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Deads don't care (ovvero, ai morti non importa...)
Scritto da choke - Pubblicato 07/12/2011 17:04
Era da tempo che avevo in mente un epilogo per la mia raccolta di racconti (di cui alcuni sono stati pubblicati qui) a tema motociclistico...

Stasera, complice una serata mancata, un bicchiere di vinello di troppo, mi son messo al PC e di botto, tutto d'un fiato, è uscito ciò che avevo dentro. Forse non è allegro. Forse è provocatorio, o forse banale, non lo so. Di sicuro esprime ciò che ho dentro, meglio di mille altri pensieri.

Spero solo di non offendere nessuno. E ringrazio in anticipo chi avrà voglia di leggerlo fino in fondo. Saluti a tutti.


A un morto non importa. Non importa proprio niente se i suoi familiari, amici, si disperano. Effettivamente quello è un problema loro. Smette di essere un problema tuo non appena quel bel traliccio dell'Enel ti si stampa in pieno volto. Così. Di spigolo. Voglio dire, hai il casco, l’hai pagato pure caro maledizione! Pochi centimetri di fibra e un po’ di polistirolo. Un pezzo qua, un pezzo là. La mentoniera si disintegra, e il traliccio manco trema, si scalfigge. Però si macchia eh eh eh… un po’ il segno rimane. Un po’ di bianco un po’ di verde e tanto, tanto, tanto rosso, i colori nazionali, quelli che hai sul casco, insieme ad un bel dragone che sputa fiamme dalle fauci. Improvvisamente, finalmente, tutto smette di avere importanza. Per te. Sarebbe bella questa sensazione. Sarebbe liberatoria. Se solo tu potessi provarla…

Grrrr grrr…. È piacevole il rumore della saponetta che gratta l’asfalto. Sei alto, quindi avvantaggiato. Hai una moto sportiva, con i semimanubri, quindi sei avvantaggiato. Perché è stabile. Perché quando butti le chiappe fuori non si scompone. Perché ad ogni curva sei così vicino all’asfalto. Grrrrr grrr…… La strada e asciutta. E’ mercoledì, quindi non ci saranno troppe pattuglie sul Passo del Bracco. La vita è questa. I pensieri? Un problema di altri. Maremma maiala come vai! Maremma zoccola come arranco! Ma come fai? Come fai a grattare quelle stramaledette saponette ad ogni curva? Per quanto possa piegarmi al più struscio le pedane del mio Guzzone. Quando provo a muovermi col corpo il manubrione fa una leva pazzesca. La moto diviene instabile, sballonzola ad ogni curva. Meglio andarci cauti.

Già, ad un morto non importa. Che fine farà la tua moto, quando non ci sarai più, o meglio i suoi resti? Chi si occuperà di rimettere tutto in sesto? Starà ad arrugginire in qualche piazzale di un qualsiasi concessionario, in attesa di un perito, che dovrà verificare se avevi le gomme giuste. Già, perché quel giorno non te ne sei andato solo. E quindi ci vuole una perizia. Magari si accorgeranno che avevi scatalizzato la moto. Che avevi guadagnato 3 cavalli. Ah ah ah ah…. Già sarebbe da riderci. Ma tanto a te non importa. Perché non lo saprai mai e il bello è che non saprai di non saperlo. Sembra un paradosso ma è così.

A questa curva è bene che rallenti. Maledizione mi ci hanno già fermato una volta. Meno male avevo tutto in regola. Cacchio! Non c’era nessuno, meglio così… Apri dai, che forse lo ripigli….
Il Tomarlo oggi è uno spettacolo. D e s e r t o…. A parte la solita pandina del cacciatore, quella che taglia le curve. Ma guarda che stronzo!
Non mi piace dare gas nei drittoni. Neanche a te. Lo so. Siamo in sintonia. Uno solo. Addrizzi tu, addrizzo anch’io. Mi fido. Mi piace uscire con te. Sei il compagno ideale. Di mille avventure. Il tuo seicento quattro cilindri urla alla grande ad ogni uscita di curva. In confronto il frr frrr frrr del mio povero Guzzi, seppur con gli scarichi tamarri, è una bazzecola.

Hai ucciso una persona oggi. Che cosa triste. I tuoi familiari non sono gli unici a piangere. C’era una ragazza di trent’anni accanto a quel giovanotto, sul furgoncino Westfalia che scendeva tranquillamente. Un furgoncino come quello della famiglia Bredford. Che fighi i Bredford! Li guardavi sempre quando eri bambino. Ora hai passato i quaranta, ma quei furgoncini ti fanno sempre sorridere. Guidava piano il tipo, attento a non bruciare i freni. Era smilzo, ma con un po’ di pancetta. E i baffetti biondi. Li ha ancora. Il classico tedesco. C’era un bambino dietro. Aveva cinque anni. Li ha ancora. Lui ne è uscito illeso, insieme al tipo con i baffetti. La tua moto, quando è partito l’anteriore, ha tagliato tutta la curva. Ha sbattuto contro il pulmino, si è ribaltata ed è entrata dentro l’abitacolo. C’è stato un urlo sotto quei baffetti. Strozzato. C’è stato un gemito, un sospiro da dietro. C’è stato un momento di silenzio, infinito dalla parte del passeggero. Una bocca spalancata. Una bocca nella quale non è più entrata aria.

Maremma impestata, se ti ripiglio! Ad ogni uscita di curva il V11 dondola come una gondola in laguna. Appena si apre un rettilineo, seconda terza, e lo sterzo si alleggerisce. La moto quasi impenna. Il manubrione ondeggia, sbacchetta direbbero le riviste del settore. Ma il bello viene in scalata. Hai voglia di lasciare piano la frizione. Il posteriore si blocca! Il cardano tira delle legnate che sono bastonate. E allora giù di svirgoli sull’asfalto. Il bello è che con 240 chili di moto t’importa una minchia. Per quanto la moto derapi, è troppo pesante per partire. Prima o poi s’addrizza. Certo le traiettorie son quel che sono…

Ci mette molto tempo, troppo, l’ambulanza ad arrivare. Del resto non è domenica, non è primavera, non è una giornata a rischio. La tedesca è già morta. I baffetti parlano una lingua incomprensibile. Il bambino piange in una lingua incomprensibile, mentre il volontario del soccorso lo porta lontano e cerca di dirgli che va tutto bene. Va tutto bene?!!! Come fai a dire ad un bambino tedesco che va tutto bene mentre sua madre ha il telaio di una moto stampato in piena faccia? E tu? Tranquillo, qualcuno si cura anche di te. Fa un po’ senso la cosa. In effetti non hai più la faccia. E’ duro il mestiere del medico di ambulanza. E’ duro, soprattutto, quando è assolutamente inutile.

E’ fighissimo viaggiare appiccicati. A due tre metri l’uno dall’altro. Se ci fosse qualcuno dietro a vederci sarebbe uno spasso. Due moto che danzano. Così diverse. Una sportiva ed una naked. Una giapponese ed una italiana. Un quattro cilindri ed un bicilindrico. Eppure, queste moto sono una cosa sola. Due piloti sono una persona sola. Fanno esattamente le stesse cose ma solamente ad una frazione di secondo di distanza l’una dall’altra. O quasi….

Non ricordi cosa è successo. Ci ripensi. E ripensi e ripensi. Del resto sei vivo, intonso. E’ una prerogativa dei vivi, quella di pensare. Così come di piangere. Disperarsi. Quanto tempo sprecato a maledirsi! Hai solo sentito un gran botto, uno schianto pazzesco come hanno scritto i giornali. Più forte del rumore della saponetta che strusciava l’asfalto. Molto più forte. Hai guardato negli specchietti. Ti sei dovuto sporgere per farlo. Nei Rizzoma, del resto, non sei mai riuscito a vedere una fava, però son fighi… E non hai visto niente. Hai dovuto accostare. Hai messo la moto sul cavalletto, controllando che non cadesse, perché la strada è in salita, del resto questo ti ha impiegato una frazione di secondo. Sei sceso. La Guzzi che ti seguiva non c’era più. Il Westaflaia era fermo, contro il Guard rail. Avvolto nel fumo Tutt’intorno un gran silenzio interrotto solo dal pianto di un bambino…
 

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Commento di: Davide il 07-12-2011 17:05
Bel racconto, complimenti. Sposo anche il fatto che "ai morti non importa"... ma non voglio iniziare a discutere di quello, ne verrebbe fuori un papiro.

Ancora bravo :)
Commento di: Ospite il 07-12-2011 19:28
Bravo, molto, non mi viene altro da dire...
Commento di: antonio_gt il 08-12-2011 04:08
Complimenti.
Fa davvero riflettere su quanto a volte (o spesso?) possiamo essere stupidi.
Commento di: Lukez750 il 08-12-2011 10:20
per la strada non siamo soli bisogna essere abbastanza maturi e responsabili ... poi esiste la fatalità e li purtroppo nulla si può fare. Certe cose andrebbero fatte solo in pista. Facendo parte di un motoclub stò apprezzando le due ruote in un modo diverso anche se sono un fissato di tuning ed elaborazioni sportive. Secondo me è bello andare in moto sia a 20 km che a 250 non si deve sempre cercare l' adrenalina ci sono anche altre cose per un motociclista .........

Commento di: wingloop il 21-12-2011 08:45
splendido racconto... colgo l'occasione, oggi che sono in grado di scrivere due, righe per salutarvi tutti e per dire che a volte basta anche meno... basta che in una bella matina di settembre un camion con un guidatore impegnato al telefonino si fermi sulla carreggiata per poi svoltare a sx proprio nel momento in cui passi tu.
15 mt di frenata... la forcella affonda, mi si alza il retrotreno spostandosi (controllato) sulla mia sx (probabilmente sono vivo a causa di questo spotamento.... vedo lui ed il telefonino, il marchio del cantiere sul cofano, penso a mio figlio che non rivedro' piu'. Mi rannicchio in posizione fetale e boooom.....frontale pieno... Poi l'asfalto, non ho mai perso conoscenza, lui scende : in un Italiano fresco fresco mi dice: perdonami perdonami non ti ho visto "NO ***** ERI IMPEGNATO AL TELEFONO " (lo stronzo poi dichiarera che io ero in sorpasso e che sono sbucato dal nulla ad alta velocita ---per fortuna le rilevazioni della pol mi danno ragione al 100%)
Emoraggie interne alla gamba, focolai emorragici a milza ed intestino
amputato un testicolo
5 costole rotte
3 muscoli della gamba maciullati ed inservibili
fratture multiple scomposte al braccio, polso, dita
Sono vivo, malconcio ma vivo..... sono sempre stato motociclista, a 11 anni i caballero, poi il fantic a 14, ducati indiana a 22. La fine della Kava versis segnera' anche la fine di un'epoca.... non ricomprero' una moto.
Troppi i coglioni per le strade! troppi!!!
Commento di: texastornado il 21-12-2011 11:03
purtroppo poi ci sono le storie vere come queste....win, mi spiace tanto....
e ora goditi tuo figlio ne vale la pena
Commento di: Steve79 il 07-12-2011 21:05
NOTEVOLE, mi ha fatto riflettere su molte cose ...

Bravo ;-)
Commento di: SparklePlenty il 07-12-2011 22:02
Ogni volta che vedo scritto "choke" come autore di qualche articolo o racconto, so già che mi piacerà...neanche stavolta mi ha deluso..complimenti!
Commento di: clevar il 08-12-2011 07:46
A nessuno dopo la morte importa, ma solo al motociclista non importa neanche prima, se no non assumerebbe un rischio così grande anzi se questo rischio non sussistesse in maniera così estrema forse non salirebbe nemmeno su una moto.
Andiamo in moto per rischiare, tutti sappiamo che la prudenza aiuta, ma è effimera tanto quanto la fragilità del nostro corpo, la cosa che ci spinge a tenere aperto è forse solo il rischio, sopratutto per noi che andiamo in moto per il gusto di farlo e lo facciamo al limite.
Tutte le volte che ho tenuto aperto più del dovuto me ne sono pentito e sono ancora più pentito se penso che avrei potuto stampare il telaio della mia moto su un un bel viso di mamma e ancora di più se penso che il bambino..........................................., ma apro ancora. Un mondo folle abitato da folli, ecco dove viviamo.

Commento di: Nimwid il 08-12-2011 11:46
Tanto di cappello.
Commento di: Doc_express il 08-12-2011 17:06
Molti anni fa nel 1997 sul colle di nava con l'elefant 750,stavo tornando dalle ferie quando in un curvone mi sono trovato dritto dritto in traiettoria un 4 cilindri (penso fosse un gsxr) che sbacchettava come un dannato e il guidatore che faceva del suo meglio per cercare di tenerlo in strada. Ho tenuto l'estrema destra e mi è passato così vicino da strapparmi un elastico che teneva i bagagli. Bè non so se dopo sia caduto o cosa,ho spalancato e sono andato via. Se mi fermavo probabilmente LO FINIVO! E' grazie a questa gente che poi le moto vengono definite pericolose.
Commento di: texastornado il 09-12-2011 02:42
se i km percorsi annualmente sono passati da 20 mila a 8000....è anche per questo
sono un sostenitore che all'aumentare dei km aumentino le probabilità di errore
una storia letta per far addormentare tua figlia o semplicemente una serata passata con te e gli amici della serata pisana del tinga.....cose molto più emozionanti che strusciare una saponetta per cercare di starti dietro.....
Commento di: Maurizio60 il 22-12-2011 02:10
Capisco e compendo il senso del tuo intervento Federico ma non lo condivido.. non si può dire con certezza che chi fa meno km in un'anno rispetto ad altri rischia di meno.. mi vengono in mente due storie.. la prima quello del soldato americano che torna dalla guerra del Vietnam, arriva a casa.. deve attraversare solo la strada e riabbarccerà la sua famiglia.. mentre attraversava un'auto l'ha messo sotto ed è morto con tutta la sua famiglia fuori dalla porta di casa a guardare quanto succedeva... certo da che speravano di riabbracciarlo da li a poco.. le cose sono andate molto diversmente.

L'altra storia riguarda un famoso alpinista Italiano, negli anni 30 ha scoperto la maggior parte delle più importati risalite su roccia.. questo succedeva sui monti delle Dolomiti... la sua morte è quasi comica nella sua tragicità.. è caduto dal tetto della sua casa mentre stava aggiustando l'antenna di casa.

Aggiungo io... chi dice che non rischio di più chi la domenica se ne va al bar in confronto di chi va a farsi un giro tra curve e tornanti? Nessuno può dirlo.

Buone feste e buona strada sempre _v_
Commento di: 6thgear il 09-12-2011 17:51
Una revisione degli errori ortografici sarebbe stata utile.
Commento di: Kelevra il 22-12-2011 15:59
...ma non indispensabile, 6thgear. In fin dei conti è un davvero un buon prodotto. Bel racconto, choke. Brividi. E poi mi piace questo stile un pò alla Faletti, un pò alla Palahniuk: truce ma quasi canzonatorio. Riflette molto la scissione d'animo che avviene in un istante, un attimo prima e un attimo dopo la tragedia.. buffa storia, la vita.
V
Commento di: JO74 il 09-12-2011 20:57
Veramente un bell'articolo. Complimenti.
Commento di: BIAXI il 09-12-2011 21:49
azz mi dispiace per il tuo amico e per l'altra persona ....
sempre in gamba choke
Commento di: tribalfazer il 11-12-2011 07:41
è proprio vero.....
belle righe fredde e profonde....scavate fin dove pochi vogliono vedere.
Commento di: _UBER_ il 12-12-2011 12:17
Duro e crudo ma così vero...
Ero uno di quelli saponette a terra, spero di aver smesso perchè a differenza dei morti a me importa! :-)
Bravo Choke!
Commento di: ebonvi il 12-12-2011 14:40
E' la prima volta che leggo un tuo racconto, molto scorrevole e mi ha fatto "ri"-pensare alla mia passione per le due ruote esagerata.
Grazie
Commento di: luce77 il 21-12-2011 16:55
ho il pianto nel cuore ,........ per aver letto questo articolo e per essere sicuro che di errori ne faro' e ne' faremo di altri.