Ecco come una serata tra amici può diventare il mezzo per capire l'ignoranza di molti riguardo alle moto e ai motociclisti

Capita, che in un paese di montagna con 1800 abitanti, tra ragazzi ci si ritrovi la sera a discutere, bere una birra o un gelato e fare quattro risate prima di tornare a casa e rimettersi nel letto.

Stasera però non è una di quelle solite ripetitive serate, l’argomento principale per una volta non è il calcio bensì le moto.
Tema che non nasce a caso, ma da un brutto incidente tra un biker e una macchina avvenuto nel primo pomeriggio, che da modo ad ognuno di esprimere la propria opinione.

Arrivo in oratorio a discussione già avviata, prendo una sedia, mi siedo e ascolto.
Fin da subito si capisce come TUTTI vedano ai motociclisti come degli imbecilli, o come li definisce il simpaticone della serata <Esaltati del ca*** che si divertono a “spalmarsi” sull’asfalto con le loro biciclette a motore>.

La serata prosegue così per un po' tra insulti e maledizioni, gli unici due a tacere io e un mio compagno d’avventura  che ogni tanto ci scambiamo sguardi di dissenso, facendo notare anche un filo di rabbia per le parole da una mezz’oretta ci risuonano nelle teste.

Stanco e anche parecchio incazzato mi alzo e mi sposto al tavolo con alcune amiche, sperando che almeno loro non stiano parlando di moto. I miei desideri vengono però subito spenti, quando non appena seduto mi viene chiesto:
<Hai sentito dell’incidente che è avvenuto oggi?>. Annuisco con la testa senza nemmeno guardare chi mi ha posto la domanda. Inizio a pensare che per  questa sera è meglio tornare a casa e guardarmi un film, sembra che il mondo intero si stia impegnando per farmi arrabbiare.

Sto cercando le chiavi della moto in tasca e sono pronto ad alzarmi quando all’improvviso una ragazza inizia a parlare…:
<Ma io proprio non capisco. Che senso ha spendere tutti quei soldi in moto, benzina, abbigliamento tecnico quando basta una caduta per distruggere tutto. E poi sono degli incoscienti, lasciano a casa mogli e figli per andare a schiantarsi ai 200 all’ora contro una macchina.
Sono peggio dei bambini , pensano solo al loro giocattolo e se ne fregano se fanno male o fastidio o alle altre persone. E poi per cosa? Per sentire il “bordello del motore” tutto il giorno e sudare dentro le loro tutine a 40 gradi al sole… a proposito, sono assurdi. Ci sono 36 gradi e vanno in giro con le tute di pelle, almeno si mettessero in mezze maniche… proprio non li capisco... e poi…>

<APPUNTO!> per la prima volta in serata apro bocca
<Appunto cosa?>
<L’hai detto tu stessa, non puoi capire>
<E allora spiegami, che senso ha tutto questo?>
<Non deve avere un senso, non tutto deve avere un senso. Sono emozioni inspiegabili, non le puoi trovare da un'altra parte> .
E lei ancora:
<Sta di fatto che sono dei bambini, perché un adulto responsabile sa controllare gli impulsi>
<E chi pensi che sia più felice al mondo? Un bambino che gioca liberamente o un adulto sottomesso alle regole che la società impone?>
<… >

Mi alzo, finalmente ho trovato le chiavi della moto, prendo il casco e mi rigiro a guardare il gruppetto di ragazze che dopo la mia risposta era rimasto in completo silenzio:
<comunque non preoccuparti, di certo tu non corri il rischio di provare queste emozioni >.

Saluto e me ne esco tornando in sella all’unica creatura in grado di capire cosa provo quando la cavalco.