il fenomeno del motociclismo, bisogna aspettare quasi vent’anni, è infatti il 29 maggio 1911 quando a Milano vede la luce il primo motoclub italiano, che poi, con il passare del tempo diventerà la Federazione Motociclistica Italiana.

Dopo appena tre anni e più precisamente dal 26 al 31 maggio si svolgerà il primo circuito motociclistico d’Italia Con partenza da Milano sino a Roma e ritorno, per una lunghezza di 2376km, percorsi alla velocità di 40kmh. Nasce così il Motogiro.

Ormai la motocicletta non è più un tabù e nello stesso anno apre a Milano il primo Salone del Ciclo e Motociclo allestito presso il Kursaal Diana portando alla visione del pubblico ben 400 esemplari. Il 26 aprile arriva nelle edicole il mensile Motociclismo, al costo di 30 centesimi.

Ma tutta questa è storia ed è ben lontana dai giorni nostri. Non esistevano le televisioni e il motociclismo era uno sport agli albori. In quegli anni, tante giovani case hanno visto la luce, ma in poche sono sopravvissute alla crisi portata dal secondo conflitto mondiale. Altre case invece, hanno visto la luce proprio nel periodo del dopoguerra, con la rinascita economica e industriale e alcune di esse, ancora oggi, tengono alto l’onore del nostro paese all’interno del panorama motociclistico italiano.

Una di queste case storiche è proprio la gloriosa Ducati che, pur nascendo a Bologna il 4 luglio 1926 come Società scientifica brevetti radio Ducati, si converte alla produzione di mezzi a motore solo nel 1946, quando ricostruiti gli stabilimenti di Borgo Panigale, distrutti dai bombardamenti degli eserciti alleati, viene messo in produzione il Cucciolo. Trattasi di un piccolo motore di 48 cc, capace di erogare una potenza massima di 1,5 HP a 5.500 giri/min; questo piccolo motore, veniva montato su un telaio artigianale appositamente creato.

 

Facciamo un piccolo passo in avanti e portiamoci al 2 luglio 1949, data in cui nel Circuito di Bremgarten, si svolge il primo gran premio della classe 125cc dell’allora Motomondiale, prima gran premio, vinto dal pilota italiano Nello Pagani.

 

Ma fu nel 1951 che il tricolore si impose nella medesima categoria grazie a Carlo Ubbiali in sella alla Mondial.

L’Italia è un paese ricco di storia, non solo dal punto di vista artistico e culturale, ma anche dal punto di vista motoristico. Il motociclismo così come lo conosciamo noi adesso, era molto diverso in passato, sia dal punto di vista della sicurezza, che dal punto di vista della conoscenza e della diffusione tra il grande pubblico. Alcuni piloti sono rimasti nella memoria degli appassionati grazie ai loro innumerevoli successi, altri invece, sono rimasti impressi solo all’interno delle testate giornalistiche della loro epoca.

A metà strada tra gli anni dei primi campioni e il fenomeno Rossi, che oggi tutti conoscono, io collocherei senza alcun indugio, la leggenda del motociclismo Italiano Giacomo Agostini, grandissimo campione motociclistico di fama mondiale, riuscito ad entrare nell’immaginario collettivo, pur avendo corso quando ancora il motociclismo non era il fenomeno di massa che è oggi.

 

Mino può vantare la bellezza di 311 vittorie all’interno delle sue 500 gare ufficiali disputate, su un totale di 122 gran premi, detentore di 15 titoli mondiali, 18 Italiani e 10 Tourist Trophy. Anche chi, come me, non ha vissuto quegli anni, non può non conoscere questo incredibile pilota, ma sono pochi i campioni in grado di imprimersi nella memoria collettiva, sebbene il motociclismo sia costellato di stelle più o meno titolate. Talvolta sono i palmares a rendere grandi e famosi dei piloti; altre volte le innovazioni portate nel motociclismo, legate ad esempio alla tecnica di guida piuttosto che alla vittoria in sella ad una particolare casa; altri per via del loro impatto con gli appassionati.

Credo però di poter affermare senza pensarci troppo, che solo un pilota nella storia delle competizioni motociclistiche mondiali, abbia avuto la capacità di imprimersi nella memoria collettiva, grazie all’unione di tutti i fattori che ho appena citato. Questo pilota, che non ha bisogno di alcuna presentazione è l’Italiano Valentino Rossi. Il mio avvicinamento al mondo delle due ruote coincide casualmente con il suo ingresso nelle competizioni mondiali, forse anche per questo motivo sono molto legato al pilota italiano ma sarebbe riduttivo limitarsi solo a questo fattore, per me Rossi ha rappresentato da sempre il motociclismo e sono sicuro che per molti altri è la stessa cosa.

Nel 1999, quando ancora il campionato faceva tappa nel circuito di Imola, sono riuscito a vedere un suo gran premio di persona, anzi, quello fu l’unico gran premio a cui non ho potuto assistere, ma in compenso ebbi la fortuna di poter vedere Rossi personalmente e assistere al lavoro dei suoi tecnici all’interno del suo box e quello fu sicuramente un’evento che mi ha segnato profondamente per quanto riguarda mia passione per le corse e per il personaggio.

 

Purtroppo però, come accade in tutti gli ambienti, quando qualcosa o qualcuno è sulla cresta dell’onda, il suo seguito è senza limiti e quando questo accade la realtà viene spesso alterata e il più delle volte, proprio da chi sostiene il personaggio in questione, andando ad avvelenare quello che il personaggio va a fare. Questo è proprio il caso di Valentino Rossi, un fenomeno planetario, dal grande seguito, mediatico e non, un pilota che ha dato tantissimo a questo sport e non solo in termini di visibilità e spettacolo, ma tutto questo si è ritorto contro nel momento in cui il sostenere il personaggio si è trasformato nell’osannarlo, rendendolo pesante a chi non era proprio suo fan.

Aggiungiamoci anche il fatto che Rossi, soprattutto all’esordio, spinto dal suo talento, ha fatto correre anche la sua lingua, andando a creare degli attriti con l’altro pilota Italiano che cavalcava l’onda in quel periodo. Mi riferisco a Max Biaggi, grande talento italiano e detentore del titolo nella due e mezzo con l’Aprilia.

 Il periodo di scontro Rossi/Biaggi, l’ho rivissuto, anche se con meno concitazione, quando Lorenzo arrivò in gp. Anche li, avevamo il ragazzino talentuoso e “arrogante” che voleva conquistare il mondo, o quantomeno, il mondiale scontrandosi spesso con Valentino, non solo in pista, questa volta però, non era il pilota grande ad avere la peggio, ma ad uscirne a testa alta fu Rossi, che così come fece all’epoca di Biaggi, continuò a vincere e dare spettacolo, prendendo la ragione a suon di vittorie.

Ancora oggi che Valentino esce da un biennio grigio con la Ducati e tarda a trovare la messa punto con la Yamaha, resta lui l’icona del motociclismo, dimostrando, a mio avviso, che tutto quello che a fatto in questi anni, non è poi così da buttare via, come spesso vorrebbero i suoi detrattori che lo definiscono sopravvalutato. Eh si, Rossi ha attraversato diverse epoche motociclistiche uscendone illeso e anche adesso che le nuove leve arrivano a farsi sotto, lui detiene sempre l’attenzione dei media e fa di tutto per difendere con onore la sua leggenda.

In questi anni di vittorie e di titoli, sono stati tanti gli avversari con cui si è battuto in pista e spesso, anche oltre. Il primo è stato sicuramente Max Biaggi. E’ vero, i due italiani si sono incontrati solo nella classe regina, mentre il pesarese ha iniziato a vincere nelle classi minori, ma a quel tempo non ci sono stati dei piloti che potrebbero essere definiti come suoi acerrimi rivali e anche i compagni di casa con cui battagliò in 250 rimasero sempre in ottimi rapporti e i duelli i pista furono tutti nei limiti dell’amicizia, direi io.

Con Biaggi invece la rivalità era tanta ed entrambi volevano primeggiare, come da regola per i grandi campioni. I duelli con Biaggi, sono stati a mio avviso i migliori, sia in termini di spettacolo che di tecnica e poi, la loro rivalità in pista e fuori, portò entrambi a non fare sconti a nessuno. Ma alla fine Biaggi uscì dalle scene lasciando il posto allo spagnolo Sete Gibernau, con cui proseguirono gli scontri con Valentino.

 

Poi arrivò la prima battuta d’arresto per Rossi. Siamo nel 2006 quando iniziò il primo biennio nero di Valentino. Il primo anno, uscì vittorioso Hayden, ma tra lui e Rossi non ci fu mai battaglia, probabilmente non si innescò mai la miccia, passato il 2006 però, tutti si aspettavano la replica di Valentino, replica che però non arrivò e al contrario arrivò un personaggio che secondo me è chiave per il percorso di Rossi. Mi riferisco al pilota Australiano Casey Stoner, anche lui “vittima” incolpevole del suo seguito.

 

Rossi in tanti anni di vittorie è riuscito a farsi amare e odiare da tantissime persone e proprio chi lo odiava, aveva bisogno di un personaggio che fosse l’anti-Rossi e Stoner incarnava perfettamente questo personaggio. Introverso, chiuso, scorbutico e spigoloso, il pilota Australiano era perfetto per soddisfare quegli appassionati che non sopportavano l’estro del Pesarese. I suoi tifosi, forti dell’incredibile stagione disputata da Casey Stoner, in sella alla “finalmente” vittoriosa Ducati, iniziarono una crociata contro il pilota Italiano.

Ma Casey Stoner, non può essere ricordato solo per aver creato una spaccatura importante all'interno del vittorioso percorso dell'Italiano. Il suo carattere era affiancato da un incredibile talento, nascosto solo da una situazione tecnica difficile. Ma non fu certo a causa di un susseguirsi di problemi tecnici che i suoi sostenitori, in aumento di anno in anno grazie ai suoi numeri in pista, alla sua guida spettacolare e al suo carattere, si tirarono in dietro e finalmente, dopo anni difficili, l'Australiano tornò a vincere contribuendo a portare all'interno del motociclismo mondiale, tanti altri appassionati che finalmente riuscivano a trovare un loro "rappresentante" tra i partecipanti della corsa al titolo mondiale.

Tutto questo è paradossale perché il pilota Australiano, a differenza del Pesarese, non è mai stato una animale da palcoscenico, risentendo particolarmente di tutto quel retroscena mediatico, che trova in Valentino la sua origine. Seppur disinteressato al risvolto mediatico, Stoner è riuscito a trasmettere la sua passione "grezza" proprio attraverso quell'obbiettivo che lui cercò di evitare in tutti i modi. Ma tutto questo non sembrò scalfire eccessivamente la tuta di Rossi, che ancora una volta si rialzò e riprese a vincere, portando a casa altri due titoli.

Dopo Casey Stoner, solo Lorenzo, pilota spagnolo che cercò di accattivarsi le simpatie del pubblico seguendo le orme del pesarese, inscenando delle gag a fine gara e indossando una tuta con le gambe di colore diverso, proprio come Valentino, battagliò duramente con Rossi, ma sebbene non ci fu subito amore tra i due, a mio avviso non si arrivò mai alla rivalità che invece c’è stata con gli altri piloti di cui ho già parlato.

 

Adesso siamo nel 2013 e un nuovo ragazzino è sbarcato nella classe regina, facendo tremare tutti i grandi campioni e rovinando i piani a chi, come Lorenzo, credeva di avere vita facile per la corsa al titolo. Questo nuovo campione è Marq Marquez, grande fan di Rossi, ora suo rivale ma sempre con una parola buona per il pilota Italiano.

Il suo approccio alle corse nella classe regina, lo ritengo piuttosto singolare. Il suo tifo per il pilota Italiano, lo portò addirittura a ripercorrere, in pista, degli episodi di cui lo stesso Valentino Rossi fu partecipe in passato. Mi riferisco all'ormai famoso episodio, in cui Valentino Rossi e Sete Gibernau, nel campionato del 2005, si scontrarono all'ultima curva del circuito di Jerez. Marquez, a distanza di otto anni e nel medesimo circuito, fu artefice della stessa manovra compiuta dal pilota Italiano. Ovviamente, anche lo Spagnolo, si trovò subito al centro di un processo mediatico, ma si divincolò facilmente dalla morsa dei media, sfruttando l'episodio di Valentino, come precedente; del resto, Marquez replicò soltanto la manovra fatta da Rossi e quindi, non gli poteva esser mossa nessuna accusa.

Qualcuno oggi rivede in Marq Marquez, il Valentino degli esordi, affamato di vittorie e con tutte le carte in regola per vincere, si rivede talmente tanto Rossi in lui, che molti appassionati si stanno già preparando al “trasloco” quando Rossi lascerà il mondo delle corse. A differenza degli altri piloti con cui Rossi si è scontrato nella sua lunga carriera, Marquez, è riuscito ad entrare nelle simpatie dell’Italiano e tra i due, non sembra esserci il minimo attrito.

 

Io non so come si evolverà tutto questo e non so nemmeno se Marquez erediterà davvero, la tifoseria del pilota Italiano. Di sicuro ha i numeri per farlo, ma solo il tempo risponderà a queste domande che in tanti si fanno. Di una cosa però sono più che certo; prima dell'arrivo di Valentino nel mondo delle corse, il motociclismo era un fenomeno molto più contenuto e non aveva sicuramente il seguito attuale.

Per molti era meglio quando il motociclismo era seguito solo da pochi, per me invece è meglio così, perché da appassionato di moto non posso che essere felice del boom che ha avuto in Italia con l'arrivo di Rossi il quale oltre a "sdoganare" il motociclismo, ha dato visibilità a tanti altri piloti che hanno corso con e contro di lui, rendendo le corse non più uno sport di nicchia, ma un fenomeno di massa conosciuto e seguito in tutto il mondo.
 

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Commento di: wingsoftime il 29-05-2013 14:22
Ma sbaglio o manca una doverosa menzione alla Moto Guzzi, o alla Gilera ? Mentre in Ducati costruivano ancora condensatori con quelle moto ci facevano la guerra...
Commento di: Sonmaury5 il 29-05-2013 14:33
Si, è vero, la mia era una carrellata veloce, ce ne sarebbero di marchi da menzionare, non solo due o tre. io ho citato la ducati in quanto una casa molto importante che partecipa ancora oggi alle competizioni. l'articolo era più che altro incentrato sulla reazione mediatica del motociclismo attuale. sono partito dalle origini, ma in maniera molto sintetica e veloce.
Commento di: Monoruota96 il 29-05-2013 18:44
Oltre alla moto gp andrebbero menzionate anche altre discipline in cui gli italiani primeggiano, il motocross ad esempio Wink Wink
Commento di: Simoblazer il 31-05-2013 16:32
Tony ! Wink
Commento di: valer6 il 04-06-2013 10:37
sfido chiunque appassionato di motociclette a non avere una figurina o un poster di valentino rossi nella cameretta o in garage <3 ^____________^