La Community Ting'Avert
Mototerapia
Scritto da Giola - Pubblicato 05/12/2011 09:59
Come la moto può essere un farmaco oltre che un affascinante strumento di rimorchio zavorrine XD

Oggi è stata davvero una pessima giornata lavorativa, tutti che chiedono piccole e stupide commissioni che ti fanno perdere tempo ed energie per la tua mansione principale, voglia di staccare completamente la spina, scappare, urlare, stress a livelli critici...

Torno a casa tardi dal lavoro, in auto, ascolto della musica lenta per provare a distendere i nervi ma niente da fare, fuori piove... Alzo la porta del garage e vedo la mia moto, Silvia, parcheggiata sul suo cavalletto, bella ed elegante nella sua semplicità cromatica. Porto fuori la moto, infilo in fondo al garage l auto e metto davanti la moto...

Salgo mogiomogio le scale, " a casa finalmente...pace e tranquillità..." invece no, ovviamente. Genitori che urlano per loro problemi, di infimo livello, perché uno pensa bianco e l'altra pensa nero, ripicche inutili e stupidi. Provo a fare da paciere, a mediare una situazione così chiassosa con calma e sorrisi, con fare semplice, sdramatizzando...

Tutta fatica sprecata... E li penso "***** vostri, io mi sparo a letto"... vado in bagno, mi infilo in doccia, l'acqua calda distende le mie spalle così come il resto del mio corpo, disegnando esattamente i suoi lineamenti... Così come fa con tutte le cose che tocca, moto comprese... quella parola, "moto", mi ha fatto partire l'embolo... la mia parte razionale dice "ma fuori piove, non puoi"... risposta da motociclista "CHISSENE!" .

Esco dalla doccia, mi vesto, prendo tutte le protezioni, 2 banconote da dieci per fare benzina, e mi dirigo verso la porta di casa. "dove vai?!?! non puoi uscire" mi dice mia madre con fare severo; "via da qui", rispondo, chiudendo la porta alle mie spalle. Scendo le scale che portano al mio garage quasi volando, non sentivo i gradini sotto le suole dei miei stivali, ho voglia di sentire la voce di Silvia e tutto il resto.

Apro nuovamente il garage, mi preparo per bene e parto, prima tappa un benzinaio vicino casa, non voglio fermarmi durante il mio giro terapeutico... Fermo il mio cavallo, sfilo i guanti, mi avvicino verso la macchinetta per inserire il denaro quando mi squilla ancora il cellulare, questa volta è un sms... prendo l' apparecchio e leggo il messaggio; è la mia ragazza "buonanotte cucciolo, pensami stanotte <3"... faccio un enorme respiro, faccio entrare l'aria fredda della sera nei polmoni, il mio petto si espande il più possibile, i miei muscoli stanno fremendo e sento una strana sensazione.

Trattasi di quella eccitazione malsana che ti coglie quando sei ingarellato con gli amici sul passo di montagna scelto per la giornata, di quelli che poi al traguardo l'ultimo paga un giro di birra a tutti... una voglia pericolosa quando si è in giro in moto e piove come se ci fosse un acquazzone tropicale... ma in quel momento la mia preoccupazione stava nel capire come mai quel sms mi desse quella carica così motivazionale. Il cuore batteva a diecimila con il limitatore a mille e il cervello era sul punto di fondere per i troppi pensieri e il nervoso... "Fanculo, faccio benza e via!" penso... 15 euro di benzina fatti con velocità da F1, guanti, casco, check di tutte le zip velcro e compagnia bella... partenza direzione lungolago, oramai il mio personale TT.

Percorro la strada che separa il mio paese e Arona come se fosse una sorta di tappa di trasferimento, con calma, non tiro le marce, trotterello senza osare, odoro l'aria umida e mi ambiento... fin quando non arrivo allo start point, Arona. Un lungolago pieno di movida e vita notturna alla sera, ma insolitamente deserto e buio stanotte... percorro mestamente la via piena di locali e butto l'occhio all'interno: tutti pieni di gente con abiti firmati, donne fatte su in eleganti abiti di mezza stagione in mezzo a uomini nè carne nè pesce solo pieni di soldi e coi cervelli vuoti come i salvadanai dei disoccupati... tutti che fissano il mio passare in moto manco fossi un alieno. "embhe?? son in moto, mica su un ferrari coi terminali aperti" dico nel casco... arrivo al imbarcadero, piccola zona pedonale molto suggestiva, sanpietrini a terra, un edificio storico sulla mia sinistra e una bellissima visuale sulla mia destra... vado a destra e mi fermo un attimo... spengo Silvia, ma rimango seduto su di lei, in fissa sullo sfondo: di fronte a me si vede un isolotto, non ricordo bene quale isola sia, ma ha catturato la mia attenzione.

Sto lì un attimo di tempo, il tempo sufficiente per lavarmi per bene, e riparto in direzione Feriolo, frazione di Baveno, un piccolo paesello a ridosso del lago che conta si e no 50 abitanti contando anche le paperelle che arrivano a fare il bagno... lo adoro proprio per questo, è piccolo e silenzioso. Passo la zona pedonale di sanpietrini, una salita ripida ma corta, ed ecco iniziare il lungolago... una strada abbastanza conciata già in condizioni di asciutto, che protegge gli sfortunati da un salto nelle acque ferme e infine del lago solo con un guard rail non a norma (tanto per cambiare) sulla destra, mentre sulla sinistra c'è la roccia... suggestivo ma pericoloso, e chi va in moto lo sa. In quell'istante la mia mente si fa... piatta, calma e pacifica; il mio cuore è regolare, non strappa, è in sincrono con quello di Silvia e ha iniziato a ridarmi quel calore che solo chi è pazzo quanto me può capire... silvia ha 2 pistoni, così come io ho 2 atri e ventricoli, lei un motore, io un cuore... assieme, una cosa sola, un entità metafisica... un solo obbiettivo stanotte: adrenalina e zero limiti! unica regola non farsi male... una bella sfida, considerando le circostanze... inizia il mio tour del divertimento quando nel mio mp3 celebrale si sente a tutto volume "November Rain" dei sempreverde Guns... nove minuti di traccia audio che magicamente si son dilatati fino a coprire tutto il tragitto... l'acqua sotto le gomme copiava esattamente le scanalature della gomma, la ciclistica asseconda bene le difficoltà dell'asfalto e il mio corpo reagisce bene malgrado abbia saltato a piedi pari cena e riposo... arrivo a una curva a sinistra, in leggera discesa, il manto stradale è inclinato verso l'interno ma planare, e la visuale della superficie del lago ne fa da padrone...

Il cielo però noto che inizia ad aprirsi e si intravede la luna che con la sua luce gentile inizia ad illuminare l'acqua morta del lago... una fotografia molto tenera della natura, che ho scattato nella mia mente e che rimarrà lì fino alla fine... un immagine che collego direttamente al sorriso di Gloria, un sorriso tenero, dolce e semplice, bello come un fiore raro, perfetto come un dono di natale... Il suo. E quel messaggio ricevuto ore prima al distributore, quel messaggino corto e pieno che ti riempe di sentimento...

Accantono il pensiero in quel momento, dato che la strada è piena di acqua sebbene le precipitazioni si son fermate. Il mio faro anteriore illumina la lingua nera dell'asfalto e lo sguardo di Silvia mi indica la strada da seguire, decisa, e la sua voce, furibonda ed educata sino al limitatore, fa un assolo con le urla che rimbombano nel mio casco. Percorro ogni curva come se fosse l'ultima della mia vita, me la gusto come un piatto prelibato, e la vivo, me ne innamoro e la odio tutto assieme, dal punto di inizio a quello di fine, una dopo l altra... passo ogni paese come se fossero gli intermedi di un circuito. Arrivo finalmente a Feriolo, sono le 2.40 del mattino, e non piove, grazie al cielo... Percorro la discesa che porta al paesello, parcheggio la moto di fronte ad un muretto di pietra, la spengo... scendo dalla mia sella, la guardo: sembra quasi che abbia tirato un sospiro di sollievo, poverina, l'ho massacrata tra frenate spericolate e cambi di marcia al limite del lecito... ora la lascio riposare, i collettori son violacei per il calore e la poca carrozzeria che la ricopre è piena di acqua e sporco; tuttavia è sempre bellissima, la amo alla follia...

Distolgo lo sguardo dalla moto e lancio i miei occhi nel lago: una superficie calma, moribonda, ma romanticamente illuminata dalla luce della luna che fa capolino tra le nuvole nerogrigie. Un quadro epico. Un immagine immensa, difficile da capire da quanto è articolata. Persino un cuore di pietra dinnanzi a tutto questo potrebbe incrinarsi... Il mio invece, che è fatto di carne, si scioglie e si dispiace di non aver portato con sé una persona; quella persona che mi ha dato una ragione in più per alzarmi al mattino, che ha reso tutto un po' più bello e possibile... lei, che purtroppo ora non è qui con me, ma è lontana... comodamente nel suo pigiama, raggomitolata nelle coperte pesanti, un angelo che riposa prima di affrontare il suo inferno quotidiano... chiudo gli occhi, e rivivo la strada fatta: ogni curva mi ricorda un suo lineamento, un suo tratto del viso quando sorrise o piange, una sua frase.

Nel frattempo, la pioggia ha ripreso a cadere, ma non è più insapore come prima, perché si mescola alle mie lacrime salate in modo inscindibile, disegna il mio viso e ne distende le forme. All'improvviso una immagine abbaglia la mia mente: voglio vedere lei. Sveglio nuovamente Silvia, e mi dirigo nuovamente verso casa, affronto il viaggio di ritorno con fare animale, cattivo, furioso... ho bisogno di lei, maledettamente bisogno di lei! Corro, corro, corro a perdifiato, Silvia galoppa fiera ed elegante tra le curve e nella pioggia sino ad un punto infame: curva secca a destra con un lungo curvone a sinistra in salita e in leggera parabolica. Nella prima parte c'è una casa rosa con un alberello che sconfina coi rami sulla strada, e per terra ci son le sue foglie color oro... io in preda alla foga le attraverso in pieno!! La moto oscilla, slitta, sbanda e scalcia spaventata... la moto è tutta verso la destra, io di prepotenza butto tutto il corpo verso sinistra, punto il gas, sento le gomme che vengono meno, il terrore di Silvia diviene il mio...

Ma non so per quale legge fisica o divina, la moto miracolosamente gira verso sinistra e affronta a pieno cuore il curvone successivo, con la ruota posteriore che gira più di quanto dovrebbe, stridendo e slittando... "oh *****..." penso " bhe son ancora in piedi, viaviavia!" continuo la mia corsa, arrivo ad Arona, il campanile si sente in lontananza scoccare le 4 del mattino, non lo calcolo minimamente, così come gli sguardi di quei due passanti col cane... io sto sempre con gas a martello e pensiero fisso sul mio trofeo... continuo pazzamente ad andare sull'asciutto come se fosse bagnato sino al ponte di ferro che passando sopra il Ticino unisce Piemonte e Lombardia, intraprendo il mio tratto preferito come se fosse un dolce gustoso e continuo a pensare a quella strada, quella svolta, quella via, quella casa, quelle scale, quella porta... quel viso... le 4.45, arrivo a destinazione... mi tolgo il casco, son sudatissimo, tremo, ho il fiatone e mi brucia la gola da morire; Silvia ha la ventola di raffreddamento che gira da si e no metà strada, e quando mi fermo, la spia dell'acqua per la prima volta in assoluto si accende... "gioia mia, ti ho spremuto come non so cosa!" le dico, carezzando il serbatoio e il faro... sarei tentato a saltare il cancello e entrare, ma sinceramente non vorrei essere scambiato per un ladro o peggio.

Ma paradossalmente solo ora mi domando perché ho fatto tutto questo, perché ho quasi rischiato l'osso del collo!! La risposta più sensata? Mi andava di farlo.

Noi motociclisti siamo strani. Siamo persone con un proprio carattere e una propria famiglia, identità, coscienza... eppure quando siamo in sella, siamo un altra persona, siamo come degli squali che se non nuotano in continuazione, muoiono... io senza moto non so cosa farei, ma so cosa succederebbe senza Gloria: non vivrei più i colori intensi che vivo con Silvia
 

Commenti degli Utenti (totali: 22)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: SparklePlenty il 05-12-2011 11:43
Bel racconto! Non sai quante volte anch'io mi sia sentito così oppresso dalle circostanza, ma mi sia concesso una sana e ricostituente "mototerapia"!
Commento di: biondob il 05-12-2011 15:48
Beata gioventù........gotitela fin che puoi......
Commento di: Saso253 il 05-12-2011 17:33
Amico... il tempo di leggere le prime righe... di leggere la parte dove fai benzina e lasci entrare l'aria della sera nei polmoni... il messaggio di buonanotte... E non ci ho visto più! Quì piove, ma io e Grace non abbiamo paura dell'acqua! Anche io girerò stasera e i miei pensieri li getterò via via, strada facendo... Perchè ne ho troppi e l'unica terapia d'urto possibile per scacciarli via è lei... Amo leggere questi sfoghi come amo altrettanto scriverne di miei... Un saluto fratello, ti auguro di poter amare in eterno la tua Silvia e la tua Gloria e di scambiarti un saluto un giorno (o una notte)...

Lamps!
Commento di: Oscar il 05-12-2011 19:32
bello,
ma tra "collettori violacei" e spia dell'acua accesa alle 4 del mattino, piovendo, con questo tempo....

non è che hai problemi alla moto??

Non lo fa nemmeno la mia che è una stufa a legna!! :D
Commento di: Giola il 06-12-2011 20:28
qui è una romanzata eccessiva, la spia dell acqua non si è mai accesa, ma i collettori son violacei si per il calore ovviamente... tiro parecchio le marce mi dispiace per lei
Commento di: gyoshi il 05-12-2011 20:40
bel racconto la maggior parte della gente non capisce questo aspetto dell'andare in moto !
Commento di: Valmar78 il 06-12-2011 10:20
bello bello bello
Commento di: Redik il 06-12-2011 12:58
Quasi quasi la propongo come tesi universitaria!!!

In fondo anche la clownterapia è oramai riconosciuta (Hunter "Patch" Adams) e comunque è troppo vero, a volte non c'è altro da fare che infilare il casco, seguire la strada e lasciarci guidare dalle nostre dolci metà meccaniche!

Lamps a tutti!!!
Commento di: Giola il 06-12-2011 20:29
se vuoi proporla hai il mio ok =)
Commento di: sempre_a_chiodo il 06-12-2011 23:12
Beh...complimenti...il tuo racconto mi ha appassionato e l'ho letto tutto (cosa strana per me, di solito mi stufo prima..:))..credo proprio che la tua ragazza sarà felice di leggere tutto questo...un po' meno tua madre...:)...però occhio sul bagnato!! Sono emozioni fantastiche ed indescrivibili ma la vita è una ed è per questo che spero che alcune parti siano enfatizzate.. in ogni caso un lamps e in bocca al lupo per tutto ;)
Commento di: robipower il 08-12-2011 17:30
bellissimo,
davvero complimenti :)
Commento di: pando il 08-12-2011 19:47
hai la stoffa del narratore.
sei sincero,sembra di essere lì e di vedere quello che scrivi.
sono cose belle e non banali perchè sono emozioni e sensazioni semplici e grandi nello stesso tempo.
da parte mia invece sono un bradipo in moto,mi piace sentire la potenza calma del mezzo,il senso di forza che esprime il suono sommesso del motore,i giri regolari, senza cali fino al momento che entri nel "flusso" e sei una cosa unica con il mezzo,la strada, il panorama e tiri senza sentire la tensione nervosa,è come essere sospeso all'interno di un momento che non finisce mai.
fino a quando non ho trovato un pirata della strada che mi ha intenzionalmente fatto cadere e poi è scappato,ora Mafalda è in garage coperta,mi fa male vederla e sto cercando di rimetterla insieme,ma essendo una seven fifty del '93, i pezzi costano più di quello che l'ho pagata.
anzi,su subito.it ne ho trovata una che se la prendessi mi costerebbe meno,ma non è la mia moto,è solo uguale.
morale: state attenti a tutti,la pazzia è dietro l'angolo.
ciao,un saluto da sandropando
Commento di: pierdo il 09-12-2011 11:52
ciao giola mi chiamo pierdomenico giola sono di vigevano originario di bustogarolfo complimenti x i tuoi scritti che condivido mi piacciono e mi divertono,
mi piacerebbe incrociarti x conoscerti,magari siamo pure parenti.
x ora ti saluto e ti esorto a continuare a scrivere.
a presto ciao
pierdo pierdomenico giola bmwf650gs vigevano
Commento di: Ospite il 09-12-2011 18:34
Impregnato di retorica sino al midollo.
Mi ricordi i romanzi di Liala (ebbene sì, a 15 anni ne ho letto uno restandone scioccato per la melensaggine.
D'accordo che i motociclisti sono gente strana ma il mio esserlo è diverso dal tuo, anche forse per la differenza d'età.
Ma ti posso garantire che anche quando avevo vent'anni non restavo in giro sino alle 4.45 (tra l'altro senza avvisare casa)
confermo: molto retorico e un po' spaccone ma anche con una bella fortuna
Commento di: sombrero il 10-12-2011 19:42
quando si vive la moto con passione e fantasia, si può scrivere anche questo.
bravo.
l'importante è trarre beneficio dalle proprie vie di fuga.... sennò che fuga sarebbe?
Commento di: Android96 il 15-12-2011 20:56
wow... davvero fantastico complimenti!! a momenti mi commuovevo mentre leggevo... sai ti comprendo bene, nonostante ho ancora solamente il mio scooterino... ma anche io spesso mi ritrovo a fare giri su giri di paese in paese solo perchè "ho voglia di farlo"... davvero fantastico complimenti di nuovo!!! :)
Commento di: ceguasco il 18-12-2011 18:26
BRAVO, buona, quasi ottima capacità narrativa, racconto un po' retorico, un po' affasciante, ma...... non condivido il modo di "rilassarsi",..... ciascuno ha il suo.
Sono sicuramente più vecchio di te, forse potrei eserti genitore. Ma, invece di giocare a rischiare la vita, pensa che gioia percorrere la stessa strada senza rabbia, alla ricerca di pace e serenità, con un po' di rock nelle orecchie, osservando, anche al buio, anche sotto la pioggia battente, la bellezza di quanto ti avvolge.
E se non fossi riuscito a raddrizzare la moto, pensa al dolore di Lei e dei Tuoi. Ne sarebbe valsa la pena? ( e dagli con la retorica!!!!).

LIVE & LAMPS
Commento di: Giola il 19-12-2011 20:47
son tutte frasi e pensieri che dopo la mia mattata son venute fuori, ma oramai è andata =)
Commento di: guyahoka il 22-12-2011 00:00
Grazie Gioia. Del racconto e dell idea di Mototerapia Auguri
Commento di: guyahoka il 21-12-2011 23:56
Si confermo.LA MOTO. può essere una autentica terapia,abbinata ad una gioia euforica che tutti Voi ben conoscete.Per me è stata una" grande medicina"(come direbbe cavallo pazzo) Vengo al dunque:dal 2007 fino all ottobre 2008 sono stato in guerra col cancro.Quando uscivo dalle chemio mezzo ubriaco,andavo nel parcheggio sotto l ospedale a guardare le moto.C era un enduro e una vecchia honda custom.Le annusavo le passavo ai raggi x dicendomi,se ne esco fuori vivo giuro che appena posso riprendo la Moto.Nel febbraio 2009 ho incominciato a caracollare su una Kawa KLE 500.
In trentino e in tirolo in quella primavera in montagna le strade erano bordate da muraglie di neve però si circolava bene.Ragazzi quanto ho pianto di gioia quanto ho urlato sotto il casco e quanti sorrisi al mondo intero.Ho cambiato due moto ora ho una VN900 classic Kawa.A tuttoggi ho percorso circa 30000 km e sto benone.Per concludere senza tanta retorica:in moto si sta sempre attenti, concentrati sensibilissimi a tutto e.. si ...felici.E a cavallo della mia Moto kilometro dopo kilometro,come pollicino,ho dimenticato le 8000 pillole circa, le 17 chemio e tutte le cure e terapie varie.Tornato ad Aviano in ospedale per un periodico controllo i medici vedendomi entrare in corsia con la mia tuta ed il casco volevano cacciarmi.Neanche mi riconoscevano.Dovevo dare loro le mie generalità per poi vederli,dapprima increduli,e poi ricordando il mio nome mi abbracciavano felici.Un oncologo mi chiese "ma viene da trento ?..in moto...?? Siiiiiii xxxxx in MOTO.E lui "bravo se il tuo sogno è la moto ti sei fatto la tua terapia personale,per vivere appieno la tua vita."la Mototerapia.Un forte abbraccio bikers a tutti.( anche a quelli che mi sorpassano in curva sul passo Pordoi!!)
Commento di: gerrigel il 22-12-2011 03:27
Come non concordare con te , sono quasi sempre solo le emozioni che ci danno la spinta per andare avanti, e la moto a me ne regala proprio tante! Quindi proseguiamo caparbi nel portare avanti la nostra passione, nonostante le circostanze avverse che da qualche tempo non solo si sono concretizzate, ma si vanno progressivamente esacerbando.
Commento di: Anci il 23-12-2011 13:37
Complimenti, racconto ed emozioni espresse divinamente...