A volte hai voglia di prendere la moto e correre, andare via senza meta, perché sai che sotto quel casco non hai pensieri, lasci tutto alle spalle e corri, corri, corri...

Corri e vorresti andare via, non hai problemi, non hai preoccupazioni, non hai nulla che possa toccarti dentro...

A volte i pensieri però sono più veloci di te, ti fiatano sul collo, li senti, come in una gara in cui chi vince non è chi arriva primo, ma chi arriva.
E dai gas.

Dai gas, cercando di volare, di allontanare da ogni direzione il tuo rivale, rischi, solo per il gusto di farlo, solo perchè sai che solo così riesci a scacciare quel fantasma che ti insegue e a concentrarti su ciò che hai davanti, una striscia di asfalto, che semplicemente ti dice dove andare e dove non andare, magari poi ti ci metti e vai, di notte, solo il tuo faro ti guida, una striscia di luce ti indica metro dopo metro dove sei e dove sarai dopo pochi istanti, attimi in cui tutto può succedere, ti guardi le spalle e perdi di vista il futuro prossimo, i prossimi metri, quella sottile linea nera in cui basta un cm di margine per andare oltre... oltre te stesso, oltre il tuo limite,oltre il confine che c'è tra un respiro e il silenzio.

Ascolti il suono della tua compagna, sordo,cupo, e non copre quelle urla che rimbombano nella tua testa, quegli stridii di gesso su di una lavagna che ti graffiano l'anima e una lacrima scende, e tu dai la colpa al vento, all'aria fredda che entra da sotto al casco, vorresti urlare.
E dai gas.

Dai gas perchè tu non puoi urlare, la tua moto si, al limite del silenzio, la ascolti e corri, e rischi, e lasci che il suono ti avvolga, sperando di creare una campana che ti protegga da quel fantasma e dalle sua urla che raccontano di te,del tuo passato,di un momento, di un istante in cui avresti preferito non aver vissuto.
Nulla.
E dai gas.

Inutile, bisogna che ti fermi, ma non vuoi ascoltarti, bisogna che riprendi fiato, bisogna che ti asciughi quelle lacrime che ti ha causato il vento freddo della notte, bisogna che respiri, che ti siedi per terra accanto alla tua moto e aspettare tanto alto vento freddo negli occhi, bisogna che chiami un fratello, che gli chieda di venirti a prendere perchè gli occhi sono gonfi di aria gelida e ti serve qualcuno che ti indichi strada e velocità da seguire, ma proprio non vuoi ascoltarti, il fantasma è vicino.
E dai gas.

Non vivi in quegli istanti, non sopravvivi, non pensi ad altro che correre, fino a dove non lo sai, per quanto tempo nemmeno, ti ritrovi perso, senza meta, senza ritorno, senza futuro, nè passato. Le urla scompaiono per un istante, le luci si alzano, il fantasma è solo un'illusione.
E dai gas.

Alla tua vita, sperando che rallenti.